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Impianto di compostaggio Ama a #Maccarese, Giuliacci: “Raddoppio, ecco perché no”

16 febbraio 2017 | 08:05
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Impianto di compostaggio Ama a #Maccarese, Giuliacci: “Raddoppio, ecco perché no”

Punto per punto tutto ciò che non va. Canali, inquinamento, storia: troppi problemi

Impianto di compostaggio Ama a #Maccarese, Giuliacci: “Raddoppio, ecco perché no”

Il Faro on line – Marcello Giuliacci, attivista ambientale, ha fatto una ragionata analisi riprendendo le osservazioni alla CdS elaborate dal Comitato Rifiuti Zero contro il mega impianto di compostaggio che Ama voleva localizzare a Maccarese. Ne viene fuori un elaborato dettagliato, che spiega non sull’onda dell’emozione, ma con dati di fatto il perché ci sia un’opposizione ferma al progetto.

“A circa 200 mt il Prg prevede l’attuazione di due interventi: il n. 3 della zone D1b e il n. 3 della zona C3a, rispettivamente destinati a zona artigianale e a zona residenziale, entrambi localizzati lungo Via della Muratella Nuova; gli elaborati del piano di lottizzazione della zona C3a, approvati con deliberazione della Giunta Comunale, prevedono una zona destinata a servizi pubblici scolastici; il Prg nelle aree immediatamente adiacenti ai due interventi prevede una zona a verde pubblico: “parco di interesse locale”; è il caso di sottolineare che le scuole, soprattutto, ma anche i parchi rientrano tra i ricettori sensibili da tutelare con particolare attenzione; inoltre, quanto sopra fa capire che l’Amministrazione in tale area non ha mai previsto la localizzazione di importanti impianti industriali”.

Il Prg, frutto di atti amministrativi, non può essere invalidato dalla volontà di raddoppiare l’impianto in Via dell’Olmazzeto, e non è pensabile mettere una scuola oppure un parco a così poca distanza di un impianto di questo tipo; l’assetto del territorio è esclusiva competenza dell’Amministrazione comunale e non può essere variato per le esclusive esigenze di soggetti privati, per di più provenienti da fuori comune.
L’area è tutelata anche dal Piano Territoriale Paesistico Regionale adottato con Dgr n.556 del 25/07/2007 e N.1025 del 21/12/2007 pubblicato sul Burl n.6 del 14.02.2008 quale Paesaggio Naturale Agrario con fascia di rispetto delle coste lacuali; le Norme Tecniche di Attuazione del Ptpr all’art. 22 stabiliscono che la tutela nelle zone classificate quali “paesaggio naturale agrario” è volta alla conservazione integrale degli inquadramenti paesistici mediante l’inibizione di iniziative di trasformazione territoriale e alla conservazione dei modi d’uso agricoli tradizionali. Tra le componenti del paesaggio e gli elementi da tutelare individua le aree agricole ricadenti nelle aree naturali protette, esattamente come è quella di cui stiamo trattando”.

Gli obiettivi della tutela sono: a) il mantenimento delle caratteristiche degli elementi costitutivi e delle morfologie del paesaggio naturale agrario; b) la riqualificazione e il recupero dei caratteri naturali propri; c) la tutela dei beni del patrimonio naturale e culturale; d) la conservazione degli insiemi paesaggistici connettivi delle grandi valli fluviali e delle maremme tirreniche e) il recupero e il ripristino ambientale degli ambiti parzialmente compromessi. Vengono riconosciuti quali fattori di rischio ed elementi di vulnerabilità del paesaggio: a) la modificazione della compagine vegetale o morfologia; b) le modificazioni dell’assetto fondiario, agricolo e colturale; c) le modificazioni dei caratteri strutturanti il territorio agricolo; d) l’interruzione di processi ecologici e ambientali; e) i fenomeni di intrusioni e di riduzione del suolo a causa di riconversione di aree libere verdi ai fini insediativi; f) l’eccessivo uso del bene dovuto a turismo di massa”.

“Lo stesso articolo 22 delle Norme Tecniche di Attuazione del Ptpr, dichiara non compatibile con il “paesaggio naturale agrario” la realizzazione di impianti per la produzione di energia aerali con grande impatto territoriale (centrali idro-termoelettriche, impianti di termovalorizzazione, impianti fotovoltaici) nonché quella di impianti per la produzione di energia rinnovabile di tipo aerale o verticale con minimo impatto; in quest’ultimo caso sono consentiti i soli impianti di pertinenza di edifici esistenti se con questi integrati nel rispetto delle tipologie edilizie.
Si sottolinea che le previsioni del Ptpr sono vincolanti laddove sulle aree assoggettate a tutela paesaggistica insistano altri vincoli, e quindi sull’area di progetto, che essendo ricompresa all’interno della Riserva è vincolata dal D.Lgs 42/2004, art. 142, lettera f). Non si intravvede come possa essere ritenuto compatibile con tale livello di tutela il raddoppio dell’impianto. L’area è sottoposta a vincoli paesistici (ex L.431/85 art 1, lettere b) e c) rappresentati dalla fascia di rispetto dei laghi e dei corsi d’acqua ora D. Lgs.42/2004 art. 142 lett. b) e c), nonché, come sopra rammentato, lettera f), aree ricomprese in aree naturali protette.

“Trattasi di area tutelata dal Piano Territoriale Provinciale Generale che, in quanto area naturale protetta di interesse nazionale, la inserisce tra le componenti primarie della Rete Ecologica Provinciale quale area “buffer”: serbatoio di area vasta in prevalenza a contatto con aree caratterizzate dal presenza di flora, fauna e vegetazione di notevole interesse biogeografico e conservazionistico; l’art. 28 delle Nta del Ptpg nelle aree “buffer” consente solo interventi di riqualificazione/recupero ambientale e di qualificazione e valorizzazione. In particolare, per quanto attiene agli usi compatibili ed in riferimento alle aree di connessione primaria ed alle componenti secondarie della rete ecologica provinciale, occorre: a) conservare le attività agricole idonee (bioagricoltura, vivaismo, agriturismo, ecc.) e la presenza antropica nelle aree di interesse paesaggistico-ambientale marginali agli ecosistemi; b) favorire lo sviluppo del turismo naturalistico e culturale ed indirizzare le attività del tempo libero verso la fruizione delle risorse ambientali con l’offerta di una gradualità di usi compatibili; c) organizzare ai margini dei sistemi verdi le attività più invasive (ad esempio parchi tematici, campeggi, attrezzature sportive, piste ciclabili) e indirizzare su percorsi natura o storici la domanda verso beni più pregiati; d) aggregare nell’ambito dei piani comunali le previsioni di parchi urbani, standard di verde, servizi sociali e per lo sport a sostegno ed ampliamento dei sistemi ambientali verdi provinciali”.

In relazione alle previsioni del Ptpg non si vede come gli obiettivi di tutela possano coesistere con la realizzazione dell’impianto in questione.
Con la deliberazione n. 1013/43 del 21 dicembre 2012, avente ad oggetto: Indirizzi ed istruzioni tecniche per il recepimento della Rete Ecologica Provinciale (Rep) e per l’elaborazione delle Reti Ecologiche Locali (Rel), la Giunta Provinciale ha ribadito che la Rete Ecologica Provinciale è lo strumento mediante il quale tutelare i valori ambientali del territorio e che il Territorio Agricolo Tutelato assume un ruolo decisivo nell’impianto insediativo provinciale quale elemento di discontinuità tra i diversi insediamenti e va , quindi, difeso e tutelato;
Trattasi di area che in base al Prg vigente ha destinazione urbanistica agricola (zona “E” Attività agricole in territorio extraurbano, sottozona “E3” Zone agricole della bonifica a carattere estensivo) tutelata in quanto tale dal Piano Territoriale Provinciale Generale che non consente l’approvazione di varianti urbanistiche.
19. l’area di intervento come è noto è area di bonifica e vede realizzati 500 km di canali di drenaggio e 4 idrovore principali, di Maccarese, delle Tre Cannelle, della Torre e delle Pagliete; l’equilibrio del sistema idrogeologico della zona di bonifica è particolarmente delicato e sensibile e conseguentemente la realizzazione dell’impianto in tale area si presenta carica di pericoli considerato che la falda acquifera nella zona è ad appena 2 m dal piano di campagna”.

L’area di progetto è immediatamente adiacente a quelle dichiarate a rischio idrogeologico per pericolo di esondazione dall’Autorità dei Bacini della regione Lazio; la delimitazione di tali aree dovrà tra l’altro essere rivista a seguito degli interventi di contenimento del pericolo di esondazione nelle aree limitrofe all’abitato di Passoscuro che potenzialmente possono produrre un maggior rischio nelle aree collocate a monte degli interventi realizzati quale è quella interessata dall’ipotizzato impianto Ama. L’area si colloca in una rette fitta di corsi d’acqua e di canali naturali; secondo il Piano Stralcio Assetto Idrogeologico redatto dall’Autorità dei Bacini Regionali del Lazio ed approvato con Deliberazione del Consiglio Regionale n. 17 del 4 aprile 2012, pubblicata sul Burl n. 21/2012 – S.O. n. 35 l’area è in parte sottoposta a tutela per pericolo inondazione quale zona B2: aree a pericolo d’inondazione elevato; per le zone B2 le Norme Tecniche, all’art. 25, prevedono che gli interventi possono essere realizzati purché muniti di un adeguato studio idraulico, eseguito da professionista abilitato, rispondente ai requisiti minimi stabiliti dallo stesso Pai ed approvato dalla stessa Autorità dei Bacini Regionali; si fa presente la delimitazione di tali aree dovrà tra l’altro essere rivista a seguito degli interventi di contenimento del pericolo di esondazione nelle aree limitrofe all’abitato di Passoscuro che potenzialmente possono produrre un maggior rischio nelle aree collocate a monte degli interventi realizzati quale è quella interessata dall’ipotizzato impianto Ama; da quanto a conoscenza degli scriventi agli atti del progetto non è stato depositato alcuno studio idraulico”.

“Si fa inoltre presente che l’art. 9 delle Norme Tecniche di Attuazione del citato Pai definisce aree di attenzione quelle porzioni del territorio in cui i dati disponibili indicano la presenza di potenziali condizioni di pericolo, la cui effettiva sussistenza e gravità potrà essere quantificata a seguito di studi, rilievi e indagini di dettaglio, nonché le aree interessate da opere di mitigazione, anche se non in dissesto, allo scopo di salvaguardarne l’integrità ed efficienza; individua tra le aree di attenzione per pericolo di inondazione quelle collocate lungo i corsi d’acqua principali (tutti i corsi d’acqua ricompresi negli elenchi delle acque di cui al T.U. 1775/33, come individuato nella Dgr n° 452 del 01/04/05, nonché per le altre principali linee di drenaggio individuate nella Tavola 2 di cui all’art. 4, ancorché non classificate pubbliche), le aree di attenzione sono delimitate, per ciascun lato del corso d’acqua, dall’intersezione tra il terreno e una retta orizzontale tracciata normalmente all’asse dell’alveo ordinario a una quota superiore di 10 metri dal livello di magra, a una distanza comunque non superiore a 150 metri dalle sponde dell’alveo ordinario; per quanto sopra, l’area di progetto ricade tra le dette “aree di attenzione”; l’art. 27 delle stesse Nta : “Disciplina delle aree di attenzione idraulica”, commi 4 e 5, prevede quanto segue:
Nelle immediate vicinanze dell’area in questione si trovano casali di valore estetico tradizionale, valore tutelato espressamente dal decreto istitutivo della Riserva Naturale Statale del Litorale Romano (D.M. 29 marzo 1996″.

Nell’area sono presenti biotipi di elevato valore naturalistico da proteggere; nella zona sono presenti già altri impianti analoghi: due centrali a biomassa di proprietà della Maccarese S.P.A., uno da 625 kw e l’altro da 999 kw su viale Maria, l’esistente impianto di compostaggio aerobico dell’Ama Spa su viale dei Tre Denari, che già crea, a causa probabilmente di una scarsa ed inadeguata manutenzione nonché alla tipologia del materiale organico in ingresso, notevoli disagi ai residenti con forti e persistenti emissioni odorigene.
I tre impianti si trovano tutti all’interno della Riserva Naturale Statale del Litorale; all’interno della Riserva del Litorale insiste l’Oasi Wwf di Macchiagrande,sito d’ importanza Comunitaria (Sic IT6030023), un’area di 280 ettari che è uno dei siti più significativi per la tutela e la conservazione della natura tipica della fascia costiera tirrenica”.