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Cronaca Locale
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Lavori al Porto turistico a #fiumicino, solo sassi

7 ottobre 2016 | 08:01
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Porto, ciò che si sta facendo in questo periodo è solo la messa in sicurezza di quel tratto di molo monco che è rimasto “appeso” dopo lo stop dei lavori.

Lavori al Porto turistico a #fiumicino, solo sassi

Il Faro on line – Chi aveva pensato ad un riavvio dei lavori per il nuovo Porto turistico di Fiumicino, visto il via vai di camion e il sistema di pesa rimesso in funzione, ha sbagliato indirizzo. I lavori per la costruzione del Porto non sono re-iniziati, e ciò che si sta facendo in questo periodo è solo la messa in sicurezza di quel tratto di molo monco che è rimasto “appeso” dopo lo stop dei lavori, le inchieste e tutto il resto dei problemi che la vicenda si è portata con sé.

Si tratta di lavori che costeranno alla Ip, Iniziative Portuali, titolare della concessione demaniale per l’opera, circa 400.000 euro. Nulla, in confronto ai 121 milioni di euro preventivati per terminale solamente la prima fase.

L’allarme

Un allarme sicurezza lanciato in verità già da tempo dal Collettivo No Porto, che ai «bialncioni» ha la sua sede storica. «La massicciata del porto sta mettendo a rischio l’esistenza della costa è un appello dello scorso gennaio – contribuendo ad accelerare il processo di erosione delle spiagge. La distruzione delle dune di Focene e i danni arrecati agli stabilimenti storici di Fregene ne sono la prima conseguenza».

«Stiamo ancora aspettando che si prenda una posizione chiara, volta alla difesa dei cittadini e dei loro territori. Crediamo che le scelte future debbano essere indirizzate verso la revoca della concessione per un’opera che ha distrutto tutto, tramonto incluso».

Lo stallo

Siamo dunque ancora in fase di stallo. Tanto che la Regione vuole chiarire una volta per tutte se la Ip ha intenzione di terminare il progetto in qualche modo oppure si debba procedere all’annullamento della concessione e al ripristino dei luoghi.

D’altra parte lo scorso gennaio la stessa Ip ha avviato un avviso esplorativo per la manifestazione di interesse per l’espletamento di gara o procedura negoziata per la progettazione esecutiva e la realizzazione del nuovo Porto turistico di Fiumicino. A tutt’oggi però, non sembra essere arrivata nessuna notizia degna di rilievo in questo senso. Anzi, la compagine societaria che fa capo alla cordata che avrebbe dovuto realizzare il porto si è via via sfilata, lasciando ancora in essere società che comunque non hanno possibilità o interesse a proseguire.

La concessione

La Iniziative Portuali Porto Romano è titolare della Concessione Demaniale Marittima rilasciata dalla Regione Lazio in data 2 febbraio 2010 n. 6424, che ha per oggetto “la costruzione e gestione per un totale di novanta ani del Porto Turistico di Fiumicino in località Isola Sacra con annesse strutture turistiche-ricettive, abitative, commerciali, ludico-sportive e servizi”.

Il progetto riguarda una superficie complessiva di mq 1.042.900 di cui mq 988.094 di specchio acqueo e mq 54.806 area a terra che, a seguito della realizzazione dell’ intervento, diventano mq 774.000 di specchio acqueo e mq 268.900 di area a terra. Il valore complessivo dell’opera è stimato in euro 314.000.000,00.

L’appalto

Nell’appalto si dividono opere a mare e opere a terra. Per le prime è prevista la realizzazione di diga di sopraflutto e sottoflutto, moli, banchine e darsene per un valore delle opere di Euro 114.000.000,00. Per le seconde, la realizzazione delle opere a terra strumentali alla gestione della struttura portuale: torre di controllo, servizi igienici, parcheggi, viabilità per un importo di Euro 7.000.000,00.

L’inchiesta

La storia giudiziaria del nuovo porto della Concordia di Fiumicino (un milione di metri quadri e 1500 posti barca a due passi dalla Capitale) ha visto il dipanarsi di un’inchiesta disposta dalla procura di Civitavecchia nei confronti di 15 indagati, accusati a vario titolo di abuso d’ufficio, frode nelle pubbliche forniture, appropriazione indebita e riciclaggio.

L’indagine della Finanza ha consentito di scoperchiare un baratro che, sostengono gli inquirenti che hanno girato la segnalazione alla Corte dei Conti, si aggira attorno ai 550 milioni di euro. Tra le tante anomalie scoperte nel corso della lunga indagine, gli inquirenti hanno scoperto che, grazie ad un gioco di subappalti ad aziende amiche, la società che svolgeva il ruolo di general contractor era riuscita a spendere solo cento milioni contro un piano di fatture che ammontava a 400.

E poi la concessione demaniale marittima che, secondo i giudici, sarebbe stata preparata anche dall’ex sindaco che aveva preparato la bozza di accordo di programma e che, grazie al lavoro dei due funzionari regionali finiti indagati, era stata cambiata in favore del gruppo, passando dalla durata di 50 anni previsti ai 90 dell’accordo definitivo. Ipotesi, in attesa di un processo. L’unica certezza è che resta tutto fermo.