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#Usa, lupi solitari dietro agli attentati. Ma fanno male lo stesso

20 settembre 2016 | 09:48
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#Usa, lupi solitari dietro agli attentati. Ma fanno male lo stesso

Sarebbero iniziative “personali” quelle degli attentati in america, seppur in parte riconducibili all’Isis

Il Faro on line – Tre attentati nello stesso giorno ma solo uno rivendicato dall’Isis e solo due legati tra loro, uno zainetto abbandonato in una stazione ferroviaria con cinque ordigni, un presunto lupo solitario americano di origini somale ucciso, un altro americano di origine afghane arrestato ed altre cinque persone fermate in un Suv carico di armi e poi rilasciate: sono i numeri e i protagonisti del weekend di terrore in Usa, personaggi ancora in cerca di autore in indagini che non hanno ancora chiarito molti dettagli, tra cui il possibile legame con il terrorismo internazionale, anche se la pista di una ‘cellula attiva’ sembra perdere quota.

L’episodio per ora piu’ incorniciabile e’ quello del mall a St Cloud, Minnesota, dove sabato sera uno studente universitario americano di origini somale, Dahir Adan, 22 anni, ha accoltellato nove persone invocando Allah, prima di essere ucciso da un agente e di venir celebrato nella rivendicazione dell’Isis come un “soldato” del Califfato. Dai primi accertamenti sembra trattarsi di un lupo solitario, come gli americani di origine cecena autori degli attentati alla maratona di Boston, gli americani di origine pakistana della strage di San Bernardino o, ancora, l’americano di origini afghane che ha messo a segno l’attacco al gay club di Orlando. “Homegrown terrorism”, terrorismo cresciuto in casa, con la radicalizzazione in genere di immigrati provenienti da Paesi con conflitti. Tutti da verificare pero’ gli eventuali legami dell’ insospettabile Dahir con l’Isis. Piu’ ombre invece sugli altri episodi, anche se l’arresto di Ahmad Khan Rahami, 28 anni, di origini afghane, dovrebbe aiutare a fare luce presto.

Gli investigatori lo ritengono coinvolto negli attentati, riusciti o sventati, avvenuti nell’area di New York e New Jersey nelle ultime 48 ore: le due pentole a pressione a Manhattan, una delle quali esplosa causando 29 feriti, i tubi bomba ritrovati lungo il percorso di una gara podistica a Seaside Park, in New Jersey, uno dei quali deflagrato senza conseguenze, e lo zainetto con altri cinque tubi bomba abbandonato in un cestino alla stazione di Elisabeth, sempre New Jersey, dove vive. Anche Rahami potrebbe essere un lupo solitario, peraltro apparentemente ben integrato, americanizzato con tutta la famiglia, che ha chiamato il suo locale “First american frid chicken restaurant”: secondo il sindaco di New York, Bill de Blasio, non vi sarebbero altri ricercati, mentre le cinque persone fermate ieri sera ad un posto di blocco sono state rilasciate.

Non ci sono pero’ al momento riscontri di una sua radicalizzazione, ne’ indicazioni che fosse nel database dell’antiterrorismo Usa. Suscita dubbi inoltre il fatto che l’Isis non abbia sfruttato l’occasione di rivendicare il terrore seminato anche con queste bombe, ma potrebbe aver preferito che proseguisse la sua missione o anche aver temuto di essere smentita da un responsabile ancora vivo. Solo l’interrogatorio e l’esame del passato di Rahami chiarira’ la possibile motivazione del suo gesto.

Intanto proseguono le indagini tecniche sugli ordigni, che presentano delle analogie, come il cellulare con lo sportellino. Ma quelli del New Jersey erano tubi bomba contenenti polvere da sparo nera, quelli di Ny pentole a pressione (come quelle usate nell’attentato alla maratona di Boston) con tannerite: un esplosivo composito a medio-alto potenziale formato da una miscela di parti uguali di nitrato e perclorato d’ammonio, utilizzato anche a fini sportivi, come bersaglio reattivo, in quanto esplode se colpito da un proiettile che viaggia a velocità elevata. E per questo, in base ad una blanda normativa, può essere acquistato in kit per uso privato in molti negozi di articoli sportivi. L’Isis ne ha già fatto uso spesso.(fonte: ansa)