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Ballottaggio a Fiumicino, finisce la campagna dei veleni, è il momento del voto

23 giugno 2018 | 11:30
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Ballottaggio a Fiumicino, finisce la campagna dei veleni, è il momento del voto

Si parte con un dato di astensione altissimo al primo turno: 1 elettore su 2 ha disertato le urne. E statisticamente al ballottaggio la percentuale tende a salire…

Fiumicino – Si vota. Al ballottaggio ci sono il sindaco uscente Esterino Montino e lo sfidante Mario Baccini. E’ stata la prima campagna elettorale immersa totalmente nell’era dei social network, e non è stato un bel vedere.

Innanzitutto perché si è capito che il coinvolgimento popolare non può passare solo per dei post autoprodotti su Facebook; il dato sull’astensionismo è lì a dimostrarcelo, ma ancor più la scarsa reattività della città rispetto al dibattito politico. Se togliamo qualche convention (nemmeno tutte) dei candidati, in giro si è vista poca gente e ancor meno si è sentito parlare di politica.

Si parte con un dato di astensione altissimo al primo turno: 1 elettore su 2 ha disertato le urne. E statisticamente al ballottaggio la percentuale tende a salire… Il che potrebbe favorire l’ascesa di un candidato a danno di un altro.

In secondo luogo perché è stata una campagna basata sui veleni, sul discredito dell’avversario, sulle lotte (spesso intestine). Montino e Baccini, per la verità, si sono tenuti fuori il più possibile da questo andazzo, ma molti loro supporter no.

Obiettivo numero uno: screditare e offendere

Sui social c’è stato un florilegio di offese personali, dichiarazioni al limite del codice penale (a volte oltre…), accuse non dimostrate, fake news. Qualunque iniziativa dell’uno veniva ridicolizzata dai supporter dell’altro, e così facendo il confronto tra i programmi non è mai davvero decollato.

Sfido chi ha criticato l’uno o l’altro, a parlare dei programmi del rispettivo avversario. Non credo davvero ne conoscano neanche una riga e, cosa ancor più grave, spesso non conoscono neanche quello del proprio candidato. Eppure sui social parlano, eccome se parlano. Ma non potendo costruire, distruggono.

L’era dei social non ha portato – come invece poteva essere auspicabile – a un incremento dell’offerta informativa, a una crescita dei chiarimenti sui diversi programmi e prospettive di crescita per il territorio, bensì si è scivolati sul turpiloquio, sulle insinuazione, sullo sberleffo, sulle false accuse (Il Faro on line ha deciso di non pubblicare alcune notizie e “prese di posizione”, ben sapendo di perdere una buona fetta di click e di like, ma fedele al proprio ruolo di giornale super partes ed eticamente impegnato).

Lasciatemelo dire, in questo senso ben venga il ritorno dei giornali al ruolo di “media”, cioè di guida del dibattito, di analisi, di verifica e controllo. A patto che siano indipendenti e non pilotati, ovviamente. Ma in questo i lettori hanno la facoltà di scegliere, né più né meno come dentro la cabina elettorale fanno da elettori.

L’aspetto politico

Fin qui lo scenario “largo” che ha accompagnato queste due settimane. Scendendo nell’aspetto politico, si è consumata la frattura tra i candidati di Lega e Fratelli d’Italia e la squadra di Baccini. Il vessillo del centrodestra unito non è bastato a sopire le diatribe. Nel frattempo ci sono stati posizionamenti vari all’interno del centrodestra, e sarà da vedere quanto l’elettorato ha capito/gradito questi movimenti.

I Cinque stelle hanno dato libertà di scelta, nel senso di non indicare alcun candidato. Apparentamenti ufficiali non ce ne sono stati, e dunque i due candidati in lizza vanno al ballottaggio appoggiati dagli stessi simboli del primo turno.

Ora è il momento del voto, e questa campagna elettorale con pochi manifesti, pochi confronti e pochi contenuti finirà. Poi sarà il momento dell’amministrare, non solo per il bene della città, ma anche per far tornare – soprattutto le nuove generazioni – a parlare di Politica. E utilizzare internet non come terreno di scontro (dietro lo scudo di uno schermo) ma come possibilità di dialogo.

Va ricordato che i social network non soggiacciono alla disciplina della par condicio, dunque in quella sede è possibile pubblicare e ripubblicare all’infinito qualunque messaggio, anche elettorale. Il che – se vogliamo dirlo – è un altro grave problema dell’informazione e un’ulteriore evidenza che in qualche modo bisognerà regolamentare il sistema, ma soprattutto – prima ancora delle regole – sta ai cittadini tornare a leggere i giornali direttamente sui giornali, quand’anche telematici, e non fidarsi solo dei post.