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#Fiumicino, esondazione fantasma: #Passoscuro potrebbe essere “libera”. Ecco lo studio

2 dicembre 2016 | 07:44
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#Fiumicino, esondazione fantasma: #Passoscuro potrebbe essere “libera”. Ecco lo studio

De Matteo e Russo D’Auria: “Ripristinando il bacino imbrifero autonomo il vincolo idrogeologico cesserebbe di esistere”

#Fiumicino, esondazione fantasma: #Passoscuro potrebbe essere “libera”. Ecco lo studio

Il Faro on line – Salvo per un breve tratto di circa 400 ml a valle del campeggio, Passoscuro possiederebbe un suo bacino imbrifero autonomo e indipendente sia da quello del Rio Palidoro, che del fosso di Tredenari, che fecero imporre il vincolo dell’esondazione. Ripristinare il bacino imbrifero autonomo, renderebbe molto agevole e poco costoso l’eliminazione del vincolo dell’esondazione su tutta Passoscuro”.
E’ scritto neo su bianco su una relazione a firma di Nicola De Matteo dopo il sopralluogo effettuato insieme al delegato del sindaco per i problemi idraulici, Mario Russo D’Auria. “Credo che aver dimostrato l’esistenza a Passoscuro di un bacino imbrifero autonomo, il che dimostra l’eccesso di zelo con il quale, a seguito dell’alluvione di Sarno, fu imposto il vincolo, che ora sarebbe il caso di rivedere anche per Passoscuro”, afferma Di Matteo.

Difatti, a valle della ferrovia, nella pianura compresa tra l’argine sinistro del Rio Palidoro e quello destro del fosso di Tredenari, alti oltre 2 mt sul livello di campagna, le acque piovane corrono verso il mare, dove la natura sabbiosa del suolo l’assorbe all’istante.
A Nord – est, a partire dal Centro Tredenari, al confine tra le aziende Geneagricola e Maccarese, si forma il fosso delle Pagliete. Un piccolo rigagnolo che corre a valle e, giunto al ponte su viale Maria, corre parallelo, a pochi metri, dal fosso di Tredenari. E, passando a monte del campeggio Marina di Roma vi confluisce a valle. Solo da qui, come sopra detto, il fosso di Tredenari, che vi arriva con una sezione di 6 -7 mt e una portata molto scarsa, corre per gli ultimi 400 mt fino al mare e la sponda destra confina con la borgata di Passoscuro.

Tuttavia, in questo breve tratto, a causa del dragaggio del fosso solo lungo la sponda sinistra, l’alveo del fosso di Tredenari, dai 6 -7 mt degli anni 60 è passato ai 20-30 mt. attuali. E l’argine sinistro verso Maccarese ora è alto 2 mt sul livello di campagna. Mentre l’argine destro verso Passoscuro è rimasto più basso.
Inoltre all’interno dell’alveo sono stati costruiti recinti e fabbricati del tutto abusivi che hanno frenato i detriti, ed ora in quel punto, con il crescere della barra, si è formato un laghetto retrodunale, dove l’acqua ormai ristagna perennemente ed impedisce alla rete meteorica di via Villacidro, largo e via Serramanna, nonché via Norbello e dintorni di defluire correttamente). Ciò a sua volta comporta l’allagamento di dette vie. Inoltre l’acqua piovana penetra nelle rete fognante delle acque nere, intasa la pompe di sollevamento e i liquami fuoriescono in via Sennori, via Desulo e via Ghilarza sud.

A mio modesto avviso, per evitare ogni rischio di esondazione, sarebbe sufficiente aprire un varco nell’argine sinistro del fosso di Tredenari a livello di campagna, sul lato sud – est del campeggio). In modo da creare una cassa di espansione nella macchia mediterranea verso Maccarese, salvaguardando così l’abitato di Passoscuro.
In seguito, con un project finanzing, si potrebbe convogliare il fosso delle Pagliete nel fosso di Tredenari a monte del campeggio, dove già sulla sponda sinistra vi confluiscono le acque di sgrondo dell’impianto di irrigazione provenienti dal Tevere e, giunti a valle del campeggio, sul lato sud – est, realizzare un drizzagno di 3-400 mt., della stessa sezione proveniente da monte, (6 -7 mt), che porti fino all’attuale ponticello. In modo che in un alveo più stretto l’acqua scorre e non ristagna, come avviene oggi.

Nei 2-3 ettari di macchia mediterranea annessi a Passoscuro, una volta colmati gli alvei dismessi, si potrebbero realizzare tante cose. Ma per fare questo occorrono menti elette sotto il profilo politico – progettuale che guardino alle necessità future.
Se la cassa di espansione è valida per il fosso di Tredenari, per il Rio Palidoro questa sortisce l’effetto contrario. Difatti, a partire dal ponte San Carlo, fuori dell’argine sinistro del Rio Palidoro si forma un secondo bacino imbrifero autonomo che, come mostrano le foto aeree del 1944 e successive, è sempre stato indipendente e le acque residue si riversano nel laghetto da pesca ivi esistente. Fino a quando nel 1964 un forte alluvione lo inondò e i pesci dispersi nell’erba non rientrarono più nel laghetto e la valle da Pesca fu chiusa.

Passati oltre 50 anni il livello dell’alveo del Rio Palidoro si era alzato di nuovo e l’acqua all’altezza di via Quartu Sant’Elena, ora a causa di un “passo rovescio” il 29 ottobre 2003 un successivo alluvione inondò di nuovo tutto il comprensorio e l’acqua arrivo fino sul Demanio Marittimo.
Il Cbtar nel 2008 – 2009 ha dragato il Rio Palidoro ed ha alzato gli argini di oltre due mt. sul livello di campagna. Ma a valle del ponte San Carlo, ampliato nel 2006, l’alveo dai sei mt. proveniente da monte è passato a 20 mt.e, fino a 30 mt. alla foce, peggiorando le cose.
Tant’è che le acque provenienti da Palidoro , giunte a valle del ponte San Carlo, si espandono, si abbassano di livello, perdono di velocità e i detriti si sono accumulati sul fondo erboso, dove la vegetazione cresce rigogliosa e in pochi anni l’alveo è tornato di nuovo al livello di campagna.
Nel 2015, dopo un inutile spreco di danaro pubblico, accortosi dell’errore, il Cbtar ha abbassato di nuovo ed ha ristretto il fondo dell’alveo a 6 -7 mt e la cosa sarebbe risolta.

Però, giunti all’altezza della via Quartu Sant’Elena, hanno lasciato aperto un varco nell’argine sinistro, circa un metro sotto il livello di campagna verso Passoscuro. Nell’intento di creare una “cassa di espansione”, che dovrebbe raccogliere le acque in eccesso e poi, passata la piena, queste dovrebbero rientrare nel Rio Palidoro da dove sono entrate.
Ma in questo caso ciò non avviene. Perché il livello di campagna tra via Quartu Sant’Elena, via Stintino e via Dolianova, alle porte di Passoscuro, è più basso del varco e l’acqua vi arriva agevolmente e vi ristagna per mesi interi.
Inoltre l’acqua in eccesso raggiunti gli 80 cm. di altezza, corre verso il mare all’esterno dell’argine sinistro fino al confino con il Demanio Marittimo, per rientrare nel Rio Palidoro a valle dell’argine dove si è formata una voragine che ha riportato alla luce i vecchi gabbioni di pietra .
Basterebbe che l’acqua salisse ancora di 20 – 30 cm. e da via Dolianova l’acqua entrerebbe a Passoscuro fino a via Sanluri, dove vi sono le pompe di sollevamento della rete fognante delle acque nere proveniente anche dall’ospedale Bambino Gesù che, intasandosi, manderebbero in tilt tutta rete fognante.
Per risolvere il problema dell’esondazioe su tutta Passoscuro, a mio modesto avviso, basterebbero veramente poche ore di ruspa e, con quattro soldi, il caso sarebbe risolto.

La soluzione in dieci punti

1°) Aprire un varco nell’argine sinistro del fosso di Tredenari a est del campeggio Marina di Roma;
2° Chiudere il varco in via Quaru Sant’Elena e Passoscuro è salva.
In seguito con un project finanzing:
1) Convogliare le acque del fosso delle Pagliete nel fosso di Tredenari a monte del Campeggio;
2) Colmare l’alveo dismesso del fosso delle Pagliete e realizzarvi un parcheggio e un giardino pubblico;
3)A valle del campeggio, fare un drizzagno largo 6 -7 mt che porti le acque, riunite in un unico fosso, al ponticello su via Ghilarza;
4) A valle del ponticello, imbrigliare il fosso con palancole di ferro fino al mare e dragarlo se si insabbia. Sull’esempio del canale dei pescatori a Ostia;
5) Demolire i manufatti abusivi nell’alveo del fosso nei pressi di via Norbello;
6) Collegare il collettore delle acque piovane di via Norbello fino a valle del ponticello;
7) Colmare l’alveo dismesso del fosso di Tredenari;
8) Realizzare il parco della foce sui 2-3 ettari di macchia mediterranea annessa a Passoscuro;
9) Realizzare una strada che colleghi via Ghilarza a via San Carlo a Palidoro;
10) Realizzare la pista ciclabile che colleghi quella proveniente da Maccarese con via San Carlo a Palidoro, indi seguendo il perimetro della borgata fino a via Stintino, per proseguire per l’ospedale Bambino Gesù e Marina di San Nicola;