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‘Imma’, per #Ventotene arriva il riconoscimento ufficiale dall’Iucn

12 novembre 2017 | 20:18
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‘Imma’, per #Ventotene arriva il riconoscimento ufficiale dall’Iucn

Insieme all’isola pontina, il riconoscimento è anche per Ischia e l’arcipelago campano.

Il Faro on line – Le acque di Ischia e Ventotene e, con loro, gli arcipelaghi pontino e campano sono state ufficialmente riconosciute dall’Iucn (“International union for the conservation of Nature”) come “Imma”, ovvero “Important Marine Mammal Areas.”

Ma cos’è l’Iucn e cosa significa effettivamente questo riconoscimento?

L’Iucn è l’organizzazione internazionale non governativa (OGN) che si occupa di conservazione della natura, ovvero segnala quali specie sono a rischio di estinzione e quali, grazie ai costanti sforzi cdi associazioni, volontari e ricercatori, stanno lentamente migliorando le sue condizioni.

Il riconoscimento, invece, è un’importane traguardo per l’area che va da Ischia a Ventotene- di quasi 5.000 chilometri quadrati-  che è stata finalmente attenzionata per la sua posizione strategica che permette la conservazione dei cetacei.

I due arcipelaghi, infatti, sono frequentati da maschi solitari, gruppi di maschi scapoli e unità sociali di femmine con piccoli. Ed è stato notato come, più della metà, poi, ritorni sempre a rifocillarsi nei lunghi e profondi canyon al largo di Cuma.

Ma perché i capodogli mediterranei sono importanti?

I capodogli mediterranei sono classificati come specie “in pericolo” dall’Iucn, perché, a causa delle numerose minacce antropiche, stanno lentamente scomparendo.

Dalle catture accidentali nelle reti da pesca o nelle reti fantasma, agli impatti con le navi, passando per i disturbi e i rumori che traffico navale  produce, e, ancor più, per l’inquinamento delle acque marine con contaminanti chimici e plastiche di varia natura, la loro sorte è sempre più in bilico.

Non solo capodogli, però…

Nella nuova “Imma” però, non ci sono soltanto capodogli. A far loro compagnia, infatti, troviamo anche le Stenelle striate (Stenella coeruleoalba), i rari Delfini comuni (Delphinus delphis) e i Tursiopi (Tursiops truncatus).

Non mancano neanche gli altri giganti del mare: dai Grampi (Grampus griseus)  alle Balenottere comuni (Balaenoptera physalus), a cui, qualche volta, si aggiunge qualche rarissima Megattera (Megaptera novaeangliae).

Un’oasi di biodiversità, quindi, a cui “Oceanomare Delphis onlus” lavora da circa 26 anni, attraverso il monitoraggio costante degli esemplari, e che ha finalmente visto la luce.