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Biogas a Tarquinia, le associazioni ambientaliste ‘speriamo che la Regione ragioni’

7 marzo 2018 | 06:00
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Biogas a Tarquinia, le associazioni ambientaliste ‘speriamo che la Regione ragioni’

Sarà decisiva la conferenza Aia per la valutazione finale del progetto di una centrale biogas-biometano.

Tarquinia – Gian Piero Baldi, medico Isde e presidente dell’associazione Bio Ambiente di Tarquinia, e Simona Ricotti, responsabile del settore Energia di Forum Ambientalista. informano la popolazione locale che il 7 marzo si terrà a Roma presso la regione Lazio la seconda seduta, probabilmente conclusiva, della conferenza Aia (Autorizzazione Integrata Ambientale) per la valutazione definitiva del progetto di una centrale biogas-biometano a Tarquinia.

Una lotta per la salute pubblica

“I cittadini della località Olivastro, – scrivono Baldi e Ricotti – insieme alle associazioni Forum Ambientalista e Bio Ambiente di Tarquinia, stanno combattendo ormai da oltre 4 anni contro tale progetto in fase ultima di valutazione e cioè contro un’industria classificata per normativa vigente insalubre di prima classe (a causa della digestione anaerobica di Forsu, cioè di rifiuti organici).

“Tale ostinata lotta è sicuramente a favore della salute di tutta la popolazione di Tarquinia ma anche dei paesi e città limitrofe. Infatti un’altra centrale si verrebbe a sommare alle altre fonti note altamente inquinanti già presenti nel nostro territorio, dove purtroppo esiste una predominanza del + 11% di mortalità per cancro (dati sanità regione Lazio). Tutto ciò avviene purtroppo in un territorio circoscritto a poche decine di chilometri di raggio.

“Speriamo che alla regione – commenta la nota – il buon senso e la sana logica degli enti pubblici decisori prevalga sugli interessi economici dei privati proponenti tale progetto. Il ruolo principale e determinante sarà domani chiaramente in mano ai rappresentanti del comune di Tarquinia, che finora si è sempre dichiarato contrario a tale progetto industriale a tutela della salute dei suoi cittadini e del proprio territorio.

“A tal fine la nuova amministrazione comunale ha addirittura emanato l’estate scorsa una delibera consigliare di contrarietà al progetto industriale biogas. Sarebbe veramente assurdo infatti – concludono Baldi e Ricotti – permettere l’insediamento di un’ industria del genere nel bel mezzo dell’agricoltura di pregio di Tarquinia ma soprattutto obbligare le famiglie esistenti all’Olivastro (addirittura con due bambini anche di solo un anno di vita) a ‘vivere una centrale’ tra le proprie abitazioni (una a zero metri dal confine)”.

(Il Faro on line)