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#Fiumicino, sentimenti ‘messi al muro’ dai vandali foto

Ragazzi arrabbiati che lasciano il segno.

Fiumicino, sentimenti  “messi al muro” dai vandali

vandalismo nei parchi

Il Faro on line – “Giulia ti amo”, “Io e te fratelli di sangue”, “Una bestemmia”, ecco come alcuni individui (i nostri ragazzi?) dimostrano il loro non amore per la nostra città.

Scritte di ogni genere deturpano il decoro di strade e di parchi pubblici, mettendo in difficoltà i genitori davanti alle domande dei più piccoli che chiedono il significato di questa o quella parola.

A volte il messaggio si fa più esplicito e la frase scabrosa è accompagnata da disegni osceni. Spiegare o meglio mentire ai nostri bambini diventa più difficile; più complicato è far capire loro che si trovano di fronte ad un atto sbagliato, per di più in luoghi che dovrebbero essere dedicati ai loro giochi.

Parliamo del Parco Bezzi, per esempio, sembra di essere di fronte ad uno di quei documentari sul degrado delle estreme periferie delle metropoli più grandi del mondo.

Le scritte fatte dai writers  della zona dominano su tutto: muretti, panchine (quelle che non sono ancora distrutte), pareti, persino il lastricato è ricoperto di messaggi  d’amore che amore non è, sicuramente non quello per la Comunità.

Perchè “il branco” è qualcosa di diverso dalla somma dei singoli,  una creatura a sé stante che può compiere azioni sconsiderate per passare un pomeriggio o per semplice noia.

I ragazzi gridano alla società, alle istituzioni, alle famiglie la loro esistenza, scrivendo a lettere cubitali sui muri tutto ciò che passa loro per la testa senza pensare alle conseguenze delle loro azioni.

Ecco che imbrattare un muro o smontare una panchina può essere un modo per distinguersi, per diventare il capo branco, un modo (sbagliato) per “essere”.

Ragazzi pieni di rabbia o semplicemente insicuri che ancora una volta cercano di apparire, poco importa se per atti deprecabili o degni di stima.

Ma c’è anche un altro modo in cui i sentimenti possono essere “messi al muro” dai vandali,  non con una bomboletta indelebile ma con azioni di devastazione.

Percorriamo poche centinaia di metri e andiamo al Parco intitolato alla memoria di Alessandro Ceccarelli, un ragazzino prematuramente scomparso in seguito ad una malattia.

Ora, è intuibile che chi distrugge al Parco Ceccarelli non compie solo un gesto di inciviltà ma calpesta i sentimenti di chi, in quel parco, vede qualcosa in più di un semplice spazio verde.

“Quel Parco prima era una discarica, lo mandiamo avanti con tanti sacrifici e con le donazioni di chi ci aiuta” – dichiara mamma Imma. “Questi ragazzi non hanno rispetto neanche per Ale” – aggiunge qualcun altro.

Le affermazioni si riferiscono ad un filmato girato qualche giorno fa in cui si vedono degli adolescenti usare in maniera inappropriata le giostrine del parco, potendone provocare la rottura.

Tra l’altro, il Parco ha da poco ospitato la “Festa delle mamme tra cielo e terra…“, un trionfo d’amore e di solidarietà, sentimenti che mal si conciliano con la furia distruttiva e la mancanza di rispetto che viene espressa dai vandali.

Anche in questo caso “sentimenti messi al muro”, forse in maniera ancora più brutale della vernice a parete. Rispettare i beni comuni significa avere rispetto per se stessi perchè oltre che individui, siamo parte della società, che ci piaccia oppure no.