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Unicef #civitavecchia, 18 milioni di bambini non vanno a scuola nei 10 paesi con i più alti tassi di esclusione dall’istruzione elementare

5 settembre 2016 | 08:00
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Unicef #civitavecchia, 18 milioni di bambini non vanno a scuola nei 10 paesi con i più alti tassi di esclusione dall’istruzione elementare

Responsabile Unicef per l’Istruzione: ”Quando i bambini non vanno a scuola, hanno maggiori possibilità di subire abusi, sfruttamento e reclutamento nei gruppi armati”

Unicef Civitavecchia, 18 milioni di bambini non vanno a scuola nei 10 paesi con i più alti tassi di esclusione dall’istruzione elementare

Il Faro on line – Secondo l’Unicef, nei 10 paesi con i più alti tassi di esclusione dall’istruzione elementare, 18 milioni di bambini non vanno a scuola, quasi 2 su 5. La Liberia ha la più alta percentuale, con quasi i due terzi dei bambini in età di scuola primaria che non frequenta le lezioni. Il secondo paese con la percentuale più alta è il Sud Sudan, con il 59% ed una scuola su 3 chiusa a causa del conflitto.

Afghanistan (46%), Sudan (45%), Niger (38%) e Nigeria (34%) sono tra i primi 10 paesi con i più alti tassi di esclusione dalla scuola elementare: ciò significa che emergenze umanitarie e crisi prolungate stanno spingendo i bambini fuori dalla scuola.
Anche se non rientra nei 10 paesi con il più alto tasso di bambini esclusi dall’istruzione, la Siria ha 2,1 milioni di bambini in età scolare (5-17 anni), che non vanno a scuola. Anche ulteriori 600.000 bambini siriani che vivono come rifugiati nella regione risultano esclusi dalla scuola.

Questi dati, che vengono lanciati proprio mentre milioni di bambini stanno iniziando la scuola, sottolineano la portata della crisi che riguarda l’istruzione, che colpisce i paesi già segnati da conflitti, da periodi prolungati di siccità, inondazioni, terremoti e da alti tassi di estrema povertà.
L’Unicef teme che senza istruzione, una generazione di bambini che vivono in paesi colpiti da conflitti, disastri naturali e povertà estrema crescerà senza le competenze necessarie per contribuire allo sviluppo dei loro paesi, aggravando la situazione già disperata di milioni di bambini e delle loro famiglie.

L’istruzione continua ad essere uno dei settori meno finanziati negli appelli umanitari. Nel 2015, le agenzie umanitarie hanno ricevuto solo il 31% dei fondi necessari per il finanziamento dell’istruzione, in calo dal 66% rispetto a dieci anni fa. Nonostante un aumento del 126% del fabbisogno per l’istruzione dal 2005, i finanziamenti sono aumentati di appena il 4%.
Durante il Summit Umanitario Mondiale, svoltosi a maggio 2016, è stata lanciata una nuova piattaforma di finanziamento globale “Education Cannot Help” per colmare, attraverso un finanziamento programmabile, il divario tra interventi umanitari nelle situazioni di crisi e attività di sviluppo a lungo termine.

Dati recenti e attendibili su paesi come la Somalia e la Libia non sono disponibili da fonti amministrative o statistiche anche a causa dei continui conflitti.
“Per i paesi colpiti da conflitti, la scuola prepara i bambini con le conoscenze e le competenze necessarie per ricostruire le loro comunità una volta che la crisi è finita e, nel breve termine, fornisce loro la stabilità necessaria per far fronte ai traumi. Le scuole possono anche proteggere i bambini da traumi e pericoli intorno a loro. Quando i bambini non vanno a scuola, hanno maggiori possibilità di subire abusi, sfruttamento e reclutamento nei gruppi armati “, ha detto Jo Bourne, Responsabile Unicef per l’Istruzione.