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Il papà della ragazza vittima del bullismo, le istituzioni devono tutelare i nostri figli

29 novembre 2017 | 22:03
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Il papà della ragazza vittima del bullismo, le istituzioni devono tutelare i nostri figli

Il bullismo, un fenomeno sociale che colpisce molti ragazzi

Ardea – Altro fatto di cronaca, di rilevante importanza per la sicurezza e l’incolumità dei ragazzi nei plessi scolastici, è il ripetersi di atti di bullismo tra giovani allievi.

Una ragazza tredicenne della Scuola media Virgilio di Via Laurentina ad Ardea, è stata vittima nei giorni scorsi di atti di  bullismo, esercitati nei suoi confronti da una quindicenne che frequenta lo stesso Istituto.

Il padre della ragazza vittima delle violenze subite dichiara che “la studentessa che ha aggredito mia figlia non è nuova a tali comportamenti prevaricatori nei confronti di altri studenti e continua a farlo liberamente. Un genitore di norma dovrebbe stare tranquillo quando i figli stanno a scuola e invece è costretto a stare sempre in tensione. Ardea è una città difficile e nessuno si prende carico della situazione in maniera globale”.

Il fenomeno sociale del bullismo non è, certamente, un caso da attribuire, esclusivamente, alla società odierna. Quanti di noi possono dire di non aver assistito o subito atti di bullismo a scuola e/o nei gruppi di amicizie? Il bullismo, da un punto di vista psicosociale è un tema delicato, complesso e molto ampio da trattare che trova radici lontane. Quello che da’ fastidio è che dobbiamo riscontrare, dopo decenni, che le violenze psicologiche, fisiche e verbali esercitate da ragazzi verso i loro simili, all’interno e fuori dalle scuole, non sono state ancora arginate del tutto. E questo è deludente.

Generalmente, l’artefice del bullismo è frutto di un’inadeguata capacità dell’individuo di inserirsi nel contesto sociale e rispettarne le regole. E’ spesso sintomo di bisogno dell’attenzione altrui verso se stessi, anche se questa attenzione viene ricercata in modo malsano, attraverso violenze esercitate al prossimo, di solito a quei ragazzi miti e considerati deboli nel gruppo dei pari.

Probabilmente, arginare tale problematica non è facile, certo è che questo non può essere motivo di “assoluzione” delle responsabilità da parte delle istituzioni. Il giovane che è oggetto di comportamenti, spesso ripetuti, di bullismo, nonché la Famiglia del ragazzo che accusa tali violenze psicologiche, verbali e/o fisiche che siano, devono essere tutelati. È quanto, invece, non è accaduto ai genitori della ragazza di Ardea, i quali dopo aver chiesto ai docenti l’allontanamento dalla scuola della “bulla”, hanno dovuto anche subire atti denigratori rivolti alla propria figlia da parte dello stesso personale a cui avevano chiesto aiuto – questo è quanto dichiarato dal padre della ragazza vittima dei fatti qui descritti, il quale aggiunge – “visto il completo disinteresse del personale scolastico, vista l’effettiva possibilità che mia figlia potesse essere nuovamente aggredita dalla studentessa ‘bulla’, siamo stati costretti a far uscire nostra figlia dall’istituto e tornare a casa dopo aver denunciato nuovamente l’accaduto ai Carabinieri“.

Ora, il papà della ragazza oggetto del “bullismo”, è orientato a rivolgersi anche al Ministero dell’Istruzione per denunciare i fatti accaduti ed è pronto a non far tornare a scuola la propria figlia, fino a quando non verrà allontanata dall’Istituto l’altra ragazza.

(Il Faro on line)