Raccolta rifiuti a #Fiumicino: viaggio nel pattume

30 gennaio 2017 | 08:05
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Raccolta rifiuti a #Fiumicino: viaggio nel pattume
Raccolta rifiuti a #Fiumicino: viaggio nel pattume
Raccolta rifiuti a #Fiumicino: viaggio nel pattume
Raccolta rifiuti a #Fiumicino: viaggio nel pattume

Cosa accade e dove finisce la nostra immondizia. Controllo del territorio, va un po’ meglio però…

Raccolta rifiuti a #Fiumicino: viaggio nel pattume

Il Faro on line – Spazzatura, immondizia, rifiuti: chiamatela come volete, tanto la sostanza non cambia. Il nome usato servirà sempre ad indicare ciò che scartiamo quando non ci serve più, quando è vecchio inutile o inutilizzabile. Si apre un secchio e, oplà, il gioco è fatto. Ultimamente – è vero – le regole della partita sono cambiate, il gioco si è fatto più difficile: bisogna separare, differenziare e per un qualche settimana il tormentone in ogni famiglia è stato “…e questo, dove lo butto?”. Una normale fase di rodaggio e, dopo qualche settimana, tutti hanno finito col riprendere la normale routine. Ciascuno, nel suo piccolo ha trovato strategie e soluzioni per adattarsi a questa nuova gestione.
Ma sul serio è tutto così facile? Davvero tutto finisce quando buttiamo una lattina nel bidone giallo? Chiuso il secchio, fine del problema?

In realtà quando mettiamo fuori dalla porta il nostro mastello colorato, comincia tutto un percorso che innesca una serie di effetti a catena sull’ambiente, sulla nostra salute e sulle nostre tasche.
Parlare di rifiuti, infatti, è molto più complesso di quello che sembra, e per farlo seriamente abbiamo interpellato Marcello Giuliacci, un cittadino che da tempo si sta interessando alla questione. Ben noto al pubblico dei social media, Giuliacci non ama definirsi esperto, ma sicuramente è ben informato sull’argomento. Attivista della strategia Rifiuti Zero ha partecipato al Comitato Rifiuti Zero Fiumicino dalla fondazione allo scioglimento e ora gestisce il blog “Osservatorio rifiuti a Fiumicino”.

“L’argomento è vasto – spiega Giuliacci – impatta problemi ambientali e sanitari, costi, decoro, equità fiscale, ed altro. Per farci subito un’idea di quanto sia importante la questione basta ricordare che quando si parla di rifiuti a Fiumicino, stiamo parlando della prima voce di spesa del nostro comune dopo i costi del personale: un’uscita che si aggira intorno ai 16,2 milioni di euro per il 2015, cifra in calo nel 2016 grazie al completamento del piano di raccolta differenziata, esteso al 100% del territorio. Un costo rilevante quindi che noi cittadini paghiamo interamente con la Tari”.

E alla Tari sono connessi, sia il problema dell’evasione sia quello dell’abbandono dei rifiuti: è facile costatare, infatti, come l’entrata a regime della raccolta porta a porta e il conseguente ritiro dei cassonetti dalle strade, abbia avuto come diretta conseguenza l’aumento del fenomeno delle discariche abusive, sia da parte di coloro che pensano di poter eludere il pagamento della tassa, sia da parte di quelli che, pur pagandola, si rifiutano di rispettare le regole e di fare la differenziata. Ma su entrambi i fronti si stanno registrando i primi risultati delle azioni intraprese in merito da questa Amministrazione.

Sono oltre 4000 i nuclei familiari evasori individuati – continua Giuliacci – ma questa percentuale di evasione rispetto al totale delle posizioni paganti è comunque ampiamente ancora sotto la media nazionale. Si calcola, infatti, che l’avvio della raccolta differenziata faccia emergere circa il 20-22% di sommerso. Ciò significa che c’è almeno un 10% di evasione che ancora oggi la fa franca. Anche il fenomeno delle discariche abusive è in diminuzione, ma i controlli sul territorio sono ancora insufficienti, e, se da una lato fioccano le multe e si segnano le prime vittorie, dall’altro la mancanza di guardie ambientali e di foto-trappole mobili rallenta la risoluzione definitiva del problema”.

Ma c’è ancora un altro fattore da tenere in considerazione, ed è l’anomalo calo dei rifiuti che si sta registrando anno dopo anno sul territorio.
“Dal 2013 ad oggi, ogni anno, a Fiumicino si producono migliaia di tonnellate di rifiuti in meno. Una riduzione spontanea nella produzione dei rifiuti all’avvio della differenziata è un dato acquisito e misurato nelle statistiche nazionali intorno al 4% annuo, ma qui parliamo di percentuali ben più significative.
Ad esempio dai dati 2016, seppur incompleti, sembrerebbe che si sia perso per strada circa il 12% dei rifiuti prodotti nel 2015, per cui passiamo dalle circa 41.000 tonnellate prodotte nel 2015 alle 36.000 del 2016 e tale fenomeno è costante, anche se con percentuali diverse, dal 2013 in poi. Sembra proprio che all’avvio della raccolta differenziata in alcune specifiche località ci sia una parte di rifiuti che «emigra» altrove. E’ un dato importante questo, che andrebbe approfondito, anche perché se tutti questi rifiuti vanno ad esempio a Roma – ed io penso sia così – poi come facciamo a lamentarci se Roma ci porta i suoi?”.

Un blog per informarsi e monitorare ciò che accade.

Guardando… da un Osservatorio

Rifiuti, ma non solo. Anche inceneritori, biogas, compostaggio domestico e – ovviamente – tutela ambientale: sono molte le tematiche affrontate sul blog “Osservatorio Rifiuti a Fiumicino”, perché gli aspetti relativi alla gestione della ‘spazzatura’, non riguardano solo il corretto smaltimento dei rifiuti, ma arrivano a toccare anche la nostra salute e quella dell’ambiente che ci circonda. Per questo è giusto informarsi. Per questo è giusto attivarsi. Perché la qualità della nostra vita non dipende esclusivamente da quello che facciamo all’interno delle mura di casa, ogni volta che separiamo l’umido dal secco, il cartone dalla plastica. Occorre fare un passo in avanti e cominciare a pensare che un ciclo virtuoso dei rifiuti parte dalla riduzione a monte degli scarti e passa attraverso una raccolta differenziata di qualità, per finire con il riuso della materia. Occorre comprendere che gli impianti di riciclo dei rifiuti, dell’umido e del secco, devono essere pensati per poter convivere con i cittadini senza mettere a rischio salute, ambiente e stili di vita. Bisogna imparare ad accettare il fatto che i rifiuti siano gestiti il più vicino possibile al punto di produzione degli stessi, per ridurre i costi del trasporto, ma soprattutto i suoi effetti inquinanti. Perché un “buon rifiuto” è anche un rifiuto a km zero. Occorre, infine, informarsi e capire che il binomio rifiuti-energia è un assurdo, perché si tratta di problematiche completamente diverse: inceneritori e biogas non possono rappresentare la soluzione, ma possono trasformarsi – questo è certo – in ulteriori problemi. Si tratta di fare uno sforzo in più, di guardare oltre la soglia di casa nostra e di vedere quel piccolo gesto quotidiano in una prospettiva più globale, più complessa forse, ma anche più vera. E’ ora di cambiare punto di vista.