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Ecco come sarà possibile andare in pensione nel 2017

Pensioni, ecco i casi per cui qualcosa nell'uscita dal lavoro o nel portafoglio cambierà a partire dal prossimo anno

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Ecco come sarà possibile andare in pensione nel 2017

Il Faro on line – Il manovale over63, il turnista, la nonna lavoratrice che vorrebbe badare al nipotino, l’anziano che non arriva a mille euro: possono tutti iniziare a prendere in mano la calcolatrice e segnare una data sul calendario o un arrotondamento nelle entrate. Ecco i casi per cui qualcosa nell’uscita dal lavoro o nel portafoglio cambierà a partire dal prossimo anno. Due numeri chiave, da ricordare: 63 anni di età per l’addio anticipato al lavoro e 41 anni di contributi per il pensionamento dei cosiddetti ‘baby’ lavoratori, impegnati in attività particolarmente pesanti.

MANOVALE CHE HA INIZIATO MINORENNE, VIA A 41ANNI ANZIANITA’.

Ha iniziato a lavorare in cantiere da ragazzo e già prima di spegnere la 19esima candelina ha accumulato 12 mesi di contributi versati. Se nel 2017 in totale avrà totalizzato 41 anni di quella che una volta era chiamata anzianità potrà andare in pensione e non importa l’età. Se dai 14 anni in poi non ha mai smesso di lavorare potrà uscire appena superati i 55 anni.

DISOCCUPATO SENZA AMMORTIZZATORI, USCITA GRATIS A 63 ANNI.

Ha finito cassa integrazione e indennità, non ha più sostegni sociali e si ritrova disoccupato all’età di 63 anni, trovare un nuovo posto è un’operazione complicatissima. Ora c’è un’exit strategy: chi si trova in questa situazione potrà ricorre all’Anticipo pensionistico agevolato e andare in pensione a costo zero. La regia dell’operazione spetta all’Inps, alla cui porta tutti gli interessati dovranno bussare.

NONNA CLASSE ’53 STANCA DEL LAVORO, VIA PRIMA MA SI PAGA.

Ha compiuto 63 anni, con le attuali regole pensionistiche vede l’uscita ancora lontana ma del suo lavoro è stanca. Piuttosto vorrebbe dedicarsi al nipotino, facendo risparmiare alla figlia i costi della babysitter. Dal prossimo anno la signora in questione avrà diritto a ritirarsi, ma l’assegno che riceverà non corrisponderà a quello pieno: si tratta di un prestito ventennale (dietro ci sono banche e assicurazioni) e ogni mese sarà decurtato con una penalizzazione che dovrebbe aggirarsi intorno al 6% per ogni anno di anticipo.

ADDIO PIU’ FACILE PER CHI HA PASSATO ANNI IN ALTOFORNO.

Ha prestato servizio per sette anni degli ultimi dieci in un altoforno, in condizioni di lavoro particolarmente dure ma oggi per accedere alle agevolazioni, che prevedono quota 97,6 per l’uscita anticipata, deve rispettare una serie di paletti. Dal 2017 gli ostacoli saranno eliminati e salta il vincolo per cui anche l’ultimo deve risultare impiegato in un’attività usurante.

STATALE PASSATO AL PRIVATO, UNA SOLA STORIA PENSIONISTICA.

Per anni è stato impiegato al ministero, ex gestione Inpdap, poi è passato a lavorare in banca, gestione Inps. Una carriera divisa in due quindi, ma con le nuove regole ai fini della pensione la storia contributiva potrà essere rimessa insieme, in una striscia unica senza pagare.

IL BONUS PER L’ANZIANO POVERO, CHE NON ARRIVA A MILLE EURO.

Ha più di 64 anni e non arriva a mille euro al mese, finora non aveva quattordicesime o somme aggiuntive, riconosciute fino ai 750 euro. Ma con il nuovo anno si cambia e spunterà un bonus dai 336 ai 504 euro l’anno, a seconda dei contributi. (fonte: ansa)

 

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