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#Tarquinia, Diritto alla Mobilità: “Il Dpef ha rottamato il progetto dell’autostrada Tirrenica, ma adesso chi pagherà i danni?”

19 aprile 2017 | 11:35
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#Tarquinia, Diritto alla Mobilità: “Il Dpef ha rottamato il progetto dell’autostrada Tirrenica, ma adesso chi pagherà i danni?”

Il Comitato: “Gli unici che non si sono accorti che la Tirrenica non era un buon affare sono stati la Sat e il sindaco Mazzola”

#Tarquinia, Diritto alla Mobilità: “Il Dpef ha rottamato il progetto dell’autostrada Tirrenica, ma adesso chi pagherà i danni?”

Il Faro on line – “Autostrada Tirrenica: dopo mezzo secolo di progetti, varianti, finanziamenti, promesse,  l’unica città a pagare il pegno di un’opera inutile e devastante è rimasta Tarquinia. Il governo Gentiloni, con l’ultimo Dpef ha definitivamente rottamato quel progetto devastante di cui oggi solamente il nostro territorio paga le amare e irreversibili conseguenze. E tutto ciò grazie all’unico entusiasta che si è sempre battuto con un’inspiegabile foga affinché quell’opera che definiva fondamentale – a differenza di tutti gli altri sindaci dei comuni interessati – vedesse la luce nel suo territorio” – così in una nota il comitato per il Diritto alla Mobilità di Tarquinia.

“Perché la realtà oggi è sotto gli occhi di tutti: Mazzola è l’unico a non essersi accorto che l’unica vera grande opera necessaria sarebbe stata la messa in sicurezza dell’Aurelia, peraltro progetto già ampiamente condiviso in passato da tanti, strada ampiamente sufficiente a contenere i sempre più ridotti flussi di traffico presenti su questo asse viario”.

“Tutti gli altri, dai suoi cittadini costretti a lunghe estenuanti manifestazioni e presidi per scongiurare un danno enorme alla viabilità locale, ai sindaci degli altri comuni interessati dal tracciato, lo hanno sempre saputo e capito ben prima di lui, che avrebbe invece dovuto essere il primo a farlo. L’autostrada tirrenica ha definitivamente condannato quella che era una città che viveva di un traffico e di un turismo di prossimità a un isolamento mai riscontrato dai tempi degli Etruschi. Le preesistenti vie di ingresso al paese che consentivano un comodo accesso sia da nord che da sud oggi sono diventate un percorso a ostacoli scomodo quanto assurdo”.

“E il premio per la solerte battaglia di Mazzola a favore di Sat sarà come i diamanti: “per sempre”… Per sempre la beffa del pedaggio richiesto al casello a tutti i Tarquiniesi ricorderà lo zelo di quest’uomo che, a differenza dei suoi colleghi, anche del suo stesso partito, ha sostenuto che lui l’autostrada sì, la voleva ad ogni costo, senza curarsi di nulla e di nessuno, neanche dei suoi concittadini che erano in strada a protestare giorno e notte di inverno per due mesi, per chiedere quel rispetto al diritto alla mobilità che lui non ravvisava, seppur eclatante, ai quali riservava solo parole di scherno e di disprezzo”.

“I cittadini, oggi possono dire di aver vinto, di aver ravvisato l’imbroglio che si compiva a Tarquinia, ma rimane il danno enorme al territorio, ora, chi pagherà? Insomma, gli unici che non si sono accorti che la tirrenica non era un buon affare sono stati la Sat e il sindaco Mazzola… Ora è tardi e, come spesso succede nel nostro paese, le pesanti responsabilità di chi malgoverna  ricadranno unicamente sui cittadini a cui resta la difesa della viabilità locale con la vigilanza sulla costruzione del ponte alternativo, quanto indispensabile, sul fiume Mignone, delle complanari per una viabilità alternativa decente e dell’adeguato livello qualitativo di quelle poche e scarne opere di compensazione promesse da Sat. Questa esperienza serva da monito ai futuri amministratori per le prossime aggressioni  previste sul nostro territorio come la Superstrada, l’impianto di biogas ecc.” – conclude il Comitato.