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#alitalia: Hogan (Etihad), il governo non ha mantenuto le promesse

Il presidente di Etihad se la prende anche con i sindacati. E annuncia: servono tagli per rilancio, ma potremmo avere più aerei e piloti.

#alitalia: Hogan (Etihad), il governo non ha mantenuto le promesse

Il Faro on line – “Mi delude, come investitore, che alcune precondizioni non siano state rispettate. Entrando in questo affare eravamo d’accordo che ci sarebbe stato un decreto per usare meglio Linate. E il governo avrebbe creato un fondo per rafforzare il turismo in Italia”: non è successo “né nel 2015, né nel 2016”. Lo afferma, al Corriere della Sera, James Hogan, presidente e amministratore di Etihad, azienda che detiene il 49% di Alitalia.

“Quando il governo mi chiese di pensarci, dissi no tre volte”, spiega Hogan, perché “temevo che le nostre condizioni non venissero rispettate e mi preoccupava il comportamento storico dei sindacati”. Dice di averne già parlato col premier Renzi e col ministro Delrio: “Noi pensiamo alle questioni di mercato e ai conti, ma occorre che anche gli altri protagonisti dell’azienda Italia facciano la loro parte”.

Il manager ne ha anche per i sindacati, ricordando di aver chiesto 3 anni di “pace aziendale”, invece “sono passati appena 18 mesi e per qualcosa che vale come un caffè lanciano uno sciopero”. “Dobbiamo chiederci come aumentare la produttività del personale e massimizzare il numero di ore in cui un aereo può volare”, sottolinea: “Con la ristrutturazione potremmo aver bisogno di ridurre il personale, da un lato. Ma se cresciamo nel lungo periodo e aumentiamo gli aerei, mentre da un lato potremmo ridimensionare le competenze che non sono più importanti, dall’altro potremmo assumere più piloti, personale viaggiante e tecnici della manutenzione”.