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#Varese, ‘Io sono Dio’,’Sono l’angelo della morte’, il delirio prima di uccidere i pazienti

30 novembre 2016 | 09:35
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#Varese, ‘Io sono Dio’,’Sono l’angelo della morte’, il delirio prima di uccidere i pazienti

Un medico e un’infermiera dell’ospedale di Saronno (Varese), amanti, sono stati arrestati con l’accusa di omicidio

Lui è un medico e lei un’infermiera dell’ospedale di Saronno (Varese). Nel suo giuramento di Ippocrate aveva dedicato al propria vita a salvare quella degli altri, invece insieme alla sua amante, la toglieva. Sono stati arrestati con l’accusa di omicidio per alcune morti sospette in corsia e per il presunto omicidio del marito di lei.

Leonardo Cazzaniga, anestesista di 60 anni, è accusato dell’omicidio di 4 anziani pazienti fra il 2012 e il 2013 all’ospedale di Saronno (Varese) dove lavorava e, successivamente, di aver ammazzato con Laura Taroni – infermiera dello stesso reparto arrestata anche lei oggi e ritenuta dalla Procura di Busto Arsizio l’amante del medico – il marito di lei, morto non in ospedale. Per entrambi l’accusa è comunque di omicidio volontario.

Angeli e Demoni

L’operazione è stata denominata ‘Angeli e demoni’. L’accusa sostiene che alle vittime l’anestesista ha somministrato “dosi letali di farmaci per via endovenosa, in sovradosaggio e in rapida successione”. I farmaci usati, spiega nel dettaglio la Procura in una nota, sono “clorpromazina, midazolam, morfina, propofol e promazina”.

L’omicidio del marito dell’infermiera sarebbe avvenuto alla fine di giugno 2013. All’uomo i due arrestati avrebbero somministrato (non in ospedale), “per un lungo periodo, farmaci assolutamente incongrui rispetto alle sue reali condizioni di salute, debilitandolo fino a condurlo alla morte”.

Il protocollo Cazzaniga

L’anestesista “usava riferirsi a un proprio ‘protocollo’ per il trattamento dei malati terminali”. E’ quanto ha ricostruito la Procura di Busto Arsizio nelle lunghe indagini iniziate dopo la denuncia di un’infermiera e che hanno escluso il movente economico: nei delitti che sarebbero avvenuti in ospedale, il medico non avrebbe quindi agito per un tornaconto personale. Le indagini hanno riguardato anche altri casi ritenuti sospetti: al momento quelli contestati sono 4.

Le intercettazioni

In intercettazioni frasi choc – “Ho sentito parlare (…) del protocollo Cazzaniga direttamente da lui nella misura in cui mi è capitato di sentirlo esclamare frasi tipo: a questo paziente applico il mio protocollo…”. A raccontarlo, in un verbale, è uno degli infermieri sentiti dagli investigatori, che ha confermato il nomignolo che veniva attribuito agli interventi dell’anestesista arrestato insieme all’amante infermiera, nell’indagine coordinata dalla Procura di Busto Arsizio (Varese) e che vede al centro della vicenda l’ospedale di Saronno (Varese).

Altri due infermieri, con parole diverse, hanno confermato che “non è un protocollo aziendale, ma consisterebbe nella somministrazione di sedativi e anestetici, singolarmente o in associazione tra loro, decisa da Cazzaniga per provocare la morte dei pazienti con una bassa aspettativa di vita (…) faccio l’angelo della morte – si vantava il medico apertamente in corsia – o anche faccio il mio protocollo”.

Il delirio d’onnnipotenza

“Non sai quanto le nostre menti omicide messe insieme siano così geniali”. E’ una delle frasi pronunciate dal figlio di Laura Taroni, l’infermiera arrestata insieme all’amante, medico ospedaliero, per l’omicidio del marito di lei. L’uomo è in carcere anche per 4 morti sospette avvenute all’ospedale di Saronno. “Tua nonna non è possibile” gli replicava nelle intercettazioni dei carabinieri la madre. “A tua nonna e a tua zia non è semplice… A meno che non gli fai tagliare i fili dei freni a tua zia… Gli tiri l’olio dei freni”. (…)

“Poi c’è tua zia Gabriella… Non sei abbastanza grande per poter… Non sei abbastanza grande!” incalzava la donna al figlio appena undicenne. I due, nelle intercettazioni raccolte nel corso delle indagini coordinate dalla procura di Busto Arsizio, continuano a scambiarsi opinioni su progetti violenti fino a quando la donna aggiunge ancora: “E poi cosa avresti fatto? – rivolgendosi sempre al figlio – Le avresti fatte sparire così? Non è così semplice, sono grosse! L’umido da noi passa solo una volta a settimana (…) non abbiamo più neanche i maiali”. La donna infatti conduceva un’azienda agricola.