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Minniti, ‘jihad, mai così forte in Italia la minaccia del terrorismo’

28 marzo 2018 | 09:34
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Minniti, ‘jihad, mai così forte in Italia la minaccia del terrorismo’

Terrorismo, perquisizioni in ambienti dell’estremismo islamico; preoccupano i flussi fantasma di migranti da Tunisia e Algeria.

Il quadro che è venuto fuori dall’inchiesta sull’imam di Foggia “non ha eguali in Occidente”. Lo dice, in un’intervista alla Stampa, il ministro dell’Interno Marco Minniti che spiega: “Il quadro della minaccia di Isis rimane radicalmente immutato. Anzi, la caduta di Raqqa e Mosul, se da una parte fa venir meno l’elemento ‘territoriale’ del Califfato, dall’altro aumenta la pericolosità dell’altra componente, quella terroristica”.

Marco Minniti

Marco Minniti

“Grazie a un’indagine svolta da personale super-specializzato – continua Minniti – siamo stati capaci di penetrare un ‘cuore di tenebra’. Lì veniva utilizzato il vocabolario tipico dell’Isis e di Al Adnani, il ministro della propaganda del Califfato. L’elemento di novità assoluta è che tutto questo avviene qui, non a Dacca o nei territori dell’Isis. Nel cuore dell’Europa”. “Il nuovo governo – invita dunque Minniti – continui con le espulsioni contro i radicalizzati”.

Altro “elemento di forza” nella lotta al terrorismo, sottolinea anche, “è stata l’unità delle forze politiche. Pensiamo a forze contrapposte e diversissime come il Pci e la Dc. Possono cambiare i governi, come è giusto che sia, ma l’Italia non dovrà mai disperdere questo patrimonio della democrazia”. Con l’indagine di Foggia, inoltre, secondo Minniti, “è stata dimostrata l’importanza del patto con l’Islam italiano, chiamato un’altra volta a grande responsabilità”.

Terrorismo, perquisizioni in ambienti dell’estremismo islamico

Perquisizioni da parte della Polizia nel Nord Italia nei confronti di soggetti legati ad ambienti dell’estremismo islamico. I 13 decreti di perquisizione sono stati emessi nell’ambito dell’indagine che ha portato in carcere l’italo-marocchino Elmahdi Halili e sono scattati a Milano, Napoli, Modena, Bergamo e Reggio Emilia. Nell’inchiesta sono coinvolti anche alcuni italiani convertiti all’Islam, oltre a cittadini di origine straniera: l’accusa ipotizzata nei è di aver svolto una campagna di radicalizzazione e proselitismo sul web.

Migranti, Frontex rilancia l’allarme terrorismo

Frontex rilancia l’allerta terrorismo sui flussi migratori. Il direttore esecutivo dell’Agenzia europea Fabrice Leggeri, al Parlamento europeo, è tornato a mettere in guardia sugli ‘sbarchi fantasma’ da Tunisia e Algeria verso l’Europa, chiamati così perché invisibili e fuori controllo. “Dobbiamo essere certi che non vi siano attraversamenti non intercettati dei confini dell’Ue, perché questo va a scapito della sicurezza” dell’intera Unione, ha avvertito Leggeri, nel tracciare i contorni della nuova operazione Themis, gestita con l’Italia, sulla rotta del Mediterraneo centrale, in uno spirito “di gestione più integrata delle frontiere” rispetto al passato.

frontexL’attenzione sul fenomeno è massima. A rendere il senso della preoccupazione e dell’urgenza, anche i ripetuti voli notturni dei mezzi di Frontex, con l’ausilio dei termovisori, per individuare le nuove vie di ingresso nel vecchio continente. Se infatti si riducono gli sbarchi dalla Libia, le stime ufficiali descrivono già in crescita quelli dalla Tunisia. In tutto “gli arrivi sono stati il 62% in meno dello stesso periodo dello scorso anno – spiega Leggeri -. Il 71% dei migranti è partito dalla Libia, rispetto al 95% del 2017, ma nel 2018 il 20% è giunto dalla Tunisia”, mentre si assiste ad “una crescita vertiginosa di arrivi in Spagna” da Marocco e Algeria.

A pochi giorni dall’attacco al supermercato di Trebes, in Francia, ad una manciata di ore dall’arresto di un’egiziano, ritenuto affiliato dell’Isis, a Foggia, ed in una Roma che si blinda in vista delle festività di Pasqua, dopo l’allarme per la presenza di un tunisino ritenuto appartenente a Daesh, le parole di Leggeri pesano come macigni. Già nei mesi scorsi, un rapporto dell’Interpol aveva segnalato l’arrivo sulle coste italiane di una cinquantina di tunisini, ex combattenti dell’Isis, che in alcuni casi sarebbero subito ripartiti per altri Paesi europei. Viminale e intelligence italiana allora avevano smentito categoricamente: “non c’è alcun riscontro”.

Ma il rischio concreto legato al fenomeno è noto da mesi. Sarebbero ormai centinaia gli sbarchi fantasma sulle coste siciliane e sarde, con i tunisini, ma anche africani dell’area sub sahariana, che arrivano a bordo di pescherecci o barchini fin sulla spiaggia e poi si dileguano, spesso con l’ausilio di basisti. A provarlo sono anche i risultati di un’inchiesta, la ‘Scorpion Fish’, della Dda di Palermo e della Gdf, che nel giugno scorso scorso ha portato all’arresto di una quindicina tra italiani e tunisini.

Intanto Francia e Germania, che hanno riattivato i controlli alle frontiere interne Schengen ormai da due anni, si starebbero preparando a notificare un’ulteriore proroga a Bruxelles, in vista della scadenza, a maggio, proprio per contrastare il rischio terrorismo