TRE CAMPIONI E LE LORO VITTORIE NELLO SPORT |
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Fiamme Gialle, Daniele Garozzo, Antonella Palmisano e Martina Caironi si raccontano

15 dicembre 2017 | 06:30
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Fiamme Gialle, Daniele Garozzo, Antonella Palmisano e Martina Caironi si raccontano
Fiamme Gialle, Daniele Garozzo, Antonella Palmisano e Martina Caironi si raccontano
Fiamme Gialle, Daniele Garozzo, Antonella Palmisano e Martina Caironi si raccontano
Fiamme Gialle, Daniele Garozzo, Antonella Palmisano e Martina Caironi si raccontano
Fiamme Gialle, Daniele Garozzo, Antonella Palmisano e Martina Caironi si raccontano

Al Salone d’Onore del Coni, in prossimità della cerimonia di fine anno gialloverde, gli atleti della Guardia di Finanza descrivono ricordi, emozioni, sensazioni e desideri. Per loro, il 2017 è stato eccezionale e raccontano perché..

Fiamme Gialle, Daniele Garozzo, Antonella Palmisano e Martina Caironi si raccontano

Il Faro on line – Tre campioni unici. E tutti con la divisa Fiamme Gialle. Tutti saliti sul podio e con tante medaglie da celebrare.

Li ha incontrati Il Faro on line, al Salone D’Onore del Coni. Daniele Garozzo, Antonella Palmisano e Martina Caironi sono i gioielli dello sport gialloverde. Ognuno nelle proprie discipline sportive di appartenenza ha portato alle Fiamme Gialle e all’Italia, medaglie e soddisfazione.

La più giovane per la vittoria in un Mondiale, è Antonella Palmisano. Lo scorso mese di agosto, per la prima volta in carriera, è salita sul podio. Terzo posto per lei, a Londra 2017.

Nella marcia femminile dei 20 km, la Palmisano, quarta a Rio 2016, non si è mai staccata dal gruppo di testa e sin dall’inizio ha insistito. Ha dimostrato che l’Italia ci stava lì davanti e puntava in alto. Allora, non ha mai mollato e si è meritata la medaglia di bronzo. Negli ultimi metri, era quarta Antonella, per le strade del centro di Londra. Poi la squalifica della cinese davanti a lei, per uno stile di marcia non probabilmente regolare, ha aperto alla Palmisano la strada verso il podio. Tanto sudore, tanta volontà e tanta passione, per uno sport che sin da bambina, l’ha vista protagonista. Voleva la medaglia al Mondiale. Quella che non era arrivata a Rio. E nonostante, la decisione dei giudici, comunque l’alloro mondiale ha trovato un collo meritevole dove brillare.

Anche sul petto di Daniele Garozzo ha brillato una medaglia importante, e non solo una. Quella di Rio 2016, tutta dorata e tutta nuova per lui, ha particolarmente segnato la sua carriera. Grande gioia e grande responsabilità, il titolo olimpico in Brasile. Nel fioretto individuale maschile, non c’è stata storia. Anche lui, la mattina prima della finale, come racconta a Il Faro on line, avrebbe scommesso sul Garozzo azzurro. Il cuore di un atleta non sbaglia mai e quella felicità dell’ItaliaTeam della scherma è arrivata. Ma non si è fermato, Daniele. Dopo la vittoria in Brasile, anche il titolo continentale si è fatto spazio in bacheca, con un’altra medaglia d’oro. E a Lipsia 2017, l’ultimo successo iridato assoluto, prima delle medaglie ultime in Coppa del Mondo e la vittoria Coppa Europa per Club. La scorsa estate ha festeggiato l’oroa squadre e il bronzo individuale mondiale. Un gioiello per la scherma italiana e per quella delle Fiamme Gialle. Lo ha raccontato, ai lettori di testata, prima dell’inizio della cerimonia, al Salone d’Onore del Coni.

Seduta tra gli altri campioni gialloverdi, Martina sorride e racconta delle sue medaglie mondiali. Nel mese di agosto, si sono rinnovati e moltiplicati i suoi titoli iridati nell’atleticaleggera paralimpica. Salto in lungo e 100 metri T42. Non ha avversarie Martina. Campionessa unica in queste specialità e perla del Comitato Italiano Paralimpico. Ha bisogno di crescere però questo movimento. Lo sottolinea e l’argomento è il principale nelle sue dichiarazioni. A pochi secondi dall’inizio dell’incontro di fine anno, che le Fiamme Gialle svolgono di consueto con la stampa, la Caironi, pluricampionessa paralimpica, desidera che avversarie e mondo a cui appartiene possano crescere, sempre di più. Lei aiuta la sua atletica con la passione, con quella velocità ineguagliabile con cui taglia traguardi e salta pedane sabbiose.

Negli ultimi anni, il mondo paralimpico sta accrescendo, fenomeno, attrezzature, atleti e strumenti. Ma ha necessità di farlo, ancora. Lo sviluppo delle protesi, nella tecnologia e nell’ingegneria è fondamentale, per aiutare chi come Martina desidera correre, dopo che la vita ha messo a dura prova, cuore e corpo. Lo sport cambia il destino delle persone se comunque supportato da strumenti che abbattono barriere e difficoltà. Tante atlete potrebbero usufruirne ed incontrarsi con lei, in pista. Il sogno di Martina è questo. Vedere il suo movimento paralimpico sempre più splendente e ricco di avversari rispettosi da sfidare. L’indole di un’atleta è questo e Martina ama correre e mettersi in gioco.

Daniele Garozzo, campione olimpico, mondiale ed europeo di fioretto :

“E’ andata benissimo. Ormai, ne è passata di acqua sotto i ponti, mi porto nel cuore, un grande ricordo. E’ stata una grande emozione, ma vado avanti. Per me, è stato inaspettato l’oro di Rio, tuttavia se avessi scommesso su di me, avrei indovinato. La medaglia me l’avevano rubata sul treno. Fortunatamente, poi è stata ritrovata. Umanamente, la medaglia mi ha dato una soddisfazione incredibile. Aver vinto un’Olimpiade ti completa, dal punto di vista lavorativo mi sento gratificato. Nel momento in cui smetterò, spero tra molti anni, in qualsiasi caso mi riterrò soddisfatto e vincitore. Per quanto riguarda, l’eredità che mi ha lasciato sportivamente, in pedana mi ha dato molta più sicurezza. Si è visto poi nell’anno successivo, con i risultati che sono venuti. Però c’è ancora tanto da vincere e da lavorare. Ho vinto a Lipsia, l’oro a squadre e il bronzo individuale e ho vinto prima, l’Europeo individuale. Una bellissima annata e spero di ripetermi quest’anno. La scherma mi ha dato tantissimo. Le devo tanto. Mi ha dato la possibilità di girare il mondo, di aprirmi a nuove culture, di viaggiare e fare nuove amicizie. E soprattutto, mi ha dato la capacità di migliorarmi in ogni aspetto della mia vita, ogni giorno. Noi atleti siamo un po’ ossessionati dal miglioramento, che deve avvenire quotidianamente. Non solo in pedana, ma in tutti gli aspetti della vita. Sin da bambino sono stato sempre portato per il fioretto. Ho iniziato con quello e non ho avuto motivo di cambiare”.

Antonella Palmisano, bronzo mondiale nella marcia dei 20 km :

“Con il fatto che fu squalificata la cinese, quando sono arrivata al traguardo, non mi sono potuta godere tanto il momento, ma comunque sono stata contenta di essere arrivata a podio. Non di aver portato a casa, un’altra medaglia di legno, come a Rio 2016. La gioia è stata tanta. Tuttavia, pensando al quarto posto alle Olimpiadi, ho sempre pensato che per l’anno agonistico che avevo avuto prima, ferma a causa di un infortunio, non ho avuto l’amaro in bocca. Arrivare quarta alla prima Olimpiade, facendo esperienza, sono rimasta contenta. A questo Mondiale, arrivare sul podio, ci tenevo di più, perché ho avuto un anno di forma fisica regolare. Ambivo alla medaglia. Arrivare quarta anche a Londra, non mi sarebbe piaciuto. Dopo l’arrivo, tutto si è concluso in bellezza. Sono stata molto felice. Sin dall’inizio sono stata tra le prime posizioni. Ero consapevole di trovarmi nel gruppo di testa, volevo giocarmela fino alla fine. Ero già partita decisa di marciare in testa. E’ stata la mia prima medaglia assoluta mondiale, è stata una grande soddisfazione. Mi fa ben sperare per il futuro. Adesso, preparazione invernale. La prima gara importante dell’anno sarà quella in Cina, per la Coppa del Mondo. Intanto, aggiungeremo un periodo di preparazione in Giappone, proprio per prepararci al fuso orario e al clima in visione olimpiade. Non vogliamo avere scuse. Nella marcia mi sono sentita sempre, abbastanza veloce. E nel tempo, ho visto che ho preso la decisione giusta”.

Martina Caironi, pluricampionessa paralimpica e mondiale, 100 metri e salto in lungo :

“Ad agosto, ho vinto le due medaglie d’oro. Devo dire purtroppo, che non ho tuttavia sufficienti avversarie, per poter essere stimolata, anno per anno. Anche per questo motivo mi batto, per poter far conoscere anche in Italia e non solo, il movimento paralimpico, per cercare di trasmettere la passione che ho io per l’atletica. E parlare delle condizioni necessarie per poter praticare questo sport. Per esempio, parlando dello sviluppo e miglioramento delle protesi”.

Foto di gruppo atleti : Giuseppe Marchitto/Ufficio Stampa Fiamme Gialle

Foto Daniele Garozzo : Augusto Bizzi

Foto Antonella Palmisano : Fidal/Colombo