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Trastevere Calcio, Riccardo Martorelli, ‘E’ un vanto giocare con i colori del Rione e punteremo al vertice’

8 settembre 2017 | 18:15
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Trastevere Calcio, Riccardo Martorelli, ‘E’ un vanto giocare con i colori del Rione e punteremo al vertice’
Trastevere Calcio, Riccardo Martorelli, ‘E’ un vanto giocare con i colori del Rione e punteremo al vertice’
Trastevere Calcio, Riccardo Martorelli, ‘E’ un vanto giocare con i colori del Rione e punteremo al vertice’
Trastevere Calcio, Riccardo Martorelli, ‘E’ un vanto giocare con i colori del Rione e punteremo al vertice’
Trastevere Calcio, Riccardo Martorelli, ‘E’ un vanto giocare con i colori del Rione e punteremo al vertice’
Trastevere Calcio, Riccardo Martorelli, ‘E’ un vanto giocare con i colori del Rione e punteremo al vertice’

Dal senso di appartenenza a Trastevere, alla partita con l’Albalonga, fino a quella con il Flaminia nella prossima giornata, il difensore si racconta. Un pensiero va anche all’Ostiamare e al difficile girone G

Trastevere Calcio, Riccardo Martorelli, ‘E’ un vanto giocare con i colori del Rione e punteremo al vertice’

Il Faro on line – Sente il ruggito del leone sul petto, Riccardo. Ce l’ha proprio lì, cucito sul cuore. E ogni volta, che quella maglia gli scende addosso e lo veste, destinazione partita, è il sentimento dell’appartenenza, che lo accompagna in campo, per guidare i suoi compagni, verso la vittoria.

E’ il capitano del Trastevere, quest’anno, con orgoglio, ma sa che in fondo, come lui stesso dichiara nell’intervista rilasciata a Il Faro on line, tutti i giocatori lo sono. Uniti, compatti e decisi. Come 11 leoni. Come 11 capitani coraggiosi. Ed è un vanto per lui, mettersi sulla pelle dei colori che parlano della storia. Un microcosmo di valori e di aneddoti, nel grande mondo di Roma. Una piccola Caput Mundi, nella più affascinante e ufficiale Città Eterna, che al suo interno ospita il Rione del leone.

Fa un salto nel passato, Martorelli, là dietro alla linea di difesa. Gli piace pensare questo. E lo dichiara con estrema sincerità. Con trasporto pensa, ai vecchi tornei dei rioni storici di una volta, che ancora nell’Italia dei mille borghi antichi, si svolgono. E quel torneo ogni volta per lui, è la partita di calcio. E la gioca, il capitano di Monteverde, all’interno della cornice di Villa Pamphili e nel quartiere dove vive. In casa, è sempre così ed ancora lo sarà, in questo lungo e difficile campionato.

E’ tosto il girone G. Lui lo sa. Una piccola C2, di una volta. Latina, Albalonga, Rieti e la debuttante Sff Atletico. Tra le altre. Squadre fortissime, che si sono rinforzate per scendere sul rettangolo di gioco e dare il meglio. E’ più semplice tuttavia farlo, quando in squadra, incontri dei vecchi amici. Ne ha tanti, al Trastevere, Riccardo. Mastromattei e Fatati, tra gli 11. Li nomina e lancia un pensiero anche agli altri giocatori. Una famiglia per lui, nella quale nella stagione 2017/2018, è approdato, dopo alcuni anni.

Trovato l’accordo, nella scorsa estate, con il direttore sportivo, Andrea Calce, è stato felice di poter far parte del Trastevere Calcio. Arrivato dall’Ostiamare, in cui ha militato negli ultimi sei mesi, della passata stagione calcistica, Martorelli è contento oggi, di indossare i colori granata. E si è portato dietro, una grande eredità e non solo tecnica. E’ stato uno dei fautori della conquista non solo dei play off, ma anche di quei 63 punti da record, che la società biancoviola ha rinnovato, sul campo. Tanti amici, ha conosciuto all’Anco Marzio e ha lasciato ad Ostia, consapevole che nel futuro, frequenterà ancora.

Lo racconta, in un pomeriggio caldo di quasi fine estate, post allenamento, allo Stadium. Dopo la prima giornata della Serie D, giocata con l’Albalonga, il 3 settembre, e vinta in casa, grazie alle tre reti finali, in tabellino, è adesso ora di pensare al Flaminia. Prima trasferta dell’anno, domenica. Un campo difficile. Come lui stesso commenta. Non si da nulla per scontato, ma si deve combattere, sempre. Lo sa, Riccardo. Come indica anche, la citazione di Sergio Pirozzi, scritta e appesa allo striscione, lassù, sul campo : “Questo, è il tempo di combattere”. E in un campionato più complicato, rispetto a quello giocato lo scorso anno, bisogna crederci, per lottare al vertice.

Stringe i pugni allora, il capitano del Trastevere e prende per mano, non solo dei colori societari, ma dei valori senza tempo. Li raccoglie e li condivide con i compagni di squadra e tutti insieme, si scende in campo, per vincere.

Caro Riccardo, quest’anno giochi con il Trastevere. Nuova avventura, con una nuova maglia. Quali sono le tue impressioni?

“Le impressioni sono ottime. Qui, ho molti amici, partendo da Mastromattei e Fatati. Conosco anche gli altri ragazzi. E’ un ambiente famigliare, dove mi sono trovato bene, dal primo momento. Con Andrea Calce, sono rimasto in contatto negli anni passati. Dopo che per due anni, non siamo riusciti a trovare un accordo, ci siamo poi venuti incontro e ci siamo ritrovati”.

Domenica scorsa, avete vinto con l’Albalonga. Qual è il tuo pensiero?

“Si, vittoria importante, a cui tenevamo molto. L’Albalonga è una delle pretendenti al titolo finale, di questo campionato, che sarà lungo e difficile”.

Secondo te, com’ è il girone G?

“Credo sia più difficile dello scorso anno. E’ quasi come la vecchia C2. Ci sono squadre agguerrite, come il Latina, il Cassino, insieme al Rieti ad esempio e la stessa Albalonga, con lo Sff Atletico. Una nuova realtà, quest’ultima, in cui il Presidente ha investito molti soldi e acquistato giocatori importanti. E’ un girone tosto e agguerrito”.

Cosa significa per te, essere il capitano del Trastevere?

“Abito, proprio qui vicino. Sicuramente, è una grande responsabilità. Tuttavia, come dico sempre ai miei compagni, sono il capitano in campo, che porta una fascia al braccio, ma c’è più di un capitano dentro a questo gruppo, perché siamo tutti ragazzi intelligenti, motivati, umili ed esperti. Siamo al servizio della squadra e della società. Nello spogliatoio, siamo più di un capitano”.

Quali sono secondo te, gli obiettivi di stagione?

“Dopo l’ottimo torneo della scorsa stagione, grazie anche ai ragazzi, che sono andati via, non ci possiamo certo nascondere.. Chiaramente, sarà un campionato di vertice, dove domenica dopo domenica, proveremo ad imporci, per avere una striscia positiva. La più lunga possibile”.

Domenica prossima, c’è il Flaminia in trasferta..

“E’ una squadra ostica. Campo difficile. Oltre alla squadra, incontreremo anche delle difficoltà ambientali”.

Com’è andato il precampionato dei Leoni?

“Al di là di qualche sconfitta di troppo, che ci poteva stare, è andato bene. Contro la Reggiana nella Tim Cup, ci siamo scontrati con una realtà superiore. C’è stato qualche calo di tensione. Abbiamo fatto un ritiro lungo e faticoso, nel quale abbiamo spinto molto, sotto il punta di vista atletico”.

La scorsa stagione, hai giocato con l’Ostiamare. Che cosa ti sei portato dietro, da questa esperienza?

“Ho trascorso sei mesi, molto belli, che porterò con me. E’ una società onesta, dove il giocatore trova le sue motivazioni nella tranquillità, nella lealtà e nell’aggregazione del gruppo. Ho trovato molti amici del passato, ma anche amici del futuro, che porterò con me, nel mio cammino”.

Cosa metti in campo personalmente, ogni volta Riccardo, quando scendi per giocare con il Trastevere?

“Sicuramente, con il Trastevere, come anche con il Rieti, con cui ho giocato in passato, quando indossi la maglia, sei portavoce di un luogo, dove credono molto nella squadra di calcio. Il Trastevere, essendo un quartiere di Roma, è un paese a sé, dentro Roma. E’ bello vestire i colori di un Rione. Torni quasi all’antichità, dove magari c’era il torneo dei rioni, dove si svolgevano dei tornei molto agguerriti, in cui giocavano anche giocatori professionisti. E’ come tornare indietro nel passato. E’ molto particolare. Avere sul petto, lo stemma del leone del Rione più importante del mondo, perché si parla di Roma, è un vanto. E’ importante”.