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Ostiamare, Danilo Piroli, ‘Il calcio è la mia vita e sogno la Lega Pro’

26 aprile 2017 | 13:36
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Ostiamare, Danilo Piroli, ‘Il calcio è la mia vita e sogno la Lega Pro’

Maiuscola, la stagione in corso per il difensore lidense. Oltre 100, le presenze con l’Ostiamare in 5 anni. Una famiglia calcistica in cui c’è tranquillità di lavorare e crescere

Ostiamare, Danilo Piroli, ‘Il calcio è la mia vita e sogno la Lega Pro’

Il Faro on line – Il meno un punto dalla conquista dei play off, che vede l’Ostiamare in classifica, in un intenso e impegnativo girone G, passa anche da lui. E soprattutto, da una difesa che, quando la palla scivola in area di rigore lidense o ci vuole arrivare, trova il numero 6 biancoviola a spengere i tentativi a rete, degli avversari.

24 volte titolare quest’anno. Più di 100 le presenze in maglia biancoviola. L’ultimo trionfo, con la Nuorese

E’ ormai così, da 5 anni. Sono più di 100 le presenze che Danilo Piroli ha collezionato, con una maglia che è diventata per lui, una seconda pelle. In questa entusiasmante stagione 2016/2017, appunto la quinta che il vicecapitano gioca con i gabbiani, è ancora lui, uno dei protagonisti di una compagine che si trova ora, a lottare per la fase post season e con 24 presenze da titolare. Manca solo una partita per decretare il passaggio ai play off, anche se ancora il campionato non è finito. Domenica prossima, in Sardegna con il San Teodoro, saranno gli 11 di mister Greco a decidere. Un pareggio basterebbe per andare oltre e terminare la stagione un po’ più in là, del 7 maggio. Ma, loro vogliono la vittoria. Giustamente. E anche lui. Tanto ha dato in campo, con la Nuorese. Il 4 a 1 scaturito dall’incontro dello scorso 23 aprile, ha parlato chiaro. L’Ostiamare continua ad esserci e vuole arrivare alla luna.

Carriera, maturità calcistica e umana. La fascia di vicecapitano e l’amicizia con Adriano D’Astolfo

Quando Danilo parla di sé, ai lettori de Il Faro on line però, ancora non sa che questa partita avrebbe avuto questo esito positivo. Si stavano preparando i gabbiani a giocarla, qualche giorno prima, all’Anco Marzio e sperava Piroli di poter trionfare con i suoi compagni, al termine dei 90’ minuti e più, che l’arbitro poi, ha fatto giocare. In questa seconda parte dell’intervista del difensore lidense, lui stesso descrive la sua carriera, il modo di essere in campo, come e quanto quel calcio del cuore, lo abbia cambiato e fatto maturare, insieme al tenersi legato sul braccio, una fascia di vicecapitano, in aiuto della figura del grande capitano Adriano D’Astolfo. Grande amico, anche fuori dal campo.

Il sogno della Lega Pro, da lui già vissuta, anche se da giovanissimo. Quei 63 punti nel girone, lo giustificano

Fa crescere lo sport, nei confronti dei suoi atleti, che dimostrano in ogni occasione di gara, di essere maturati, un po’ di più. Ogni stagione giocata e sudata e sin dal 2012, Danilo ha salito uno scalino in più. E veniva da quella Lega Pro, che intensamente i biancoviola stanno rincorrendo. E il suo sogno sarebbe quello di tornarci. Ne ha parlato con i suoi compagni, chiuso negli spogliatoi insieme con loro? Probabilmente si, se la forza poi dimostrata in campo, ha portato ad Ostia l’imbattibilità in casa e quei 63 punti in graduatoria, con il terzo attacco del campionato, registrato nelle statistiche. Ci vogliono tantissime componenti, tutte insieme tuttavia. Lo dichiara Danilo, ma intanto il sogno chiama e il calcio spinge a crederci.

21 anni nel calcio e tanta esperienza sulle spalle. Dal 2012 dall’Ostiamare

Una vita per lui, il pallone. Sin da quando era bambino. 21 anni passati, a rincorrere un pallone su un campo verde, sono significativi e tante sono state le squadre, in cui ha militato. Benevento, Pomezia,Vibo Valentia e Nocerina. Era molto giovane, Piroli. Ma l’esperienza ha pesato per lui e l’Ostiamare, nel momento in cui è arrivato nel 2012, ha aperto una nuova strada, da cui ripartire. Stuzzica il rimettersi in gioco, in tutti i settori della vita e lui lo ha fatto, con il verde sotto i piedi e con l’azzurro sopra la testa. Campo e cielo che hanno incorniciato, un gioco in difesa, per cui non bisogna mai distrarsi e in cui fare meno danni possibili. Sorride Danilo, mentre lo dichiara, ma consapevole che questa sua semplice battuta, nasconda in fondo, una grande verità. E sembra andata così e sino ad ora, in questa stagione, ancora in corso.

La grande emozione delle sei vittorie consecutive

Quelle sei vittorie consecutive ottenute, con annesso record storico della società in serie D, dei 58 punti, rappresentano allora per lui, il momento più bello vissuto, in stagione. Ce ne saranno altri? La prospettiva sembra questa, dal 30 aprile in poi. Ma si vola bassi e sempre concentrati. La palla è rotonda e gli avversari ci credono, almeno quanto loro. Lo insegue l’Ostiamare, un grande finale di stagione, targato play off e promozione. Batte forte allora, il cuore dei gabbiani e niente si molla, in campo.

Sei all’Ostiamare dal 2012. 5 anni in maglia biancoviola. Qual è il tuo bilancio personale?

“Venivo dai professionisti, anche se da giovane, vi ho giocato poco. Ho fatto solo qualche stagione. Ad Ostia, ho trovato un trampolino per rilanciarmi. 5 anni intensi. Sono cresciuto a livello fisico, mentale e personale. Come uomo. Sono molto contento. Ogni anno, penso di aver fatto sempre, un gradino in più. Anni bellissimi. Ogni stagione è stata diversa. Abbiamo cambiato diversi allenatori. Ho trovato nuovi stimoli. Ho continuato a crescere, come atleta e come uomo”.

A livello personale, il calcio che cosa ti ha dato?

“Il calcio ti fa crescere sotto tanti punti di vista. Per me, questo sport è tutto. Lo pratico, da quando sono bambino. E’ la mia vita. Quando ho cominciato, avevo sei anni. Sono 21 anni, che gioco. Sono andato fuori casa, a 18 anni. La lontananza dalla famiglia ti fa maturare, come uomo. Ti fa crescere più in fretta, rispetto ai tuoi coetanei. Praticare uno sport è importante. Non lo nascondo. E’ fondamentale, sotto tanti punti di vista”.

Sei il vicecapitano della squadra. Che cosa significa essere, il punto di riferimento per i tuoi compagni, accanto alla figura di Adriano D’Astolfo?

“Do una mano al grande capitano. Adriano lo conosco anche fuori dal campo. Siamo legati da tanto tempo, da una bella amicizia. Lui è il capitano che tutti vorrebbero avere nella propria squadra. Io cerco semplicemente di dare il mio contributo. Tutto qui”.

In che modo, metti al servizio della squadra, le tue qualità da difensore, in partita?

“Il difensore deve fare meno danni possibili e far partire bene l’azione. Non può decidere nulla, in fase offensiva. Deve essere sempre concentrato e questo penso, sia tutto un lavoro di testa. Deve dare sicurezza e tranquillità alla squadra”.

Qual è il ricordo più bello che ti porti dentro, in questa stagione in corso?

“Sono le sei vittorie consecutive avute. Abbiamo insediato la prima posizione. Eravamo partiti per fare un campionato, dove lo scopo era la salvezza. Parecchi erano molto scettici, invece siamo arrivati a tre punti dalla prima, a 5 giornate dalla fine. E’ stata una bella soddisfazione”.

Se tu dovessi presentare a persone esterne, l’ambiente dell’Ostiamare, cosa diresti?

“E’ un ambiente che ti da la tranquillità di lavorare. E’ super organizzato, sotto tutti i punti di vista. Da quello medico, fino ad arrivare, a quello inerente la struttura. E’ una società che ti permette di lavorare in serenità”.

Come mai, hai scelto il ruolo del difensore?

“A 20 anni, facevo sia il centrocampista che il difensore centrale. Poi ho scelto la difesa. Mi riesce meglio, giocare dietro. Mi diverto”.

Hai giocato anche in Lega Pro. Com’è stata la tua esperienza?

“Ho giocato a Benevento, Vibo Valentia, Pomezia e Nocerina. Non tantissimo, ma qualcosa ho fatto. Non nascondo che il sogno mio, sarebbe quello di tornarci. Purtroppo, non è così semplice fare il salto dall’altra parte. Ci vogliono moltissime componenti”.

Foto : Claudio Spadolini