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Merkel avvisa Londra, non avrà i diritti degli Stati Ue

28 aprile 2017 | 06:59
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Merkel avvisa Londra, non avrà i diritti degli Stati Ue

Sabato il vertice sulla Brexit. Gentiloni: ‘Tutele per gli italiani’

Merkel avvisa Londra, non avrà i diritti degli Stati Ue

Il Faro on line – I 27 “sono uniti” sulla Brexit ed è bene che Londra “non si faccia illusioni”: il rapporto futuro potrà essere una partnership forte, ma senza accesso privilegiato al mercato unico. L’avvertimento lo ha lanciato Angela Merkel all’indomani del faccia a faccia tra May e Juncker a Londra e nel giorno in cui a Lussemburgo i 27 si sono trovati uniti nell’approvare le linee guida politiche per il negoziato: “Un Paese terzo, quale sarà la Gran Bretagna, non potrà avere gli stessi diritti di uno Stato europeo”, ha messo in chiaro la cancelliera.

La posizione italiana

Da Roma, parlando a Camera e Senato, Paolo Gentiloni intanto ha ribadito che “sarebbe un errore pensare che la posizione inglese debba essere in qualche modo punita con una vendetta esemplare”. Ed ha anticipato che l’Italia sarà contraria ad atteggiamenti “aggressivi” con chi pensa di uscire dalla Ue.

L’obiettivo di Roma, ha spiegato, è che “tra le priorità del negoziato, già nella prima fase, ci sia il destino dei cittadini dei diversi Paesi europei che risiedono nel Regno Unito, il 15% dei quali sono italiani”. “Noi abbiamo il dovere e diritto di pretendere per i nostri concittadini tutele e diritti amministrativi certi”, ha aggiunto.

Quella sull’unità a 27 è la notizia principale arrivata dal Consiglio affari generali che a Lussemburgo ha validato le priorità europee per i due anni di trattative che saranno formalmente varate sabato dal vertice straordinario che si riunirà a Bruxelles. Per il vicepremier maltese nella riunione è emerso “un segnale senza precedenti di fiducia, unità e consenso tra i 27”.

Le priorità

Tre le priorità assolute: garanzia dei diritti per cittadini e imprese, saldo dei conti in sospeso del Regno Unito verso il bilancio europeo fino al 2020 (compresi gli impegni verso Bei, Bers e Bce) e soluzione delle questioni di frontiera (in particolare tra Irlanda e Ulster, ma anche a Gibilterra e per le due basi militari britanniche a Cipro). Solo una volta sciolti questi primi tre nodi, compreso quello finanziario (per ora non c’è cifra ufficiale, ma la Commissione stima un esborso di Londra tra 55 e 60 miliardi di euro), si potrà cominciare a pensare alla relazione futura tra Londra ed i 27, magari anche con un accordo ponte.

Ma l’accesso al mercato unico resta tabù. “Una cosa è certa: il quadro dei nuovi accordi non può essere caratterizzato dal mercato unico ‘à la carte’ che verrebbe concesso al Regno Unito”, ha detto ancora Gentiloni, sottolineando che il mercato unico “è una straordinaria risorsa per i Paesi dell’Ue ma non si può immaginare che qualcuno decida di prendere ciò che gli interessa, cioè la parte economico e finanziaria, e chiudere su ciò che non gli interessa come la libera circolazione delle persone, togliendo pezzi sgraditi al governo di Londra”.

Concetto che anche secondo la Merkel dovrebbe essere “scontato”, ma di cui ha spiegato di aver parlato perché “ho la sensazione che qualcuno in Gran Bretagna si faccia delle illusioni, e deve essere detto chiaramente che questo è tempo sprecato”.

Nell’unità sulla Brexit emergono però anche le consuete divergenze. Tra le altre è riemersa la riluttanza polacca al rilancio della Ue che dovrebbe accompagnare il negoziato sulla Brexit. Con l’Italia che, per rafforzare la “dimensione politica” dell’Europa che in questo campo è stata definita da Sandro Gozi “un gigante con i piedi d’argilla”, ha proposto di non cancellare i 73 seggi che dal 2019 saranno lasciati liberi dai britannici al Parlamento europeo.

Nelle prossime europee dovrebbero invece andare ad altrettanti ‘superdeputati europei’ che dovrebbero essere eletti con liste transnazionali di candidati che parteciperebbero alle europee in tutti i 27 paesi della nuova Ue. (fonte: ansa)