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Allevamento di cozze a Fondi e Sperlonga, arriva il ‘no’ del Tar

Diverse le illegittimità che il Tar ha riscontrato nell'iter della Regione. Per i giudici amministrativi c'è stato un "non corretto uso del potere."

Fondi e Sperlonga – Il Tar ha annullato i provvedimenti della Regione Lazio relativi all’allevamento di cozze proposto dalla “Mitilflegrea” e ha disposto anche l’invio degli atti alla Procura della Repubblica di Latina e alla magistratura contabile per quanto di propria competenza.

Tra i rilievi evidenziati dall’Ente ci sarebbero i pareri favorevoli all’allevamento di cozze in realtà mai resi, il fatto che il Comune di Sperlonga sia stato interpellato al posto di quello di Fondi (coinvolto solo tardivamente)e, infine, la concessione di un’occupazione anticipata non supportata da ragioni d’urgenza.

La vicenda.

L’iter burocratico relativo all’allevamento inizia nel 2014. Nel 2017, a distanza di tre anni, arriva la concessione demaniale alla “Mitilflegrea società cooperativa arl”. Uno specchio d’acqua grande ben 350mila metri quadrati in una zona compresa tra Fondi e Sperlonga. Subito dopo, giunge il ricorso al Tar dell’amministrazione  De Meo.

Il ricorso – diranno i giudici amministrativi – è fondato e, quindi,  viene accolto.

Le motivazioni del Tar

“Superficialità”. I giudici amministrativi definiscono così la maniera con cui è stata condotta l’istruttoria.

Il motivo? La Regione, direzione Agricoltura, sviluppo rurale caccia e pesca avrebbe coinvolto il Comune di Sperlonga ma non quello di Fondi, sebbene la capitaneria di porto avesse reso noto già nel 2015 che lo specchio acqueo in questione coinvolgesse l’Ente in prima linea (“dinanzi al litorale del Comune di Fondi, oltre il confine nord del Comune di Sperlonga). E, invece, al Comune di Fondi non era stata neppure stata indirizzata la corrispondenza. 

D’altra parte, nel dicembre del 2015, durante la Conferenza dei servizi, viene confermata la ricezione della Capitaneria, attribuendole un parere favorevole, che il Tar definirà non veritiero.

Mentre, i giudici amministrativi sulla condotta si esprimeranno così: “espressione di un non corretto e negligente uso del potere.”

L’amministrazione ignorata

Nel marzo del 2017, l’amministrazione fondana, fino ad allora mai coinvolta, viene interpellata.

La nota che viene inviata, però, rispetto alla stessa giunta al Comune di Sperlonga, risulterà più “succinta e generica”, tanto da glissare il fatto che il parere tecnico debba essere espresso, per legge, durante la conferenza dei servizi. Una nota che omette, inoltre, ogni riferimento alla celebrazione, già avvenuta, e agli esiti, risalenti ormai al 2015, dell’ultima conferenza.

L’unica cosa che giunge a Fondi, in effetti, è la relazione tecnica della “Mitilflegrea”, nella quale, tra l’altro, lo specchio acqueo in questione viene indicato come ricadente solo nel Comune di Sperlonga. All’ignaro Comune di Fondi, quindi, non vengono forniti tutti gli atti nelle more intervenuti, dall’esame dei quali – afferma il Tar – tale amministrazione si sarebbe potuta accorgere di quale fosse la reale consistenza dell’allevamento proposto dalla “Mitilflegrea” e di quale fosse la reale incidenza sullo specchio d’acqua antistante al proprio litorale turistico.

La decisione finale

Alla luce dei fatti analizzati, per il Tar la Regione ha fornito al Comune di Fondi informazioni “insufficienti, parziali e fuorvianti” ragion per cui l’Ente annulla gli atti impugnati, disponendo il già citato invio alla Procura della Repubblica e alla Procura della Corte dei Conti per le relative valutazioni di competenza.

(Il Faro on line)