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#Regione Lazio, accordo raggiunto tra l’assessore Hausmann e i produttori di latte

1 dicembre 2016 | 07:40
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#Regione Lazio, accordo raggiunto tra l’assessore Hausmann e i produttori di latte

Obiettivo: garantire una concreta promozione, tracciabilità e qualità del latte all’interno del nostro paese

#Regione Lazio, accordo raggiunto tra l’assessore Hausmann e i produttori di latte

Il Faro on line – Raggiunta un’intesa per la trattativa in corso tra la Regione Lazio e i produttori del settore lattiero-caseario, al fine di garantire un’azione concreta per la promozione, la tracciabilità e la qualità del latte prodotto nella Regione. L’accordo firmato dall’Assessore all’agricoltura, caccia e pesca, Carlo Hausmann, prevede il riconoscimento del prezzo del latte alla stalla a 39 centesimi al litro, un incremento di 36 centesimi. Sembra poco, ma è significativo per i produttori , visto che il settore è da tempo in crisi dopo la fine della distribuzione delle quote latte, le aziende che hanno chiuso sono tantissime.

A causa della liberalizzazione delle quote che da una parte inibivano la produzione, ma dall’altra regolamentavano un sistema di compra vendita più o meno in equilibrio, le aziende si sono fortemente indebitate e sovraesposte con le banche, sono moltissime quelle che stanno intaccando il capitale. Ai produttori viene riconosciuto un prezzo al litro che oscilla tra 30 e 36 centesimi e varia secondo la politica regionale, ma spesso viene venduto sotto costo anche a 22 centesimi quando il costo effettivo di produzione è di 48 centesimi. Con le quote non più protette e il libero mercato è conseguenza che il latte italiano pur essendo di qualità perde potere d’acquisto rispetto ad un prodotto meno costoso.

Ma quali sono i “danni” per i consumatori? Tanti, molti sotto varie tipologie. Prima di tutto lo spreco incide sul fattore economico, inoltre del latte importato non c’è tracciabilità alcuna, viene tagliato -come si fa con il vino- con il prodotto italiano, per cui la qualità e la freschezza vengono fortemente inficiate. Considerando il fattore salute oltre che il palato, ci sarebbero delle riflessioni che il consumatore dovrebbe fare prima di acquistare un prodotto di cui si può dubitare.

Le importazioni di cagliate e dei semilavorati provengono dai paesi baltici, arrivano già impacchettati -se importa circa un milione di quintali– vengono utilizzati per fare formaggi e latticini freschi, ma che non hanno nessuna caratteristica del fresco, in quanto questi prodotti vengono rivitalizzati con acqua e un po’ di latte fresco. Ma sulle nostre tavole cosa arriva? Arriva di tutto, fortunatamente abbiamo un buon sistema di controllo. Arriva in tavola ciò che non può essere fresco. Per porre rimedio e tutelare la qualità dei prodotti regionali le aziende hanno proposto una serie di interventi per implementare l’insegnamento di una corretta educazione alimentare, iniziativa che la Regione Lazio vuole sostenere con forza.