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A Formia sta per approdare ‘Il Dio dimenticato’

5 dicembre 2017 | 15:00
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A Formia sta per approdare ‘Il Dio dimenticato’

Un ciclo di incontri sulla poesia in lingua italiana.

Formia – A partire da giovedì 7 dicembre, alle 18.00 al Teatro Bertolt Brecht in via delle Terme romane a Formia, inizia “Il Dio dimenticato”, un ciclo di incontri sulla poesia in lingua italiana all’interno del progetto Officine Culturali della Regione Lazio e del riconoscimento del Mibact.

La scelta di Pasquale Gionta, curatore di questa rassegna poetica, è incentrata su autori che rappresentano esempi di non rari e ingiustificati silenzi che costellano la storia letteraria del nostro Novecento. Poeti, cioè, grandi (in qualche caso, notevoli), ma purtroppo trascurati, o addirittura dimenticati, cancellati, spesso non più ripubblicati dai loro stessi editori.

Nemmeno rintracciabili nelle storie letterarie, nei repertori critici. Persi nel tempo, da cercarsi nei vecchi cataloghi. In attesa di qualche amante della poesia, generoso e volenteroso, ma soprattutto di qualcuno che li ascolti e li rilegga, e che sappia ritrovare la forza del loro valore e della loro presenza.

Nel primo di questi incontri, “Inverno dello scrivere nemico…”, previsto per il 7 dicembre, verrà presentata la poesia di Beppe Salvia, scrittore nato a Potenza nel 1954 e morto a Roma nel 1985. All’interno di una comunità ristretta e appassionata di poeti-lettori, sull’opera in versi e in prosa di Salvia si è sedimentata, nel corso degli anni, una piccola leggenda biografica. Restano le sue poesie, lascito di un grande lirico, uno degli ultimi capaci di attingere originalmente e direttamente alla fonte leopardiana, una voce tra le più raffinate, inventive e sorprendenti, nel panorama della poesia italiana degli ultimi decenni.

Il secondo incontro, con l’auspicio di poter ripetere tale appuntamento anche negli anni futuri., “Non è scomparsa la regalità dalla terra…”, avrà al centro la poesia di Juan Rodolfo Wilcock, scrittore italiano di origine argentina, nato a Buenos Aires nel 1919 e morto a Velletri nel 1978. Quando, nel 1958, Rodolfo Wilcock si stabilì in Italia, aveva già pubblicato in patria sei raccolte di liriche che lo collocavano nella cerchia di Jorge Luis Borges. In italiano ha scritto la maggior parte della sua produzione letteraria che comprende poesie, romanzi e testi teatrali. Al suo “Canzoniere italiano” (Italienisches Liederbuch, 1974) appartengono i testi lirici che saranno proposti il 17 febbraio prossimo, alle 18.00 con la cura di Pasquale Gionta e la direzione artistica di Maurizio Stammati.

Ingresso libero.

(Il Faro on line)