da non perdere |
Cronaca Locale
/

#Cerveteri, di nuovo visitabile l’area archeologica del Laghetto

31 maggio 2017 | 19:43
Share0
#Cerveteri, di nuovo visitabile l’area archeologica del Laghetto
#Cerveteri, di nuovo visitabile l’area archeologica del Laghetto
#Cerveteri, di nuovo visitabile l’area archeologica del Laghetto
#Cerveteri, di nuovo visitabile l’area archeologica del Laghetto
#Cerveteri, di nuovo visitabile l’area archeologica del Laghetto
#Cerveteri, di nuovo visitabile l’area archeologica del Laghetto

In uno spazio contenuto, ben 500 tombe di tutta la tipologia etrusca.

#Cerveteri, di nuovo visitabile l’area archeologica del Laghetto

Il Faro on line – Dopo molti anni passati un po’ nell’oblio, grazie all’ottima sinergia ed alla più che proficua collaborazione messa in campo fra la Soprintendenza Archeologia del Lazio e dell’Etruria Meridionale ed il Gruppo Archeologico del Territorio Cerite (Gatc-onlus), alla quale va aggiunto l’assiduo e costante impegno nei confronti del Sito Unesco Patrimonio Mondiale dell’Umanità profuso costantemente in questi anni dall’Amministrazione Comunale di Cerveteri, dalle ore 10,00 del 4 giugno è possibile visitare di nuovo, a titolo assolutamente gratuito,

i 7.000 metri quadri della, molto importante e bella, zona archeologica del “Laghetto” (poco meno di un campo di calcio regolare – 7.140 mq.) che, in uno spazio così contenuto, racchiude ben 500 tombe di tutta la tipologia etrusca (già indagate e studiate molto bene in passato dalla Fondazione Lerici – B. Zapicchi docet ) ad iniziare addirittura dall’VIII secolo a.C. per finire al II sempre a.C.; Laghetto che è  sito nel lato est del pianoro della Banditaccia.

La denominazione di “Laghetto” è data, a questa interessantissima realtà di archeologia etrusca, semplicemente da un “lascito” di un piccolo lago formato da acque sorgive e di impluvio già esistente al tempo dei Rasenna (Etruschi) di Caisra (Cerveteri); i quali, da grandi esperti di idraulica, al fine di tenerne le acque sempre regimentate avevano scavato un condotto di deflusso semisotterraneo passante sotto la suddetta necropoli e scaricante in quello che, attualmente, è chiamato fosso del Manganello il quale molto probabilmente all’epoca etrusca aveva ben altra portata e di cui i fiancheggianti costoni rocciosi, in mezzo a cui ancora scorre, non erano collassati più di tanto come poi accaduto successivamente.

Piccolo lago che poi fu riempito con le risulte di terra provenienti dagli scavi archeologici effettuati alla Banditaccia sotto la guida dall’ing. Raniero Mengarelli nei primi decenni del 1900.

Vi è da dire che l’area del Laghetto in epoca etrusca, parallelamente all’uso sepolcrale, veniva anche utilizzata come cava di tufo come è ben visibile ancora oggi; per cui, accanto alle varie tombe, si vedono pure i tagli tufacei effettuati per l’asportazione del suddetto materiale; fermo restando sempre il grande rispetto degli Etruschi per i loro defunti per cui, nel caso di invitabili spostamenti di resti umani, questi, con tutte le attenzioni possibili, venivano deposti in specifici viciniori pocula (ossuari).

L’impegno sistematico (sempre sotto l’occhio vigile della Soprintendenza) messo in campo dai 25 volontari ( molto attenti ed appassionati) del Gatc per rendere fruibile ai visitatori, in sicurezza, tutta l’area si è protratto per un anno (condizioni meteo permettendo) ed è stato coordinato, con grande scrupolo e perizia, per la parte scientifica dall’archeologo Stefano Giorgi e per quella operativa dal sig. Gianfranco Pasanisi, entrambi espertissimi nei loro rispettivi ruoli.

Come pure archeologo espertissimo è Flavio Enei coordinatore scientifico del Gruppo Archeologico del Territorio Cerite il quale è anche direttore di tutto il museo di tutto il castello di Santa Severa. Notevole è pure il fatto che alcune tombe del “Laghetto” fossero dipinte e che, a distanza di oltre 2.000 anni, le tracce di ciò sono ancora ben visibili destando l’ammirazione degli esseri umani del terzo millennio.

Molta attenzione è stata posta anche alla tutela ambientale sia nel rispetto delle varie specie di piante che in quello di alcune pozze nelle quali, fra l’altro, ben convivono rane, rospi ed alcuni, sempre più rari, tritoni. L’area archeologica del “Laghetto” si trova all’esterno del recinto della Banditaccia, 100 mt. dopo l’ingresso, in un declivio posto alla destra di un ampio slargo ( contornato da alti e procerosi pini mediterranei) della strada sterrata che conduce a quella parte della via degli Inferi  che è  fuori del  recinto.