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Il Centro socio abitativo chiede l'apertura di un tavolo politico per costruire delle soluzioni concrete e alternative.

Ostia ‘meticcia’, la comunità del Vittorio Emanuele resiste

Il Faro on line – “Torniamo a casa” grida un manifestante della comunità del Vittorio Emanuele al termine del sit-in che si è svolto ieri, 16 giugno, sotto al Municipio di Ostia.

Casa. Sì, per le persone che vivono nel Centro socio abitativo dell’ex Colonia, quella struttura non è uno spazio occupato, bensì la propria abitazione, e il fatto che lo sia è testimoniato dai certificati di residenza rilasciati dal Comune di Roma.

Eppure, quando si parla del Centro socio abitativo, l’Amministrazione, come si evince dai comunicati stampa diffusi dalla Comunità, sembra avere le idee chiare sul suo destino: sgombero. Non si è a conoscenza di quando quest’ultimo avverrà, delle modalità ma, soprattutto, non ci sono alternative per tutti coloro che vivono all’interno dell’ex Colonia.

La comunità del Vittorio chiede l’apertura di un tavolo politico per costruire delle soluzioni concrete e alternative all’unico provvedimento considerato disumano e contrario all’articolo 2 della nostra Costituzione, come ha ricordato uno dei cartelli tenuti in mano da uno dei manifestanti.

Criminali, abusivi, spacciatori: sono queste le etichette apposte sulle persone che vivono all’interno dell’ex colonia. Dei termini che, come benzina sul fuoco, contribuiscono ad alimentare un clima di odio e tensione: terreno fertile per propagande razziste e xenofobe di gruppi di estrema destra. Gli stessi abitanti del Vittorio hanno più volte domandato: “Se c’è un problema di sicurezza non basterebbe l’intervento su chi è responsabile penalmente?”.

“Che criminalità abbiamo fatto?”, chiede uno dei manifestanti. “Può essere considerato criminale il fatto di vivere in una casa in cui si ha il diritto di stare? – prosegue – oppure, “criminale” è un provvedimento che schiaccia e cancella anni di storie, di affetti e di vite?”.

La manifestazione, dopo aver ottenuto una promessa di incontro con il prefetto Vulpiani, si è conclusa con una cena solidale all’interno del cortile del Vittorio: cittadini e abitanti della Comunità, senza barriere, senza un “noi” e un “voi”: questa, come ha sottolineato un manifestante, è la dimostrazione che un’Ostia solidale, “meticcia” e accogliente è possibile.