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Il sindacato degli inquilini Uil-Uniat #Anzio #Pomezia #Nettuno contro l’Ater della provincia di Roma

10 aprile 2017 | 08:00
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Il sindacato degli inquilini Uil-Uniat #Anzio #Pomezia #Nettuno contro l’Ater della provincia di Roma

Piersanti e Behmann sul degrado degli alloggi: “le istituzioni, l’Ater potrebbero avere un soprassalto di vergogna per il modo in cui fanno vivere migliaia di famiglie?”

Il sindacato degli inquilini Uil-Uniat #Anzio #Pomezia #Nettuno contro l’Ater della provincia di Roma

Il Faro on line – “Volevamo scrivere un lungo e probabilmente noiosissimo articolo sull’insopportabile degrado dei complessi immobiliari di proprietà dell’Ater nel nostro territorio.
Una situazione vergognosa, tale, in un paese civile, da far dimettere tutta la dirigenza Ater e la dirigenza regionale in quanto responsabile delle Ater” – dicono il responsabile Uniat Uil per i comuni di Anzio Nettuno Pomezia Gianmatteo Piersanti e il presidente Uniat Uil Lazio Patrizia Behmann”.

“Poi, scorrendo le delibere commissariali abbiamo letto dell’ennesimo tentativo di vendita di parte del patrimonio.
“Ennesimo” perché il piano vendita esisteva ed era stato già approvato dalla Regione Lazio nel 2007 (DGR n. 430 del 19/06/2007) e poi di nuovo nel 2010 (DGR n. 207 del 22/03/2010) per l’ammontare di n. 4382 alloggi in tutta la provincia di Roma. Ora viene varato un nuovo piano vendita da far approvare alla Regione perché per una parte di questi alloggi – 985 unità – non esisterebbe (sic….) documentazione relativa al diritto di superficie rilasciato a suo tempo dai Comuni” – continuano i due Rappresentanti.

“Dal 2007 ad oggi però, nonostante gli annunci e le richieste di interesse chieste agli inquilini, l’Ater della Prov. di Roma non aveva avuto significativi riscontri da parte degli assegnatari.
Certamente non si vendono gli immobili ridotti in condizioni vergognose dalla noncuranza della proprietà, chi li comprerebbe? A che prezzo? Consideriamo che, poi, si venderebbero immobili in cui viene garantita agli assegnatari (quelli legittimi che pagano regolarmente il canone e si preoccupano di fare le manutenzioni che invece spetterebbero alla proprietà) una vita decorosa al riparo dalle difficoltà economiche attuali” continuano Piersanti e Behmann.

“E perché si vende? Per far fronte ai debiti. Per risanare Ater. Questa è la risposta.
Ma noi siamo stufi di essere presi in giro. Non è la prima vendita fatta con questo pubblico fine. Peccato che queste vendite non siano mai servite a nulla, se non ad impoverire il patrimonio pubblico, nella sua parte migliore. I debiti si formano perché Ater non è in grado di gestire il proprio patrimonio. Morosità, occupazioni, atti di vandalismo, sottrazione fraudolenta di energia elettrica, degrado dovuto ad una inesistente attività di manutenzione si susseguono nei vari complessi senza soluzione di continuità e senza che qualcuno tenti di arginarli” – continuano i due rappresentanti.

“L’unico contatto con gli uffici Ater che in questo territorio, dopo tante richieste, eravamo riusciti ad ottenere con la presenza di un funzionario dell’Azienda una volta alla settimana a Nettuno per venire incontro alle molteplici richieste degli inquilini è stato sospeso e non si sa se e quando riprenderà” – proseguono i due dirigenti.

“Allora facciamo un’unica domanda. La facciamo al presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, all’assessore alla casa, Fabio Refrigeri, al commissario dell’Ater della provincia di Roma, dott. Pititto.
Perché non regalate questo patrimonio ai legittimi assegnatari che le istituzioni da voi rappresentate hanno fatto affondare nel degrado anno dopo anno, senza soluzione di continuità? Perché continuare ad incrementare degrado materiale e sociale?” – continua Uniat – Uil.

Un analisi tra i costi di questo carrozzone in sfacelo e un trasferimento di proprietà senza oneri a chi abita questi alloggi metterebbe ragionevolmente al riparo da qualsiasi iniziativa della Corte dei Conti. Con il regalo del patrimonio pubblico ci guadagna l’Ater che la finisce di provocare degrado, danni economici e danni sociali e ci guadagna chi ci abita perché si rimette in gioco la voglia personale di riscatto e si rafforza il senso civico di chi in questo patrimonio vive con onestà” – incalazano Piersanti e Behmann.

“Una gestione delle famiglie divenute proprietarie darebbe forse una speranza a chi oggi vive in un degrado vergognoso e senza futuro. Le istituzioni, l’Ater potrebbero avere un soprassalto di vergogna per il modo in cui fanno vivere migliaia di famiglie e valutare questa idea?
Ci piacerebbe ma non ci crediamo.
Ci piacerebbe avere una risposta anche se siamo convinti che non ci sarà” – concludono Piersanti e Behmann.