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#Fiumicino Rugby, un’altra “mazzata”, la giustizia sportiva aumenta la squalifica

21 febbraio 2017 | 07:05
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#Fiumicino Rugby, un’altra “mazzata”, la giustizia sportiva aumenta la squalifica

La sentenza di appello aumenta la pena: da 3 mesi a 1 anno

#Fiumicino Rugby, un’altra “mazzata”, la giustizia sportiva aumenta la squalifica

Il Faro on line – In attesa dell’udienza con la Giustizia Ordinaria prevista per il prossimo autunno, la vicenda dell’aggressione di allenatore e dirigenti del Fiumicino Rugby nei confronti di un giovane atleta si arricchisce di un altro capitolo formale. La Procura generale dello Sport, infatti, insoddisfatta della sentenza di primo grado emessa nei confronti di Roberto Bernardello, Daniele Postiglione, Stefano Pontillo e Giulia Morra – ritenuta troppo mite – ha proposto appello. La Corte federale di appello si è pronunciata, accogliendo la tesi della Procura federale e aumentando le pene inflitte in primo grado. Per la precisione a Bernardello è stata comminata la pena di 12 mesi di interdizione, mentre per gli altri tre la corte ha deciso per 9 mesi di stop.

Alla base del ricorso la contestazione delle attenuanti in un primo momento considerate per il gruppo messo sotto accusa. La Procura generale infatti aveva parlato di esercizio di un’attività putativamente educativa, pur sottolineando che le condotte risultavano essere comunque violente, o tali potevano apparire.
Secondo la procura, invece, si è trattato di uso improprio della violenza, “aggravato dall’abuso di potere e dalla violazione dei doveri connessi alle funzioni di vigilanza e affidamento dei minori ai tesserati incolpati, nonché dai futili motivi”.

Per la Procura è innegabile che “il fatto (minacce e percosse, ndr) sia stato commesso nei confronti di due minorenni da ben quattro adulti – è scritto nella sentenza – che hanno agito in gruppo, in orario notturno e all’interno di un locale chiuso… e che hanno usato anche modalità umilianti e irridenti di offesa”.
La Corte di Appello – con sentenza n.2 s.s. 2016/2017 – ha ritenuto valide le motivazioni della Procura ricorrente, ed ha aumentato la pena, inizialmente di 3 mesi, a 12 e 9 a seconda dei soggetti coinvolti.