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Defunti, il rispetto prima delle norme

16 febbraio 2017 | 08:05
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Defunti, il rispetto prima delle norme

Lettera aperta all’assessore Calicchio dopo il caso della salma “parcheggiata”

Defunti, il rispetto prima delle norme

Il Faro on line – Strascico polemico sulla storia della salma lasciata giorni al cimitero prima di essere tumulata. Dopo la segnalazione dei familiari e la risposta dell’assessore, arriva la controreplica, che scende più nel dettaglio di cosa sia accaduto.

“Abbiamo parlato – è scritto in una lettera aperta – dell’assurdità del dover seppellire una persona una settimana dopo il decesso non per motivi di forza maggiore, ma per la chiusura prima degli uffici comunali, poi del cimitero stesso (quello di Palidoro) e, ciliegina sulla torta, per la mancanza di personale, come se la morte fosse un evento così imprevisto da potersi lasciar cogliere di sorpresa.

Il nostro è stato uno sfogo, non ci aspettavamo certo che qualcuno venisse a chiederci scusa, ma non ci aspettavamo nemmeno che l’assessore Paolo Calicchio, sentitosi colpito su quello che evidentemente è un nervo scoperto, rispondesse in modo tanto piccato. La risposta dell’assessore, replica punto per punto le nostre considerazioni.

Con questa lettera non vogliamo cominciare un inutile braccio di ferro, ma vogliamo a nostra volta rispondere punto su punto a quanto affermato dall’assessore, poiché nella sua lettera ci sono delle palesi incongruenze.

L’assessore dice che non esiste un obbligo normativo che imponga di seppellire il defunto nel giorno stesso del decesso: vero, ma esiste un obbligo morale, civico e umano, quanto meno da parte delle istituzioni che lui rappresenta. Inoltre, perché non intervenire sulla normativa, onde scongiurare il ripetersi di eventi simili? Rifletta signor Calicchio, si metta nei nostri panni e provi a rileggere la sua lettera.

L’assessore parla di una mail “equivoca” inviata dall’agenzia funebre il giorno 6 febbraio agli uffici comunali, mail in cui si diceva che l’8 ci sarebbero stati i funerali. Non sappiamo per quale motivo l’assessore reputi la mail “equivoca”, forse perché, a seguito di un errore di battitura, la data in fondo alla mail è errata. Ad ogni modo, secondo noi è una mail chiarissima e, caro Calicchio, glielo vogliamo dimostrare davanti a tutti

L’assessore afferma che la comunicazione da parte del comune che l’inumazione sarebbe avvenuta il 10 (salvo imprevisti atmosferici come la pioggia) è giunta all’agenzia funebre in modo “tempestivo”, precisamente alle 16.15 del martedi. Pertanto, Poche ore prima del funerale, previsto per il giorno dopo (mercoledi), alle ore 10. Questo sarebbe il modo tempestivo? Mistero. Ma l’assessore si rende conto di cosa significa per le famiglie che stanno vivendo un lutto, poter tumulare il proprio caro due giorni dopo il funerale? Si rende conto dello stress emotivo e psicologico che le famiglie sono costrette a subire? Noi l’abbiamo provato… è come affrontare due funerali. È qualcosa di veramente terribile, irrispettoso verso il proprio caro defunto e verso il dolore delle famiglie. Un dolore nel dolore!

L’assessore parla di un’accoglienza “solenne” riservata alla bara, nonostante la mancata inumazione. Se “accoglienza solenne” significa essere parcheggiati in una cappella 2×3 insieme a un’altra bara che ha vissuto lo stesso incubo, senza una parola di spiegazione, senza la minima volontà di spiegarci cosa stesse accadendo, ci vengono i brividi al pensiero di cosa sarebbe potuto accadere se ci avessero preso a calci in culo. Non si può “ottimizzare” il lavoro sulla pelle dei defunti e delle famiglie, non si può adottare per le sepolture lo stesso metodo che si usa per la raccolta differenziata (2 volte a settimana)!

L’assessore si sofferma poi su aspetti tecnici: sarebbe potuto venire il giorno dopo al cimitero e rendersi conto che invece dei 5 operatori più il custode da lui previsti, erano presenti solo 3 operatori della cooperativa sociale «Il Faro», più il custode. Anche un bambino capirebbe che è difficile calare una bara in una fossa in 3 persone.
In effetti – conclude la lettera aperta seguita da tantissime firme – hanno rischiato di capovolgerla e, per portare a termine il lavoro, sono dovuti salire sulle tombe vicine e se non ci fosse stato il custode, probabilmente non avrebbero saputo che pesci prendere, tanto erano inesperti”.