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A #Roma la quindicesima edizione del Daddy’s Pride: la marcia mondiale dei papà separati

20 marzo 2017 | 17:56
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A #Roma la quindicesima edizione del Daddy’s Pride: la marcia mondiale dei papà separati
A #Roma la quindicesima edizione del Daddy’s Pride: la marcia mondiale dei papà separati
A #Roma la quindicesima edizione del Daddy’s Pride: la marcia mondiale dei papà separati
A #Roma la quindicesima edizione del Daddy’s Pride: la marcia mondiale dei papà separati
A #Roma la quindicesima edizione del Daddy’s Pride: la marcia mondiale dei papà separati

Grande presenza di papà, mamme e nonni provenienti da tutta italia

A #Roma la quindicesima edizione del Daddy’s Pride: la marcia mondiale dei papà separati

Il Faro on line – Si è svolta a Roma la quindicesima edizione del Daddy’s Pride, la marcia mondiale dei papà separati di tutto il mondo, organizzata per rivendicare il diritto inviolabile di ogni bambino di amare due genitori e quattro nonni.

Il raduno è iniziato alle ore 9:30 da Piazza della Piazza della Madonna di Loreto, alle ore 10:30 si è tenuto il comizio con la presentazione del protocollo Brugherio per poi iniziare la vera e propria marcia in via dei fori imperiali fino al Colosseo. A partecipare non solo padri, ma anche mogli, nonni e figli provenienti da tutta Italia.

Nel pomeriggio l’associazione I Love Papà di Giorgio Ceccarelli ha premiato con i mini oscar due papà (Leonardo Stagno e Gabriele Fabris) e una nonna (Maria Santa Lorenzini). Al termine della marcia finita al Colosseo tutti i partecipanti hanno cantato l’inno dei pompieri “il pompiere paura non ne ha” per ringraziare tutti i vigili del fuoco che ogni giorno rischiano la loro vita per salvare quella degli altri.

I dati statistici sono sconcertati. Aumentano matrimoni, separazioni e divorzi, a dirlo è l’Istat che nell’ ultimo rapporto dell’Istituto nazionale di Statistica (Istat) su matrimoni, separazioni e divorzi in Italia, relativi al 2015 decreta il bilancio fallimentare della Legge 54/2006 a dieci anni dal varo della riforma.Aumentano le separazioni, toccando quota 91.706 (+ 2,7% rispetto al 2014) e diminuiscono le procedure giudiziarie consensuali (oltre 17.000 in meno nel 2015 rispetto al 2014).

Aumentano le separazioni giudiziali, (16.323 contro le 14.118 dell’anno 2014), diminuiscono i divorzi consensuali (35.410 rispetto ai 39.730 del 2014) e aumentano quelli giudiziali (20.019 contro i 12.625 dell’anno precedente). In termini relativi, rispetto ai provvedimenti emessi dai Tribunali nel 2015, il peso delle consensuali sul totale diminuisce di oltre sei punti percentuali (da 84,2 a 78,0%) nel caso delle separazioni e di ben 12 punti (da 75,9 a 63,9%) nel caso dei divorzi.Nel 2015 le separazioni con figli in affido condiviso sono circa l’89% di tutte le separazioni con affido.

L’8,9% dei figli è affidato esclusivamente alla madre, dato che aumenta del 0,9% rispetto all’anno precedente e che tocca il massimo storico negli ultimi 5 anni (nel 2010 era 9,0%).Poco più della metà delle separazioni (54,0%) e il 39,1% dei divorzi del 2015 riguardano matrimoni con almeno un figlio minore di 18 anni. Nel 2015 su nr. 1000 matrimoni 339,8 si separa e 297,3 divorzia. La quota di affidamenti concessi al padre continua a rimanere su livelli molto bassi. L’affidamento dei minori a terzi interessa meno dell’1% dei bambini.

Una legge poco applicata. A distanza di dieci anni dall’entrata in vigore della Legge sull’affido condiviso si evince che, ad eccezione della drastica diminuzione della proporzione di figli minori affidati in modo esclusivo alle madri, tutti gli altri indicatori non hanno subito modificazioni di rilievo. In altri termini, al di là dell’assegnazione formale dell’affido condiviso, che il giudice è tenuto a effettuare in via prioritaria rispetto all’affidamento esclusivo, per tutti gli altri aspetti considerati in cui si lascia discrezionalità ai giudici la legge non ha trovato effettiva applicazione.

La quota di separazioni in cui la casa coniugale è assegnata alla moglie sale al 60%, percentuale che registra addirittura un aumento del 2,6 % rispetto al 2005 quando ancora non era in vigore la legge sul condiviso. Quota che raggiunge il 69% per le madri con almeno un figlio minorenne. Per quanto riguarda le disposizioni economiche, infine, non vi è nessuna evidenza che i magistrati abbiano disposto il mantenimento diretto per capitoli di spesa, a scapito dell’assegno. Si mantiene, infatti, stabile nel decennio la quota di separazioni con assegno di mantenimento corrisposto dal padre (94% del totale delle separazioni con assegno nel 2015). L’ammontare medio dell’assegno per il mantenimento dei figli ammonta a 485,43 euro.

Le separazioni in cui vengono cumulati gli assegni al coniuge con quelli ai figli sono il 10,5% del totale, questa proporzione raddoppia se si considerano le separazioni con figli minori (21,3% del totale delle separazioni con figli minori). La quota di separazioni con assegno per coniuge e figli è più alta nel Sud e nelle Isole (rispettivamente 29% e 23,5% delle separazioni con figli minori), mentre nel Nord si assesta quasi al 18%. Quando ad essere corrisposto è solo il contributo economico al coniuge (e non anche ai figli) la quota scende all’10% .

I nuovi poveri. A viaggiare di pari passo con le separazioni è la povertà. In caso di separazione legale o divorzio, di solito molti papà sono obbligati ad abbandonare la casa dove vivevano con la moglie e i figli e a provvedere al loro mantenimento, spesso affidandosi esclusivamente al proprio stipendio.

Una situazione che porta sempre più “ex” a farsi ospitare da amici o addirittura a vivere in macchina e a mangiare alle mense organizzate dalla Caritas. Secondo lo studio “Povertà e vulnerabilità dei genitori separati”, condotto dall’organizzazione cattolica, i padri separati non hanno solo il bisogno materiale di trovare un tetto sotto il quale vivere. Ma hanno anche la necessità di ritrovare sé stessi, dopo il trauma della separazione, e di trovare un luogo sicuro e accogliente dove ospitare i figli.

Troppo spesso i papà sono vittime di false accuse. E così tanti uomini si trovano lontano da casa e dai loro figli con accuse infamanti di presunti maltrattamenti in famiglia creati ad hoc da ex moglie per il solo scopo di impedire la frequentazione con i propri figli o avere vataggi personali. E così molti diritti legittimi di genitori vengono incredibilmente calpestati e ignorati da tribunali, magistrati, operatori sociali e politici.

Le proposte per arginare il disagio. Negli ultimi anni, le ripercussioni dei divorzi o delle separazioni sulla vita dei padri sono diventate argomento di discussione per esperti e associazioni di genitori. E non mancano delle proposte concrete per porre un freno al disagio materiale e morale. Nel protocollo di Brugherio, firmato da diverse associazioni di categoria, per esempio, viene chiesto di migliorare la Legge n.54/2006 (affido condiviso) attraverso dieci richieste: 1) il diritto alla bigenitorialità; 2) la mediazione obbligatoria; 3) l’equiparazione dei tempi di cura con entrambi i genitori;4) mantenimento diretto 5) rendicontazione spesa mantenimento figli; 6) sanzioni per punire chi abusa della posizione dominante del collocamento dei figli; 7) sanzioni d’ufficio per chi denuncia false accuse; 8) monitoraggio nell’attuazione della Legge n. 54/2006; 9) legge stalking familiare; 10) istituzione della festa nazionale dei figli.