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Intervista a Flavia Tartaglini. L’orgoglio di far parte delle Fiamme Gialle e l’amore per la vela. A cavallo del vento e delle onde

16 dicembre 2016 | 09:57
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Intervista a Flavia Tartaglini. L’orgoglio di far parte delle Fiamme Gialle e l’amore per la vela. A cavallo del vento e delle onde

Sfiorato il podio a Rio, in testa fino alle finali. E quando il vento non c’è? Bisogna crearlo…

Intervista a Flavia Tartaglini. L’orgoglio di far parte delle Fiamme Gialle e l’amore per la vela. A cavallo del vento e delle onde

Il Faro on line – Solcare il mare, a cavallo di un’onda, mentre il vento ti spinge, un po’ più in là. Sin dai tempo antichi, questo è stato uno dei sogni più affascinanti, dell’uomo. Lo realizza oggi, nello sport, una delle più importanti atlete del panorama italiano ed internazionale, che praticano con successo, il windsurf. Lo fa, Flavia Tartaglini. Con la divisa delle Fiamme Gialle cucita addosso e con la passione per la vela. Si lascia trasportare da una speciale emozione, la campionessa del IV Nucleo Atleti, di Gaeta, mentre prova a domare, il mare, le onde e la natura ? Ma, si può ? A chi se lo chiede, arriva la sua risposta precisa. Non è possibile. E’ la natura ad indicare la via all’atleta. Lei, insieme al talento con cui è nata, cerca di governare, l’ambiente, a proprio favore. Esiste un traguardo laggiù, al livello della linea dell’orizzonte e la Tartaglini, con determinazione, pompa l’aria e punta dritto, all’ultimo giro di boa. La vela è una disciplina che sta a contatto con la natura. Con il canottaggio, la canoa ed il nuoto di fondo ad esempio, veste gli abiti del mondo esterno, donando a Flavia, la gioia della pratica. E grazie a questo incessante richiamo, come lei stessa racconta, ha vinto un Mondiale importante nel 2004. E’ stata questa vittoria, ad introdurla nel mondo gialloverde, di cui lei, fa orgogliosamente parte. Sono stati tanti i podi conquistati. Sia in Coppa del Mondo, che nei tornei internazionali di vela, che ogni anno, si organizzano nel circuito della classe Rs:X – W. Quella olimpica. La massima categoria, in cui una tavola, uguale per tutti, serve per accarezzare le onde, assecondando lo stile e l’andamento che l’atleta da. Anche Flavia lo fa e allora, ecco arrivati con grande soddisfazione, tanti successi. Nel 2015, ha ottenuto l’oro nella tappa di Weymouth della Coppa del Mondo, come anche ha fatto, l’anno precedente nella European Cup di Torbole, in casa. La Eurosaf Garda le ha messo al collo, un altro oro, prezioso. Due anni vincenti per Flavia, sono stati sia il 2012 che il 2013. Nel primo caso, come indicato nel palmares delle Fiamme Gialle, la Tartaglini ha ottenuto due primi gradini. Uno, nella World Cup, della Delta Lloyd Regatta, in Olanda e poi, quella cima in classifica finale, del circuito della World Cup Isaf, in Germania. Ha proseguito poi, a mietere ori e successi. Nel 2013, per 4 volte, è salita sul primo gradino. Nella prima e nella seconda prova dell’Eurosaf. Come anche è accaduto, in Italia. Ancora a Riva del Garda. A Palma di Maiorca, nella Princesa Sofia, ha conquistato l’oro, per due volte. Prima della sua partenza per Rio, la Tartaglini è scesa ancora, nelle acque spagnole e ha strappato un argento, in questa competizione. La scorsa estate è volata a Rio, realizzando il sogno di una vita ed inseguito, sin dai primi momenti, in cui ha vestito la divisa gialloverde. Obiettivo dopo obiettivo. Non ci si ferma, mai. Quando se ne raggiunge uno, dichiara Flavia, inevitabilmente, se ne delinea un altro, subito dopo. In questo modo, i campioni fanno. Cercando continuamente di crescere. E allora Flavia ha regatato con costanza in acqua, in Brasile. Per una settimana, ha dominato. Poi purtroppo, lo sport regala anche delle delusioni ed in pochi minuti, è sfumato un podio, tanto inseguito. Ma cosa resta di Rio? La gioia di aver partecipato ad una prima Olimpiade e poi, di aver dimostrato, fino al giorno delle finali, il proprio valore. Ha parlato per lei, il suo stile nel windsurf e tutto il mondo, se n’è accorto. Al Comando Generale della Guardia di Finanza, è stata celebrata Flavia, insieme a tutta la delegazione gialloverde. Nello scorso mese di settembre, la Tartaglini è stata applaudita dal suo mondo Fiamme Gialle, anche se a Rio, non è salita sul podio. La sua carriera sportiva parla da sé e lo farà ancora. Racconta allora Flavia, ai lettori de Il Faro on line, le sue impressioni di Rio e quelle caratteristiche della vela e del windsurf, che l’hanno fatta innamorare di uno sport, a cavallo delle onde e del vento. Tanta energia e bellezza, sulla tavola e tanta forza anche, da impiegare per indirizzare la vela, dove il vento indica, oppure dove il cuore stesso di Flavia, lo fa, mentre in lontananza, nasce il suo traguardo, tra i flutti.

Cara Flavia, portiamo all’attenzione dei molti sportivi, la tua disciplina. Quali sono le sue caratteristiche? Perché tu stessa, hai scelto di praticarla?

“L’Rsx, la classe olimpica del windsurf, è un bellissimo compromesso tra adrenalina, divertimento e duro lavoro. La possibilità di regatare in tutte le condizioni, la rende una tavola anche molto fisica. Con poco vento, bisogna crearlo pompando con le braccia e si trasforma quasi in una gara di canottaggio….però, bisogna riuscire sempre a capire, quale strategia avere con le avversarie ed anche rispetto al vento, quindi nonostante la frequenza cardiaca sia alta, è necessario mantenere la mente lucida e avere un’eccellente tecnica nelle manovre e nella conduzione della tavola. Questi sono i motivi per cui l’ho scelta, perché al divertimento unisco il duro lavoro e la possibilità di fare la differenza, solo con le proprie forze e non con il mezzo, perché la tavola olimpica è monacasse, quindi uguale per tutti”.

 Quali sono stati i titoli più importanti vinti, in carriera, sino ad oggi?

Il primo risultato che mi ha permesso di entrare a far parte del gruppo sportivo delle Fiamme Gialle, di cui faccio orgogliosamente parte, è la vittoria del Mondiale Giovanile nel 2004. Da lì, ho iniziato la mia avventura olimpica, che si è conclusa con la qualifica, la scorsa estate, per i Giochi Olimpici di Rio, dove ho concluso, al sesto posto. Ho vinto nel 2012 la Coppa del Mondo assoluta e ho proseguito, ad ottenere numerosi podi, all’interno del suo circuito. Sono arrivata prima in Inghilterra l’anno scorso, come anche ho fatto quest’anno a Palma de Mallorca, nella tappa di Coppa Europa. I miei migliori risultati ai Mondiali assoluti, sono stati due sesti posti. Uno a Santander, nel 2014 e l’altro a Cadiz, due anni prima.

Hai partecipato alle tue prime Olimpiadi. Quali sono state le tue sensazioni? Come sono andate le tue gare?

“Dopo 12 anni di duro lavoro, ho coronato il mio sogno: partecipare ad un’Olimpiade. Ovviamente, quando sei un’atleta e raggiungi un obbiettivo, te ne poni subito dopo, un altro. Quindi, non mi bastava più solo partecipare…. . Una volta centrata la selezione, ho iniziato a sognare di poter arrivare in alto e quindi ho dato tutta me stessa nell’avvicinamento alla gara, sono arrivata ad un soffio dal podio, è stata forse la settimana più bella e allo stesso tempo, crudele della mia vita. Sono stata in testa per tutta la settimana e l’ultimo giorno per la prima volta in 4 anni, mi sono trovata a scendere in acqua nella gara di finale, che vale doppio punteggio. Ero prima … in classifica, a rincorrermi per la medaglia c’erano 7 atlete e purtroppo in 15 minuti, ho visto sfumare il mio sogno”.

Nello scorso mese di settembre, al Comando Generale della Guardia di Finanza di Roma, eri insieme a tutti i convocati e medagliati olimpici. Quali sono state le tue impressioni ?

Ho provato orgoglio, per aver fatto parte della rappresentativa azzurra. Ho provato amarezza e sana “invidia”, guardando i medagliati sul palco, per non aver ottenuto quello che avevo sognato e quasi toccato con la punta delle dita. Ho sentito una  profonda ammirazione per gli atleti, che invece erano là a raccontarci delle loro medaglie e vittorie”.

Cosa significa per te, essere un atleta del Gruppo Sportivo delle Fiamme Gialle ?

“Far parte di una famiglia come quella delle Fiamme Gialle mi rende orgogliosa, e mi da una spinta a fare ancora di più perché hai il privilegio di poter fare quello che più ami e aver un supporto. Vedere altri atleti che lavorano duramente in altre discipline è un’enorme spinta e stimolo”.

Alessandra Giorgi