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#Civitavecchia: controlli fiscali sugli aeromobili privati

9 dicembre 2016 | 08:00
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#Civitavecchia: controlli fiscali sugli aeromobili privati

L’intero ammontare dovuto per i vari anni d’imposta sottoposti a controllo era di oltre 450 mila euro e di questi ben un terzo (oltre 160.000 euro) non era stato versato

#Civitavecchia: controlli fiscali sugli aeromobili privati

Il Faro on line – Oltre 160.000 euro di imposta erariale sugli aeromobili privati facenti capo a persone e/o societa’ residenti nelle regioni lazio e umbria, sono stati recuperati dalla sezione aerea della guardia di finanza di pratica mare durante tutto il 2016. L’attivita’ ispettiva posta in essere dal reparto operativo aeronavale del comando regionale Lazio della guardia di finanza ha riguardato oltre 50 aeromobili privati per un valore di mercato che supera i 27 milioni di euro. L’azione di servizio e’ stata originata dal costante monitoraggio delle attività’ di volo sugli aeroporti minori e le aviosuperfici anche al fine di garantire la cornice di sicurezza in occasione del giubileo e proseguita attraverso l’identificazione degli aeromobili ed il confronto con i dati forniti dall’Enac e/o delle banche dati dell’amministrazione.

Dall’esame dei dati raccolti sono stati cosi’ individuati i soggetti da sottoporre a controllo, con particolare riguardo agli adempimenti circa il pagamento dell’imposta erariale che grava sugli aeromobili privati. Disciplinata dall’art. 16 del decreto legge nr. 201 del 6 dicembre 2011, tale imposta deve essere infatti corrisposta all’atto della richiesta di rilascio ovvero del rinnovo del certificato di revisione della aeronavigabilità dell’aeromobile, in relazione all’intero periodo di validità del certificato stesso, da quei soggetti che risultano essere proprietari, usufruttuari, acquirenti con patto di riservato dominio ovvero utilizzatori a titolo di locazione finanziaria dell’aeromobile. Sostanzialmente l’intero ammontare dovuto per i vari anni d’imposta sottoposti a controllo era di oltre 450 mila euro e di questi ben un terzo (oltre 160.000 euro) non era stato versato. La quasi totalita’ delle somme non corrisposte sono state spontaneamente versate dai soggetti controllati attraverso l’istituto del ravvedimento operoso evitando cosi’ sanzioni piu’ gravi.