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#Fiumicino, blitz di Legambiente contro la quarta pista

"Fermiamo un progetto devastante per la Riserva Naturale Statale del Litorale Romano. 500 ettari cancellati da asfalto e cemento"

#Fiumicino, blitz di Legambiente contro la quarta pista

Il Faro on line – “Sotto silenzio, e mentre Alitalia si stava avvitando in una drammatica crisi, e’ cominciata la procedura di approvazione del “Master plan 2030” dell’Aeroporto di Fiumicino che prevede la realizzazione di un nuovo Terminal e una quarta pista al posto di aree agricole, alberi e corsi d’acqua”. L afferma un comnunicato di Legambiente, protagonista stamattina di un blitz davanti all’eroporto.

“La proposta, che ha cominciato l’iter di Valutazione di Impatto Ambientale, interesserebbe un area enorme ricompresa nella Riserva Naturale Statale del Litorale Romano e determinerebbe una incredibile occupazione di suoli con piste di asfalto e edifici, un nuovo svincolo autostradale di accesso, oltre che un notevole impatto acustico e atmosferico per un ampio territorio tra Fiumicino, Fregene, Maccarese. Quasi 500 gli ettari che verrebbero asfaltati e cementificati all’interno della Riserva Naturale Statale del Litorale Romano, oggi agricoli e oltretutto con vincoli paesaggistici e archeologici.

“E’ davvero incredibile – prosegue Legambiente – che solo quattro mesi fa all’inaugurazione del nuovo Terminal E di Fiumicino, di fronte al Presidente del Consiglio Gentiloni, i Manager dell’Aeroporto si vantassero di aver realizzato un intervento senza consumo di suolo. Stavolta senza proclami hanno presentato un progetto che stravolgerebbe un area grande 6 volte Villa Borghese – ha commentato Edoardo Zanchini Vicepresidente nazionale di Legambiente –

Inoltre, come messo in evidenza dal comitato Fuoripista, che si batte contro il progetto, non si comprendono neanche le motivazioni trasportistiche della proposta. Il progetto prevede la realizzazione di una quarta pista parallela e attaccata alla terza, e quindi di difficile utilizzo contemporaneo. Inoltre prevede di realizzare un enorme nuovo terminal nella Zona Nord.

La ragione della fretta sta forse nella volontà di evitare che un progetto di questa dimensione sia sottoposto al Dibattito Pubblico previsto dal Codice degli Appalti e che tra poche settimane sarà definito da un Decreto del Ministero delle Infrastrutture”.

Diversi studi tecnici hanno dimostrato infatti che è possibile perfino raddoppiare i passeggeri trasportati a Fiumicino – attualmente sono 40 milioni l’anno -, con un utilizzo diverso delle piste e potenziando i terminal esistenti con nuovi spazi e connessioni.

Ma proprio il fatto che un intervento di questo tipo costerebbe molto meno, e non occuperebbe nuovi suoli, è la ragione per cui non interessa, secondo Legambiente, a chi gestisce l’Aeroporto e vuole guadagnare dai cantieri e garantirsi una lunga gestione degli introiti aeroportuali con progetti mastodontici quanto inutili.

Oltretutto, sottolineano gli ambientalisti del cigno verde, è da sottolineare che sia a Fiumicino che a Ciampino i cittadini soffrono il superamento dei limiti di inquinamento acustico senza vedere mitigazioni e compensazioni ambientali. E l’Enac, che dovrebbe controllare queste situazioni, è sempre dalla parte di chi gestisce gli aeroporti.

“Non e’ ammissibile che un progetto di questa dimensione e impatto, venga presentato senza alcun confronto con il territorio, soprattutto perché esistono altre soluzioni possibili per l’Aeroporto che avrebbero un impatto molto minore.

Per queste ragioni e contro la prepotenza di chi gestisce l’Aeroporto di Fiumicino e di chi dovrebbe controllare i gestori ma sembra invece difenderne gli interessi – dichiara Roberto Scacchi Presidente di Legambiente Lazio – ci appelliamo al Presidente della Regione Nicola Zingaretti e ai Sindaci di Roma Virginia Raggi e di Fiumicino Esterino Montino, perche’ fermino la procedura di Via di questo progetto devastante.

Quello di cui siamo sicuri è che, insieme ai cittadini, alle associazioni e ai comitati del territorio, siamo pronti a una dura battaglia nell’interesse generale e dell’ambiente, per difendere una porzione di altissimo pregio del Lazio, che rischia di dissolversi sotto una colata di asfalto”.