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L’odissea del #pendolari, da nord a sud più scendi meno treni trovi

25 gennaio 2017 | 10:46
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L’odissea del #pendolari, da nord a sud più scendi meno treni trovi

Rapporto di Legambiente: è colpa dei gravi errori nella politica sui trasporti.

L’odissea del #pendolari, da nord a sud più scendi meno treni trovi

Il Faro on line – Ogni giorno in Italia quasi 5,5 milioni di persone si spostano in treno e metro per lavoro o studio, ma la vita del pendolare non è uguale per tutti. A ribadirlo è il rapporto sul trasporto ferroviario in Italia ‘Pendolaria 2016’ di Legambiente, presentato a Palermo, da cui emerge che ogni giorno in tutto il Sud circolano meno treni che nella sola Lombardia (dal 2010 al Sud i treni sono diminuiti del 21,9%) e sono pure più vecchi e più lenti; per l’alta velocità aumentano servizio (dal 2007 +394% sulla Roma-Milano) e passeggeri (+6% nel 2016, dopo il +7 del 2014 e 2015) mentre su 1.532 km di linee ferroviarie non esiste alcun servizio passeggeri e 412 km di rete ordinaria risulta “sospesa” per inagibilità dell’infrastruttura.

Per Legambiente la colpa è “in alcuni gravi errori compiuti in questi anni nelle politiche dei trasporti”: dal trasferimento dei poteri sul servizio ferroviario locale alle Regioni senza indirizzi e controlli al taglio delle risorse da parte dello Stato per far circolare i treni regionali (tra il 2009 e il 2016 del 19,1%) alla spesa che in media per i pendolari non arriva allo 0,29% dei bilanci delle Regioni, ma nel Lazio, in Sicilia, Veneto, Puglia siamo sotto questa cifra.

Infine, si è investito e si continua a investire su strade e autostrade, alta velocità ferroviaria relegando le risorse residue agli interventi nelle città e per potenziare le linee al Sud. Nel 2016 i pendolari sono aumentati: 2 milioni e 832mila sono quelli ferroviari (+0,7%) e 2 milioni e 655mila quelli metropolitani (+0,6%); per Legambiente la sfida è arrivare a 10 milioni nel 2030. Viaggiano invece in 160mila sulle Frecce, 25mila su Italo, 40mila su Intercity.

Il pendolarismo cresce dove il servizio non è stato tagliato e si è investito nell’acquisto di nuovi treni, come in Lombardia (+1,3%), Emilia-Romagna (+3%) Alto Adige (dove sulle linee riqualificate con treni nuovi sono triplicati, da 11.000 nel 2011 a quasi 32.000); la domanda continua a calare, invece, dove dal 2010 sono stati tagliati i servizi (in Calabria -26,4% treni e -31% passeggeri, in Campania -15,1% e -40,3%, in Piemonte -8,4% e -9,5%) e nelle città dove il servizio è scadente, con sempre meno treni e sempre più vecchi come a Napoli sulla Circumvesuviana (le corse sono state ridotte del 30% dal 2010) o sulla Roma-Ostia Lido.

Risultati positivi emergono dove si è puntato sul ferro, afferma Legambiente secondo cui la sfida del trasporto ferroviario si gioca al Sud e nelle città ma mancano progetti e risorse. Nelle principali aree metropolitane vivono 25 milioni di persone ed è lì che continuerà a concentrarsi questa crescita di domanda di servizio.