#Nettuno, arte contemporanea, due mostre personali: un progetto comune

10 novembre 2016 | 08:00
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#Nettuno, arte contemporanea, due mostre personali: un progetto comune

Il fascino e la storia dell’Oriente incontra quello dell’Occidente grazie all’arte contemporanea di Giulia Ripandelli e Benal Dikmen

#Nettuno, due mostre personali, un progetto comune

Il Faro on line – Il fascino e la storia dell’Oriente incontra quello dell’Occidente grazie all’arte contemporaneadi Giulia Ripandelli e Benal Dikmen. Due artiste dallo stile unico e distintivo, appartenenti a due mondi diversi: l’Italia paese natale della romana Ripandelli e la Turchia terra d’origine di Benal, nata e cresciuta a Istanbul.

Due donne che per la prima volta si confrontano a Nettuno nell’esposizione “Due mostre personali, un progetto comune”, in programma al Forte Sangallo fino al 20 novembre e organizzata dall’Associazione culturale 00042. E il risultato è davvero sorprendente: le due mostre personali delle artiste, allestite nella sala del camino e delle armi del Forte, fanno da preambolo al progetto comune, un lavoro realizzato a quattro mani ed esposto nella galleria del portico. Qui i collage su carta e tessuto di Benal, ispirati a eventi storico-narrativi del suo paese d’origine, e le composizioni grafiche della Ripandelli, realizzate in monocromia e raffiguranti piante, fortezze e moschee, accompagnano il visitatore in un viaggio inedito alla scoperta dell’anima più profonda di Italia e Turchia.

La loro arte senza confini diventa così un terreno fertile in grado di favorire questo incontro e di abbattere quei muri innalzati troppo spesso dall’indifferenza e dalla paura della diversità. L’esposizione, che ha il patrocinio del Comune di Nettuno, è stata inaugurata l’8 novembre e al taglio del nastro hanno partecipato: Elisabetta Civitan presidente dell’associazione 00042, Andrea Mingiacchi, consigliere comunale di Anzio e ideatore di Shingle22J, la Biennale d’arte contemporanea di Anzio e Nettuno, l’assessore alla pubblica istruzione e alla cultura del Comune di Nettuno Alessandra Biondi, e le due artiste, Giulia Ripandelli e Benal Dikmen, rispettivamente seconda e terza classificata alla V edizione di Shingle22J dedicata al cibo e all’alimentazione. Tra gli altri presenti anche i consiglieri comunali di Nettuno e Anzio, Giacomo Menghini e Maria Teresa Lo Fazio.

“Quello di Benal e di Giulia – spiega la presidente Civitan curatrice delle due personali – è un lavoro originale e innovativo che siamo ben orgogliosi di presentare al pubblico. Siamo convinti che il linguaggio universale dell’arte possa aiutare a scoprire e conoscere meglio la nostra cultura ma anche quella di altri popoli, come quella turca. Per questo con le due artiste vincitrici di Shingle22j abbiamo pensato a due mostre personali che confluiscono in un progetto comune, un lavoro d’arte contemporanea che mette al centro il dialogo e l’apertura tra culture diverse”.

Soddisfatto del lavoro anche Andrea Mingiacchi che aggiunge: “La Biennale Shingle22J ancora una volta ci permette di conoscere artisti nazionali e internazionali di grande spessore, facendoci vivere l’emozione di uno nuovo sbarco all’insegna dell’arte contemporanea, della scoperta e della riflessione”. Un vivo apprezzamento è arrivato anche dall’assessore alla pubblica istruzione e alla cultura di Nettuno Alessandra Biondi che ha definito “l’esposizione un bellissimo evento ed ha ribadito l’importanza di sensibilizzare i giovani anche verso il mondo dell’arte, ricordando il grande patrimonio artistico che l’Italia possiede”.

L’esposizione “Due mostre personali, un progetto comune” è così articolata: nella sala del camino si potranno ammirare i lavori dell’artista romana Ripandelli che utilizza materiali poveri o di recupero, oggetti trovati, dimenticati e abbandonati, ricollocati poi all’interno delle composizioni con rinnovato significato. Ad esempio la serie delle piccole cornici ovali, con le quali sono state realizzate alcune opere esposte al Forte (Chi non arriva, o mare nero, Chi arriva da mare, Lunaria e Guardami), sono state acquistate da un vecchio rigattiere e trasformate in qualcosa di diverso, di nuovo. Diventano frammenti di paesaggi immaginari ‘imprigionati’ nei contorni classici e dorati di piccoli telai, che per l’artista divengono luogo di passaggio tra realtà e finzione, ma anche un tramite tra le differenti dimensioni, perché l’opera spesso può comprendere la superficie esterna alla cornice.

“I miei lavori – ha spiegato l’artista romana – nascono sempre dalla ‘scoperta’ di qualcosa che cattura la mia attenzione… si tratta spesso di materiali e oggetti di scarto, o dimenticati, che per me assumono un significato speciale in quanto portatori di una memoria di vita trascorsa e apparentemente conclusa.” Nel cortile interno del Forte Sangallo è esposto un altro lavoro dell’artista romana dal titolo “Illusione – il pozzo dei desideri”: si tratta di un’opera da esterno che richiama l’idea dell’illusione collegata al matrimonio. In particolare l’idea che la sposa ha del matrimonio come pura illusione di felicità.

La sala delle armi ospita, invece, le opere di Benal Dikmen ispirate ad eventi storico-narrativi e realizzati con la tecnica del collage su tessuto, una pratica metodologica all’insegna della lentezza e della precisione. “Realizzo le mie opere – ha detto l’artista turca – con diverse tecniche, combinando la mia educazione artistica occidentale con elementi derivanti dalle tradizioni artigianali della mia cultura, quali miniature ottomane, tappeti anatolici, ornamenti; inoltre eseguo ricerche su eventi storici, storie e miti antichi per i miei collage”.

Tra i protagonisti della storia che la Dikmen riprende nelle opere esposte c’è Marcantonio Colonna, l’ammiraglio italiano famoso membro della famiglia Colonna, proprietario del Forte Sangallo e noto per la sconfitta inflitta ai turchi nella grande battaglia navale di Lepanto del 1571. In “Battle of Lepanto” l’artista reinterpreta la vittoria delle navi veneziane e spagnole sulla flotta ottomana, avvenuta durante il regno di Selim II. In “Tragic History of Ottoman Princes” sintetizza un drammatico racconto dei primi secoli dell’Impero Ottomano, all’epoca il sultano appena incoronato aveva facoltà di giustiziare i suoi fratelli per evitare qualsiasi conflitto di successione al trono. Ed ancora in “Collaboration/Tragedy of Cem Sultan”, l’artista turca racconta con la sua arte un episodio della vita del principe ottomano Cem, che per sfuggire alla condanna a morte emessa dal fratello, il Sultano Bayezid, cercò rifugio presso i Cavalieri di San Giovanni di Rodi. Il principe fu mandato da Rodi in Italia, e da lì in Francia, dove morì in circostanze misteriose.

Infine nella galleria del portico del Forte Sangallo, il pubblico potrà ammirare il lavoro comune realizzato a quattro mani dalle due artiste che richiamano ognuna il mondo dell’altra. Su un grande pannello nero, ecco alternarsi simboli, bandiere, fortezze e moschee disegnati dalla Dikmen e dalla Ripandelli. In particolare le tavole grafiche della Ripandelli, che rappresentano piante e sezioni di fortezze e moschee, prendono spunto da Antonio da Sangallo il Vecchio, pioniere della “fortificazione alla moderna” e progettista del Forte Sangallo, e da Sinan, architetto dell’Impero Ottomano. Gli elementi architettonici, liberati del loro senso originario, si trasformano in oggetti formali, inseriti in una composizione di linee, spazi vuoti e pieni. A questi, l’artista romana aggiunge testi scritti sulla concezione e sulla funzione strutturale del forte e della moschea, facendo riferimento alla fortezza immaginaria menzionata da Daniele Del Giudice nel suo libro “In questa luce”, oltre ad un articolo sulle moschee, disponibile sul sito web di Khan Academy.

I collages su carta realizzati invece dall’artista turca rappresentano invece figure e simboli pagani riferibili al dio Nettuno e nello stesso tempo ispirati alla religione cristiana. Lavori cartacei assemblati e fatti dialogare da Benal con altre immagini raffiguranti la civiltà ottomana, la società e la cultura islamica, come soldati, bandiere e personaggi noti, simboli di potere e autorità che attraversano i secoli, i continenti e le culture, rompendo ogni confine e dialogando magistralmente con il lavoro della Ripandelli per un “incontro” artistico unico tra l’Italia e la Turchia.

Le mostre si potranno visitare fino al 20 novembre, nei seguenti orari: dalle 9.30-12.30/alle 16.30.19.30. Il Forte è chiuso il lunedì.