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Quelle segnalazioni vissute con fastidio, e ignorate, da chi governa

18 settembre 2017 | 07:00
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Quelle segnalazioni vissute con fastidio, e ignorate, da chi governa

Il ruolo dei giornali deve tornare a garanzia della veridicità delle notizie e a supporto dei cittadini.

Il Faro on line (Appunti di viaggio) – Una lettera al Direttore sul caso di via Tre Denari, che pubblichiamo stamattina, ha sollecitato la mia curiosità, e innescato alcune riflessioni. Lo stesso nostro lettore mi chiedeva un intervento in prima persona.

“Sarebbe utile, nel pubblicare la lettera, avere anche il suo autorevole parere che potrebbe alimentare il dibattito. Troppo spesso le lettere dei cittadini non vengono prese in considerazione dai diretti interessati proprio perché appaiono come strilli nel vuoto”.

Questo appello mi ha fatto riflettere su due cose: la distanza che a volte c’è tra chi amministra e i cittadini, e il ruolo di un’informazione seria, autorevole, professionale, che si ponga come “media” tra le istituzioni e la gente, recuperando quel ruolo perso negli anni.

Quanto alla prima considerazione, è un fatto che molte segnalazioni vengono viste con fastidio da alcuni settori del Comune, quasi fosse un attacco personale a questo o quell’assessore. Via Tre Denari ne è un esempio, ma non è l’unico.

E’ un modo miope di intendere la politica, vecchio stampo, barricati nel proprio ideale e coperti dal proprio partito. Aprirsi al dialogo, al contrario, può essere lo strumento giusto per creare consenso; un amministratore non può avere occhi ovunque, e spesso le fatiche fatte per far andare bene le cose sono vanificate dalla maleducazione (o peggio) degli stessi cittadini.

Creare un filo diretto virtuoso con chi segnala, può diventare un’occasione di controllo maggiore del territorio (come se gli occhi dei residenti fossero mille telecamere accese…), può rappresentare un’ottimizzazione delle risorse e, col dialogo, potrebbe servire anche a “sminare” alcune polemiche che giocoforza, in mancanza di feedback, piombano sull’Amministrazione in quanto tale.

Quanto alla seconda, ci sono i guasti dei social network a farci capire quanto sia sbagliata la strada che stiamo percorrendo. Oggi chiunque può scrivere, commentare, mettere alla berlina. Postando inesattezze, spessissimo facendo elucubrazioni e ipotesi basate sul nulla, facendo intendere che sa chissà cosa e poi non sa nulla, semplicemente perché non ha voglia o non ha modo di verificare. Capita anche che ci siano segnalazioni corrette, ma non inserite in un contesto generale, bensì postate come se quel preciso punto fosse l’ombelico del mondo.

Con tale ridondanza di segnali, è piuttosto facile che chi sta al governo di una città non veda, o possa far finta di non vedere. L’utilizzo di un giornale, che sia però un giornale vero, fatto di giornalisti con esperienza, che sappiano discernere il tipo di notizia, approfondirla, verificarla e presentarla al pubblico in modo tale che il Comune non possa non vedere (e di conseguenza agire) diventa fondamentale.

Anche in questo caso l’improvvisazione e l’approssimazione non pagano, non aiutano, confondono. Perché si mettono sul medesimo piano notizie profondamente diverse, che andrebbero trattate dunque in maniera diversa (o addirittura non andrebbero pubblicate).

E’ un ruolo, quello dei media, che paradossalmente proprio oggi che siamo bombardati di fake news, denunce, segnalazioni, prese di posizione, foto, video, post dalla mattina alla sera, torna ad essere un ruolo centrale, di mediazione appunto, di analisi, di approfondimento, soprattutto di verifica e di scrematura.
Mettiamola così: tutto ciò che viene postato può far discutere, ma non tutto ciò che fa discutere è una notizia utile alla collettività.