Nel cimitero monumentale di #Civitavecchia resta, abbandonata, la tomba di Luigi Calamatta

15 marzo 2017 | 07:00
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Nel cimitero monumentale di #Civitavecchia resta, abbandonata, la tomba di Luigi Calamatta

Nel convegno promosso dal Rotary la prof. Maria Grazia Verzani si batte per la rivalutazione del celeberrimo incisore

Nel cimitero monumentale di #Civitavecchia resta, abbandonata, la tomba di Luigi Calamatta

Il Faro on line – La nobile produzione del maestro incisore fra i più famosi nell’Europa dell’8oo, qui acquisita, è per la maggior parte sepolta sotto mucchi di cartone o dentro cassoni climatizzati di cui si stenta a trovare la “location” adeguata , per dirla nell’inglese radical chic; questo patrimonio, reso invisibile, è stato tramandato alla città da Alessandro Cialdi comandante della Marina Pontificia, con tutt’altro intendimento.

Nel convegno promosso dal Rotary la prof. Maria Grazia Verzani, toscana di nascita e civitavecchiese di adozione, da anni impegnata nel recupero e nella promozione culturale del territorio, si batte per la rivalutazione di Luigi Calamatta, fra l’altro fervente patriota, ma soprattutto il celeberrimo incisore di opere come la maschera funeraria di Napoleone o la Gioconda, incisione ispirata alla tela di Leonardo; questa copia prestigiosa del Nostro resta, appunto, dolcemente protetta nei cassoni di cui sopra; quando e dove potrà essere visibile è ancora una domanda sospesa sul mare.

Ad oggi la Verzani, oltre a sollecitare la questione, sottolinea l’ opportunità di corsi di formazione all’arte dell’incisione, che potrebbero avere sede nazionale proprio a Civitavecchia, con conseguenti progettualità di impiego per i giovani, anche secondo specifiche commesse di cui ottenere garanzie a livello di comunità europea .Varrebbe, pertanto, ritrovare uno scatto di orgoglio comune.

Nel convegno si è amato segnalare opportunità, strumenti di rilancio socioeconomico di quella Cittadinanza che ha il diritto e il dovere di riappropriarsi di sé, per esercitare la dignità di appartenenza al proprio territorio, come alle sue nobili memorie. Si tratta di ritrovare il passo nell’impegno di tutti, umile, costante, professionale. Con questa chiave di casa forse i nostri giovani potranno costruirsi anche la loro.