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Lo strano caso di Arkadij Babchenko, il giornalista dissidente ucciso ‘per finta’

31 maggio 2018 | 01:43
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Lo strano caso di Arkadij Babchenko, il giornalista dissidente ucciso ‘per finta’

Un omicidio inscenato dai servizi segreti ucraini per sventare un vero attentato ma Mosca replica: “Una provocazione”

Kiev – Un acerrimo critico di Putin, un ‘nemico’ del Cremlino, un giornalista dissidente che aveva lasciato la Russia dopo un post su Facebook.

I giornali hanno così descritto Arkadij Babchenko, lo scrittore russo ucciso “per finta” a Kiev il 29 maggio 2018 e “risuscitato” il giorno dopo in diretta tv.

Non un semplice colpo di scena, ma un’operazione militare dei servizi segreti ucraini per sventare un vero attentato.

L’omicidio

Arkadi Babchenko, conduttore di un programma televisivo nel canale privato ucraino Atr, venne “ucciso” con tre colpi di arma da fuoco mentre rincasava.

Era andato a fare la spesa e un killer lo ha freddato mentre era ancora sulle scale che portano alla sua abitazione, nel quartiere Dniprovski di Kiev. La “morte” è sopraggiunta in ambulanza.

Il mandante russo

Visti i suoi trascorsi bellicosi con il capo del Cremlino, per Babchenko, che si era candidato nelle elezioni del 2012, si era ipotizzato, tra i mandanti, quello russo.

Considerato uno dei più importanti corrispondenti di guerra della Russia, nel febbraio 2017 lasciò la patria dopo le minacce ricevute in seguito a un post pubblicato su Facebook nel dicembre 2016.

Il dissidente si diceva “indifferente” per la morte di diversi componenti del Coro dell’Armata rossa in un incidente aereo avvenuto mentre questi stavano per raggiungere a Siria.

Non solo: aveva definito “aggressore” Mosca per l’intervento a fianco di Bashar Assad; si era schierato contro l’intervento russo in Ucraina e contro l’annessione della Crimea.

Lavorava da free lance per diversi media britannici, tra cui il Guardian e la Bbc, per cui aveva scritto dell’elicottero ucraino abbattuto nell’est dell’ex repubblica sovietica nel 2014.

Il suo omicidio sarebbe stato il secondo di un giornalista di elevato profilo avvenuto a Kiev negli ultimi due anni. Nel 2016 toccò al bielorusso Pavel Sheremet, ucciso da un’autobomba.

Il colpo di scena

A meno di 24 ore dall’omicidio, il giornalista è comparso, vivo e vegeto, in diretta tv nel corso di una conferenza stampa, durante la quale il capo dei servizi di sicurezza ucraini, Vasyl Hrytsak, ha spiegato che l’assassinio del reporter è stato inscenato per stanare agenti russi.

“Grazie a questa operazione siamo riusciti a sventare una cinica provocazione e a documentare i preparativi per questo crimine da parte dei servizi speciali russi”, ha detto Hrytsak, precisando che questa “provocazione” consisteva nell’assassinio di Babchenko.

“Sono state raccolte prove evidenti – ha detto Babchenko ai giornalisti – e la cosa più importante è che la mia vita è stata salvata e che sono stati sventati altri attentati più gravi, perché si stavano preparando ad azioni gravi”.

Poi ha spiegato: “Mi hanno detto che c’era un ordine di uccidermi, sono stati pagati i soldi, 40mila dollari, un bel prezzo direi, mi hanno fatto vedere i documenti, il mio passaporto, la foto che c’è solo nel mio passaporto, quando l’ho fatto, e nell’ufficio che li rilascia, ed è stato chiaro che l’informazione arrivava dalla Russia, evidentemente dai servizi speciali”.

“Mi hanno proposto di partecipare a questa operazione e io ho accettato, tanto sarebbe andata avanti lo stesso“, ha concluso.

La replica del Cremlino

Non si è fatta attendere la risposta di Mosca. Il Ministro degli Esteri russo, stizzito, ha così commentato il finto omicidio:

“I veri motivi per questa performance adesso iniziano a venire a galla, è un’altra provocazione anti-russa da parte dell’Ucraina e consiste nel montare accuse contro Mosca”.

E ancora: “Ora si comprendono anche quali saranno le azioni future dell’Sbu, continuare a fomentare provocazioni”.

“Azioni apparentemente progettate per avere effetto di propaganda hanno finito con l’ingannare il mondo intero dopo che ha risposto alle notizie provenienti in diretta dall’Ucraina sull’uccisione del giornalista”, ha concluso il ministro.