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Calandrini, Celentano, Marchiella ‘Il Consiglio comunale di #Latina dica no al Ceta’

17 luglio 2017 | 09:02
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Calandrini, Celentano, Marchiella ‘Il Consiglio comunale di #Latina dica no al Ceta’

Il rischio è quello di una deregolamentazione strisciante che danneggerà l’esportazione dei prodotti italiani.

Calandrini, Celentano, Marchiella ‘Il Consiglio comunale di #Latina dica no al Ceta’

Il Faro on line – Con una mozione inviata al Presidente del Consiglio Comunale di Latina, Nicola Calandrini, Matilde Eleonora Celentano e Andrea Marchiella e, esprimono la loro  contrarietà  alla ratifica dell’accordo  economico  e commerciale  globale (Ceta) tra Canada e Unione Europea, chiedendo anche una pronuncia in tal senso all’Ente.

I tre consiglieri di opposizione, nella loro richiesta,  spiegano come    la Commissione  Europea, nel 2016, abbia  firmato il Ceta, Accordo di libero scambio tra  l’Unione Europea e il Canadà che vuole agevolare  il libero scambio commerciale tra  le  parti  introducendo   l’azzeramento   di oltre  il 90% delle  barriere  tariffarie  nonchè  la semplificazione  delle  barriere  “non tariffarie”  e, quindi, del complesso  sistema  di standard, regole di produzione  e di protezione  della qualità e dell’ambiente, trattato ancora ratificato dall’Italia e che, proprio in questi giorni dovrà essere votato in Senato.

Calandrini ,Celentano, Marchiella mettono in evidenza i tanti aspetti poco chiari ancora legati al trattato e la strana fretta dei governi europei, italiano in testa, di ratificarlo nonostante non venga chiarito, ad esempio, in che  modo  gli Stati  Membri  dell’Unione  Europea potranno  continuare  a legiferare in merito  alla sicurezza alimentare  e alla tutela  della salute  e dei dei diritti dei lavoratori  senza  violare  i termini  dell’accordo.   Il rischio  paventato   è  quello  di una deregolamentazione    strisciante  che indubbiamente   danneggerà  l’esportazione  dei prodotti  italiani i quali vantano  maggiori standard  qualitativi e di sicurezza alimentare, portando ad una sleale asimmetria  tra le parti contraenti  visti i bassi standard  di tutela alimentare, esempio per le colture Ogm,  esercitati  dal Canada che provocano  un ingiusto vantaggio  dovuto  all’abbattimento  dei  costi di  produzione.

E non è un caso che ad evidenziare le molte negatività legate alla firma del  Ceta siano  di  organizzazioni  di settore come  Coldiretti,  Confagricoltura  e altre  associazioni di categoria che ricordano come siamo  di  fronte   a  una  misura  volta   a  promuovere,   sostenere,   difendere   e  affermare  esclusivamente gli interessi della grande industria  e delle multinazionali  a scapito dei cittadini e dei piccoli produttori

Commenta  Nicola Calandrini “ insieme ai colleghi abbiamo presentato questa mozione chiedendo il dibattito e l’approvazione in Consiglio Comunale consapevoli che seppur  si tratti di materia  di competenza  statale,  il recepimento  del Trattato  andrà a colpire  le strutture   produttive  territoriali   i cui riferimenti   istituzionali  sono rappresentati  dagli  Enti locali,  i quali dovranno essere investiti del ruolo di tutela  delle attività  agricole eventualmente  danneggiate dall’attuazione  del Ceta. Pensiamo ad esempio al fatto che da questo accordo l’Italia  non vedrà salvaguardati 250 marchi di qualità  riconosciuti  (Dop e Igp) su un totale  di 291 e mi chiedo che fine faranno ad esempio quelli del Kiwi pontino, del sedano bianco di Sperlonga, dell’olio delle colline pontine o delle olive di Gaeta tanto per citarne alcuni della nostra provincia…

Vogliamo impegnare Sindaco e Giunta al fine di  manifestare  assoluta  contrarietà  verso l’accordo economico e commerciale globale (Ceta) facendo appello  ai soggetti  istituzionali investiti della funzione di ratifica e di applicazione  dell’accordo,  in particolar modo rivolgendosi al Presidente  della Repubblica, al Parlamento  italiano e al Presidente del Consiglio dei Ministri.

Inoltre dobbiamo coinvolgere  le associazioni di categoria  e la rete  produttiva  del Comune  al fine  di promuovere azioni di tutela  per i marchi geograficamente  riconosciuti valorizzando le eccellenze  produttive  e ogni altra azione volta alla tutela  delle attività agricole del Comune, dei diritti dei lavoratori e della salvaguardia dell’ambiente.”