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Il ping pong protagonista della diplomazia internazionale

8 agosto 2017 | 08:37
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Il ping pong protagonista della diplomazia internazionale
Il ping pong protagonista della diplomazia internazionale
Il ping pong protagonista della diplomazia internazionale
Il ping pong protagonista della diplomazia internazionale

Mini torneo in Kosovo, nell’intetnto di aggregare oltre le divisioni politiche, di razza o religiose.

Il ping pong protagonista della diplomazia internazionale

Il Faro on line – Il ping pong ancora una volta protagonista della diplomazia internazionale da quando oltre 40 anni fa Nixon e Mao ripresero i rapporti grazie a questo sport. Oggi è l’Italia a utilizzare questo sport per aiutare la pacificazione nei teatri internazionali dove sono impegnati i soldati italiani.

Lo Stato Maggiore dell’Esercito Italiano e Federazione Italiana Tennistavolo, con il sostegno del Ministero della Difesa e patrocinio del Comitato Olimpico Nazionale Italiano e del Comitato Italiano Paralimpico, porteranno il tennistavolo in alcuni dei teatri operativi all’estero dove sono impiegati militari italiani.

Motore dell’idea è stato il Tenente Colonnello Gianfranco Paglia, fautore della nascita del Gruppo Sportivo Paralimpico della Difesa di cui è capitano e consigliere della FITeT. Ieri è partita una delegazione alla volta di PecPeja, in Kosovo, composta dal Sottosegretario di Stato alla Difesa, con delega allo sport, Gioacchino Alfano, il Tenente Colonnello Paglia e il tecnico Fabio Di Silvio.

Scopo della missione è quella di effettuare la consueta visita, a ridosso dell’estate, ai reparti impegnati nelle missioni operative e presentare ai militari una disciplina sportiva, tramite un mini torneo tra atleti delle federazioni sportive locali e i militari del contingente internazionale”.

Stato Maggiore dell’Esercito Italiano e Federazione Italiana Tennistavolo, con il sostegno del Ministero della Difesa e il patrocinio del Comitato Olimpico Nazionale Italiano e del Comitato Italiano Paralimpico, porteranno il tennistavolo in alcuni dei teatri operativi all’estero dove sono impiegati militari italiani.

“Insieme al Sottosegretario Gioacchino Alfano e a Fabio Di Silvio, allenatore FITeT siamo a PecPeja, in Kosovo. – ha dichiarato Paglia – Non sarà solo il saluto estivo al contingente italiano, ma è stato organizzato un torneo misto in cui atleti kossovari di varie etnie e la squadra militare mista si sfideranno senza distinzione di razza, religione. Saranno uniti dallo sport che. come da tempo sostengo. lo sport è integrazione, abbatte le barriere e unisce i Popoli”.

Al riguardo il Sottosegretario di Stato alla Difesa . Gioacchino Alfano, plaude all’iniziativa: «Lo sport può dare molto anche ai militari impiegati all’estero. Lo sport, precisa il Sottosegretario, cementa lo spirito di corpo e abbatte le divisioni culturali e religiose e potrebbe essere uno strumento in più per i nostri militari, nelle fasi di approccio con le popolazioni civili, terrorizzate e martoriate dalle guerre.”

Anche il Generale di Corpo d’Armata Danilo Errico, Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, che ha fortemente auspicato la realizzazione dell’iniziativa, ha espresso il proprio apprezzamento per un progetto che, con lo scopo di creare i presupposti per una maggiore aggregazione e coesione, sposa appieno alcuni dei principi e valori cardine dell’Esercito confermando la bontà della pratica sportiva della Forza Armata, lavorando su un importante capitale umano, con una particolare attenzione al “fare squadra”.

“Ancora una volta – dichiara il Ten. Col. Gianfranco Paglia, consigliere del Ministro della Difesa Roberta Pinotti e consigliere nazionale della FiTeT ( Federazione Italiana TennisTavolo) – lo sport insegna. Dimostra come riesce ad abbattere ogni tipo di barriere ed accomuna i Popoli.

L’iniziativa che il giorno 8 si avrà in Kosovo è l’attestazione in pieno di questo messaggio, le nuove generazioni in modo netto e chiaro chiedono integrazione, pace e soprattutto rispetto della propria identità. Il torneo di tennis tavolo che vedrà coinvolti atleti kosovari con i militari impegnati nei vari contingenti, evidenzia come non esiste colore politico, un unico credo religioso, non esiste la prevaricazione sull’altro, ma semplicemente la voglia di divertirsi in una sana competizione accettando la sfida con l’avversario .

L’unico intento è il rispetto delle regole. Se lo sport è riuscito in questo, sono sempre più convinto e fiducioso nel pensare che se tutti insieme lavorassero mettendo da parte le proprie convinzioni politiche, sarebbe possibile, anche in teatri difficili, riuscire a portare la pace e non la guerra.”