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#Istanbul, il racconto dei sopravvissuti alla strage, ‘calpestavamo la gente per salvarci’

2 gennaio 2017 | 09:05
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#Istanbul, il racconto dei sopravvissuti alla strage, ‘calpestavamo la gente per salvarci’

Prima gli spari, poi il fumo e il panico tra le persone che sono scappate mentre il killer scaricava raffiche di kalashnikov.

Istanbul, il racconto dei sopravvissuti alla strage, ‘calpestavamo la gente per salvarci’

Il Faro on line – Prima gli spari, poi il fumo e il panico tra le persone che sono scappate calpestando gente insanguinata a terra, mentre il killer scaricava sulla folla raffiche impazzite di colpi dal suo kalashnikov. Così alcuni testimoni hanno raccontato la notte di terrore al ‘Reina’ club di Istanbul dove un uomo, al grido di ‘Allah Akbar’, ha aperto il fuoco all’impazzata contro la gente uccidendo 39 persone e ferendone almeno una settantina. Le autorità turche sostengono che abbia agito da solo, ma diversi sopravvissuti raccontano di aver visto più di un attentatore.

Era appena passata la mezzanotte e il locale che si affaccia sul Bosforo, frequentato anche da ospiti stranieri, era in pieno fermento con centinaia di persone a festeggiare il Capodanno.

Tra loro anche Sefa Boydas, centrocampista del Beylerbeyi, che ha descritto gli attimi di panico e la fuga in massa dal locale quando si sono sentiti gli spari. “Eravamo entrati da appena 10 minuti quando abbiamo sentito colpi di un’arma da fuoco e visto il fumo all’entrata del locale. Da lì è iniziato il panico. Alcune ragazze sono svenute”, ha raccontato il calciatore alla France Presse. “Per fuggire, molte persone hanno calpestato gente che era a terra”, ha proseguito il 21enne che era nel locale con la fidanzata. “A un certo punto ho preso la mia ragazza sulle spalle e sono fuggito”.

Anche se l’attentatore ha urlato qualcosa era impossibile da decifrare per via delle urla di paura che coprivano tutto”, ha aggiunto. Altri testimoni raccontano di chi, per scappare, si è gettato nelle acque gelide del Bosforo ed è stata salvato poco dopo dalla polizia, mentre altri hanno finto di essere morti per non essere presi di mira dal killer.

“Prima di capire quello che stava succedendo, mio marito mi è crollato addosso dopo essere stato ferito“, ha raccontato un’altra testimone, Sinem Uyanik, davanti al Sisli Hospital di Istanbul. “E’ stato terribile. Ho dovuto alzare diversi cadaveri per mettermi in salvo”. Il marito della donna è tra i feriti, ma le sue condizioni non sarebbero gravi.

Ismail Celebi, un testimone che si trovava dall’altro lato della strada dal luogo del locale, ha raccontato di aver visto gente fuggire dal ‘Reina’ “calpestando altri che nel panico erano caduti a terra”, dopo aver sentito gli spari. “Da quel poco che ho potuto vedere, le persone che fuggivano avevano delle ferite profonde sul corpo, molti erano insanguinati. E’ incredibile che quello che è successo sia avvenuto in un locale noto come il ‘Reina’”, ha detto.

“Mia sorella era dentro il locale”, ha raccontato una donna, in ansia da ore dopo la strage perché non ha più ricevuto notizie. “Mi ha telefonato dicendo che si trovava all’interno del club e che ha sentito gli spari. Poi più nulla. Non riesco a mettermi in contatto con lei da allora”.