#Fiumicino, prove antisismiche a scuola, un alunno finisce in ospedale. Polemica per i soccorsi

18 dicembre 2016 | 08:01
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#Fiumicino, prove antisismiche a scuola, un alunno finisce in ospedale. Polemica per i soccorsi

L’episodio alla scuola Giovan Battista Grassi. Protagonista un bambino di 9 anni. Un’ora e mezza dalla chiamata all’arrivo in ospedale.

#Fiumicino, prove antisismiche a scuola, un alunno finisce in ospedale. Polemica per i soccorsi

Il Faro on line – L’episodio è accaduto il 15 dicembre 2016 presso la scuola Giovanni Battista Grassi in via del Serbatoio a Fiumicino, ma solo adesso se ne è avuta notizia. Un fatto grave che si inserisce nella polemica sui presidi sanitari a Fiumicino e innesca una serie di polemiche per quello che i genitori definiscono il “mancato tempestivo intervento”, e per il quale è stata inviata una lettera al Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, al Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, al Direttore Sanitario Asl RmD dott.ssa Maria Grazia Budroni e al Sindaco di Fiumicino Esterino Montino, alla quale segue una denuncia formale.

I fatti

Verso le ore 10 circa del mattino sono state eseguite le procedure di emergenza antisismiche all’interno delle classi, coinvolgendo i bambini in una simulazione che li ha visti accovacciarsi sotto i relativi banchi. “Durante questa simulazione – spiegano i genitori – nostro figlio di 9 anni ha sbattuto accidentalmente al banco procurandosi un trauma toracico all’altezza del fianco destro (come poi riportato nel referto ospedaliero). Al momento dell’incidente, il dolore del bambino e l’accaduto in sé sono stati sottovalutati, non sembrava nulla di straordinario, ma durante l’ora di ginnastica alle 12 circa, il dolore si è poi acutizzato durante la lezione intensificandosi a tal punto che le maestre hanno ritenuto opportuno far sdraiare il bambino perché manifestava forti dolori al petto durante la respirazione e cenni di svenimento.

Le telefonate

La scuola ha chiamato il 118 alle ore 13.15 come risulta dalle chiamate inviate dalla segreteria e subito dopo hanno chiamato la mamma. L’ambulanza del 118, partita dall’ospedale Grassi di Ostia distante dalla scuola di Fiumicino circa 9 km, è arrivata davanti l’istituto scolastico alle ore 14.05, ben 50 minuti dopo la prima chiamata, a seguito della quale ne sono state fatte altre 2, una seconda chiamata dalla scuola 15 minuti dopo la prima e una dalla stessa mamma mentre correva in auto da Roma, città in cui lavora.

Il personale medico ha trasportato il piccolo all’ospedale Bambino Gesù di Palidoro, frazione vicino Fiumicino distante circa 33 Km dalla scuola, giungendo alle 14.45, circa 1 ora e 15 minuti dalla prima chiamata al 118, perché a detta del personale medico andare all’ospedale Grassi di Ostia distante 20 Km di meno dell’altro sarebbe stato inopportuno visto il caos di pazienti che vi si trovava.

Il racconto

Fortunatamente per mio figlio – racconta il papà – si è trattato di un trauma toracico di moderata entità risolvibile con antidolorifici e qualche giorno di prognosi, per noi solo un brutto spavento, ma a questo punto ci chiediamo: se il malessere fosse stato di natura cardiaca o neurologica, d’altronde al momento della chiamata al 118 le condizioni del bambino potevano paventare scenari clinici anche più gravi perché presentava dolori al petto, stato confusionale e cenni di svenimento, in questo quadro clinico apparente l’intervento dei medici dopo 50 minuti sarebbe risultato a dir poco inutile perché fuori dal tempo massimo di pronto soccorso per tali casi, lasciando a noi genitori un presente inimmaginabile.

Le domande

Come è possibile che non sia presente un personale preparato per un pronto intervento all’interno delle nostre scuole che possa garantire un primo soccorso e una conseguente constatazione dello stato clinico di un bambino in modo anche da poter indirizzare e/o rassicurare i genitori sullo stato di salute dei propri figli?
Alla luce di questo accaduto, come possiamo noi genitori sentirci tranquilli se i nostri figli all’interno delle scuole rischiano di non essere assistiti nel modo corretto in caso di malessere ma soprattutto se ci vogliono 50 interminabili minuti perché un’ambulanza arrivi da un ospedale distante nemmeno 10 Km e 1 ora e 15 minuti per raggiungerne un altro distante 33 km?

La lettera

“Scriviamo questa lettera – concludono i genitori nella missiva inviata alle autorità – frutto di una indignazione e poniamo queste domande anche e soprattutto per senso civico, perché se domani dovesse accadere di nuovo, come ovviamente non ci auguriamo per noi e per nessuno, non vorremmo certo affidare alla cronaca televisiva la vita dei nostri figli per un nuovo e desolante caso di malasanità.

Riteniamo che in un comune con circa 70 mila abitanti come quello di Fiumicino in cui risiediamo, non sia accettabile che questi episodi accadano, ma soprattutto che una realtà così estesa e densamente popolata non sia dotata di un pronto soccorso e perché no anche di un ospedale. Consapevoli che le competenze a riguardo sono regionali e non dei comuni, pensiamo comunque che di fronte alla salute delle persone e ancor di più per quella dei nostri figli, le responsabilità in questi casi siano da attribuire a tutti, nessuno escluso”.