goletta verde |
Cronaca Locale
/

Foci dei fiumi inquinate, bandiera nera a #Ostia, #Fiumicino, #Formia, #Ardea e #Tarquinia

4 luglio 2017 | 16:58
Share0
Foci dei fiumi inquinate, bandiera nera a #Ostia, #Fiumicino, #Formia, #Ardea e #Tarquinia

Legambiente assegna le Bandiere nere ai luoghi ā€œpeggioriā€ del litorale

Foci dei fiumi inquinate, bandiera nera a #Ostia, #Fiumicino, #Ardea e #Tarquinia

Il Faro on line ā€“Ā Record negativo per la foce del Fosso Grande ad Ardea e per la foce del fiume Marta a Tarquinia che per lā€™ottavo anno consecutivo risultano fortemente inquinati.Ā Allarmante situazione complessiva nella Provincia di Roma.Ā Solo in un caso riscontrata la presenza dei cartelli informativi obbligatori sulla qualitĆ  delle acque.

Eā€™ la fotografia che Legambiente ha fatto delle coste laziali: dei ventitrĆ© punti monitorati lungo le coste laziali, piĆ¹ del 50% sono risultati con valori di inquinanti elevati e addirittura per nove di questi il giudizio ĆØ di ā€œfortemente inquinatoā€. In questi luoghi non cā€™ĆØ alcun segno di miglioramento, anzi peggiorano di anno in anno.

La classifica ā€˜neraā€™

A guidare questa poco lusinghiera classifica ci sono la foce del Fosso Grande ad Ardea e la foce del fiume Marta a Tarquinia che per lā€™ottavo anno consecutivo risultano fortemente inquinati. A seguire (settimo anno consecutivo) la foce del rio Santacroce di Gianola ā€“ Formia; la Foce fiume Tevere a Ostia (sesto anno); cā€™ĆØ poi sempre ad Ardea la Foce del Rio Torto fortemente inquinata per la sesta volta in sette anni e, infine, a foce del canale Crocetta a Torvajanica (quattro anni).

Allarme rosso a Roma e provincia dove, quasi ogni fiume o rivolo scarica materiali fecali. Per questo Legambiente assegna la Bandiera nera a questi luoghi e alle amministrazioni che negli anni si sono qui succedute, e che non si sono impegnate nella risoluzione degli evidenti deficit depurativi compromettendo cosƬ lā€™ecosistema marino, la salute dei bagnanti e la stessa economia turistica della zona.

Migliore la situazione nella provincia di Latina dove la presenza di microrganismi fecali ĆØ risultata quasi sempre entro i limiti, a parte lā€™ulteriore pessimo risultato del Rio Santacroce a Formia nella spiaggia di Gianola.

ƈ questo il bilancio del monitoraggio svolto lungo le coste laziali dallā€™equipe tecnica di Goletta Verde, la storica campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio ed allā€™informazione sullo stato di salute delle coste e delle acque italiane, realizzata anche grazie al sostegno delCONOU ā€“ Consorzio nazionale per la gestione, raccolta e trattamento degli oli minerali usati e dei partner tecnici Aquafil, Novamont, Nau.

Le analisi di Legambiente

Lā€™istantanea regionale sulle acque costiere ĆØ stata presentata in una conferenza stampa a Roma da Roberto Scacchi, presidente Legambiente Lazio; Serena Carpentieri, responsabile campagne di Legambiente, alla presenza di Claudia Felici, Componente Comitato Tecnico Scientifico Assimefac.

ā€œIl nostro monitoraggio, che come ripetiamo sempre non vuole sostituirsi ai controlli ufficiali, ma punta a scovare le criticitĆ  ancora presenti nei sistemi depurativi regionali, anche questā€™anno ci restituisce unā€™istantanea a tinte fosche per molte aree della costa laziale ā€“ dichiara Serena Carpentieri, responsabile Campagne di Legambiente -.

Parliamo non a caso di malati cronici, situazioni critiche che segnaliamo in alcuni casi da piĆ¹ di sette anni, ma per le quali evidentemente nulla ĆØ stato fatto. Un problema, quello della cattiva depurazione che affligge purtroppo tantissime zone dellā€™Italia, visto che nel nostro Paese circa il 25% delle acque di fognatura viene scaricato in mare, nei laghi e nei fiumi senza essere opportunamente depurato, nonostante siano passati oltre dieci anni dal termine ultimo che lā€™Unione Europea ci aveva imposto per mettere a norma i sistemi fognari e depurativiā€.

ā€œCon Goletta Verde oggi consegniamo la bandiera nera per la mancata depurazione a sette luoghi che per anni sono risultati inquinati e a tutte quelle amministrazioni comunali che, nel tempo, non hanno affrontato alcuno dei temi che la nostra campagna ha sollevato ā€“ commenta Roberto Scacchi, presidente di Legambiente Lazio -.

A partire da Ardea e Tarquinia, passando per Anzio, Cerveteri, Ladispoli, Fiumicino, Formia e ovviamente Roma e con la pessima concentrazione di punti inquinati proprio nel litorale della provincia di Roma, tutti devono e possono realizzare un controllo maggiore degli scarichi abusivi e un monitoraggio responsabile della qualitĆ  del mare.

In pochissimi casi ĆØ presente la tabella di qualitĆ  costiera obbligatoria per legge al fine di segnalare lo stato delle acque, ulteriore responsabilitĆ  che i comuni colpevolmente non stanno facendo propria. Noi rimaniamo a completa disposizione delle amministrazioni e degli enti che non vorranno negare le problematicitĆ  per avviare percorsi positivi, e parlare un giorno di una condizione migliore del mare laziale, perchĆ© ogni giorno in cui non si mettono in campo dinamiche positive, ĆØ un giorno in piĆ¹ di scarichi illegali, depuratori malfunzionanti e rischi per la salute dei cittadini.

A dicembre scorso la Regione Lazio ha poi aggiornato il piano di tutela delle acque, ma su questo nuovo e importante strumento, chiediamo che siano investite le risorse regionali necessarie, proprio a sostegno di una migliore depurazione, sia sul litorale che nei comuni dellā€™entroterra.

Come di consueto poi, inviamo in queste ore una comunicazione ai Comuni dove sono stati effettuati i prelievi, alle Province, alle Capitanerie di Porto, alla Regione Lazio e allā€™Arpa regionale, perchĆ© senza sostituirci alle autoritĆ  competenti vogliamo fare sinergia con ciascuno, convinti che il mare del Lazio sia invece una risorsa fondamentale che ammagliandosi insieme a tutto il portato storico, archeologico e paesaggistico della costa, possa essere richiamo di turismo e volĆ no di una nuova economia blu, fatta di sostenibilitĆ  e bellezzaā€.

I bagnanti non se la passano bene neanche sul fronte dellā€™informazione. La cartellonistica in spiaggia ĆØ ancora troppo scarsa, quasi inesistente anche qui nel Lazio. Merce rara, anche se obbligatoria da tre anni per i comuni costieri: rispetto ai 23 punti campionati, i tecnici di Goletta Verde ne hanno avvistato solo uno. Il solo cartello ĆØ stato fotografato presso la foce del porto canale Loricina a Nettuno, un punto che per le autoritĆ  competenti ĆØ vietato alla balneazione.

Una battaglia vinta da Goletta Verde che lā€™anno scorso si ĆØ recata a Nettuno proprio per protestare e richiedere che venisse apposto il cartello di divieto di balneazione alla foce, essendo il litorale molto frequentato da bagnanti che, in assenza di unā€™adeguata cartellonistica, si immergevano nelle acque della foce ignari dei rischi sanitari.

Tema centrale di questa edizione di Goletta Verde sarĆ  anche il rischio per inquinamento da marine litter. Legambiente ha recentemente raccontato lā€™esperienza e i dati raccolti in questi 30 anni da Goletta Verde alla conferenza mondiale degli Oceani allā€™Onu, rilanciando un pacchetto di proposte per contrastare questo problema che, al pari della maladepurazione e della pesca illegale, mette in serio pericolo lā€™ambiente, la biodiversitĆ  marina ma anche la salute dei cittadini. Purtroppo su ben 20 dei 23 punti di campionamento, sono stati trovati rifiuti di tutti i generi, specialmente quelli di plastica, nel 100% dei casi. In sette di questi punti, si puĆ² parlare di discariche a cielo: materassi, alberi di natale, sedie di plastica, rifiuti ingombranti tutti rifiuti abbandonati in loco ma, soprattutto, trasportati dai fiumi in mare.

Il dettaglio delle analisi di Goletta Verde

Domani ulteriore giornata nel Lazio con la tappa di terra a Terracina con il convegno ā€œLa QualitĆ  delle Spiagge e del Mare per un Turismo Sostenibileā€, appuntamento dalle 9.30 presso la Capitaneria di Porto in Via del Molo 22 a Terracina (LT). Saranno presenti tra gli altri Anna Giannetti presidente del circolo Legambiente ā€œPisco Montanoā€ di Terracina, Serena Carpentieri responsabile nazionale Goletta Verde, Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio, Felice Enrico Di Spigno presidente del SIB (Sindacato Italiano Balneari) di Terracina, Gabriele Subiaco responsabile scientifico di Legambiente Terracina, gli allievio dellā€™Itis ā€œBianchiniā€ di Terracina.

Il monitoraggio di Goletta Verde (eseguito dalla squadra di tecnici di Legambiente tra 20 e il 23 giugno 2017) prende in considerazione il campionamento dei punti critici che vengono principalmente scelti in base a un ā€œmaggior rischioā€ presunto di inquinamento, individuati dalle segnalazioni non solo dei circoli di Legambiente ma degli stessi cittadini attraverso il servizio SOS Goletta.

Per questo vengono prese in esame le foci dei fiumi, torrenti, gli scarichi e i piccoli canali che spesso troviamo sulle nostre spiagge: queste situazioni sono i veicoli principali di contaminazione batterica dovuta allā€™insufficiente depurazione dei reflui urbani che attraverso i corsi dā€™acqua arrivano in mare.

I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, Escherichia coli) e abbiamo considerato come ā€œinquinatiā€ i risultati che superano i valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) e ā€œfortemente inquinatiā€ quelli che superano di piĆ¹ del doppio tali valori.

Il dettaglio

Resta una fotografia a tinte fosche cosƬ come lo scorso anno quella della provincia di Roma: rispetto ai dodici punti monitorati ben nove presentano valori di inquinanti elevati e sette di questi ricevono il giudizio di fortemente inquinati:alla foce del fosso Zambra (Certeveri); foce fiume Arrone (Fiumicino); foce fiume Tevere (Ostia); foce Rio Torto e foce del fosso Grande (Ardea); foce del fosso Cavallo morto (Anzio); foce del porto canale Loricina (Nettuno). Giudicati ā€œinquinatiā€ la foce del canale Crocetta (Torvajanica, Pomezia); foce del Rio Vaccina a Ladispoli.

Entro i limiti di legge, invece, i prelievi effettuati al Lungomare Pyrgi a Santa Severa di Santa Marinelli (dove dopo le denunce di Legambiente degli anni scorsi scorsi, finalmente sembra si sia intervenuto per risolvere le criticitĆ ); al canale dei Pescatori di Ostia e allo sbocco del depuratore Colle Cocchino di Anzio.

Due campionamenti effettuati in provincia di Viterbo, entrambi con pessimi risultati: fortemente inquinato quello alla foce del fiume Fiora a Montalto Marina, e inquinato quello alla foce del fiume Marta al lido di Tarquinia.
Situazione molto migliore quella riscontrata in provincia di Latina, dove lā€™unico campionamento risultato oltre i limiti di legge rispetto ai nove monitorati ĆØ stato quello alla foce del rio Santacroce a Gianola di Formia, risultato per il settimo anno consecutivo fortemente inquinato. Nessun problema invece per i prelievi effettuati nei comuni di Latina, Sabaudia, Terracina, Fondi e Gaeta(dettagli in tabella).

I fattori inquinanti

Tra i fattori inquinanti, troppo spesso sottovalutati, cā€™ĆØ anche il corretto smaltimento degli olii esausti. Proprio per questo, anche questā€™anno il Consorzio nazionale per la gestione, raccolta e trattamento degli oli minerali usati ĆØ main partner della campagna estiva di Legambiente. Attivo da 33 anni, il CONOU garantisce la raccolta e lā€™avvio a riciclo degli oli lubrificanti usati su tutto il territorio nazionale.

Lā€™olio usato ā€“ che si recupera alla fine del ciclo di vita dei lubrificanti nei macchinari industriali, ma anche nelle automobili, nelle barche e nei mezzi agricoli ā€“ ĆØ un rifiuto pericoloso per la salute e per lā€™ambiente che deve essere smaltito correttamente: 4 chili di olio usato, il cambio di unā€™auto, se versati in acqua inquinano una superficie grande come sei piscine olimpiche.

Ma lā€™olio usato ĆØ anche unā€™importante risorsa perchĆ© puĆ² essere rigenerato tornando a nuova vita in unā€™ottica di economia circolare: il 95% dellā€™olio raccolto viene classificato come idoneo alla rigenerazione per la produzione di nuove basi lubrificanti, un dato che fa dellā€™Italia il Paese leader in Europa. Nel Lazio, nel 2016, il Consorzio ha raccolto 10.580 tonnellate di oli usati.

ā€œLa difesa dellā€™ambiente, in particolare del mare e dei laghi ā€“ spiega il presidente del Conou, Paolo Tomasi ā€“ rappresenta uno dei capisaldi della nostra azione. Lā€™operato del Consorzio non solo evita una potenziale dispersione nellā€™ambiente di un rifiuto pericoloso, ma lo trasforma in una preziosa risorsa per lā€™economia del Paeseā€.