#Minturno, il treno arriva in stazione, ma le porte non si aprono, la denuncia dei pendolari

13 novembre 2017 | 07:02
Share0
#Minturno, il treno arriva in stazione, ma le porte non si aprono, la denuncia dei pendolari

“Nessuno è potuto scendere o salire, il treno è ripartito come se tutto fosse regolare”.

Il Faro on line – “Dopo binari tolti, biglietterie mancanti o mal funzionanti, assenza di abbattimento di barriere architettoniche, avvisi per i reclami, servizi e altro, alla Stazione di Minturno-Scauri accade anche che un treno arrivi  e non si aprono le porte e, quindi, i passeggeri non possono salire o scendere e  il treno riparta come se tutto fosse regolare”.

I fatti sono accaduti il giorno 9 novembre scorso ed il treno interessato è il 2383 con partenza alle 10.36 da Roma direzione Napoli e in arrivo alle 12.20 a Minturno Scauri. Lo denuncia l’Associazione Pendolari Stazione Minturno Scauri.

“Ancora disagi e disservizi che si “scaricano” sui pendolari e sui viaggiatori , mentre sembra tutto sia permesso a Rfi e Trenitalia che si consolano con le statistiche. Ma incomincia ad accadere sempre più spesso che viaggiatori e pendolari rispondono in modo deciso con reclami ed esposti e questa volta coinvolgeranno anche le norme sulla sicurezza. E noi continuiamo a sostenere viaggiatori e pendolari su questa linea. Non sappiamo le cause specifiche  del caso e di casi analoghi che accadono sempre più spesso sulla FL7 e non solo, ma sappiamo le cause che sono a monte.

Una di queste è il  voler perseguire l’automazione, il controllo automatico, come strategia di efficienza ed economicità, ma fino a che punto? Ci sono aspetti, come la qualità del servizio, la manutenzione ordinaria e straordinaria, l’igiene, la sicurezza, nelle stazioni e sui treni, l’affollamento dei convogli che non possono essere solamente “automatizzate” ma richiedono l’impiego di personale, anche qualificato nonché della partecipazione attiva dei viaggiatori e soprattutto dei pendolari e dei lavoratori del Tpl.

Senza di questo la politica della “razionalizzazione economica” che interviene con tagli di personale, di binari, di servizi a tutti i livelli e persegue solo fantomatici risultati statistici senza tenere in debito conto soddisfacimento e partecipazione di pendolari e lavoratori non può essere  vincente”.