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Medio Oriente, il grido del Papa: “L’indifferenza uccide la pace”

7 luglio 2018 | 11:02
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Medio Oriente, il grido del Papa: “L’indifferenza uccide la pace”

Il Pontefice in preghiera sulle reliquie di San Nicola nella Cattedrale del capoluogo pugliese insieme ai capi delle Chiese Cristiane per invocare il dono della pace su Gerusalemme, “città santa amata da Dio e ferita dagli uomini, sulla quale ancora il Signore piange”

Bari – “L’indifferenza uccide, e noi vogliamo essere voce che contrasta l’omicidio dell’indifferenza. Vogliamo dare voce a chi non ha voce, a chi può solo inghiottire lacrime, perché il Medio Oriente oggi piange, soffre e tace, mentre altri lo calpestano in cerca di potere e ricchezze. Per i piccoli, i semplici, i feriti, per loro dalla cui parte sta Dio, noi imploriamo: sia pace!“.

Papa Francesco denuncia le gravi condizioni in cui verte oggi il Medio Oriente,  una “splendida regione” sulla quale “si è addensata, specialmente negli ultimi anni, una fitta coltre di tenebre: guerra, violenza e distruzione, occupazioni e forme di fondamentalismo, migrazioni forzate e abbandono, il tutto nel silenzio di tanti e con la complicità di molti“.

Lo fa dal lungomare di Bari, dove assieme ai capi delle Chiese cristiane orientali prega per il dono della pace nelle terre che hanno visto sorgere il cristianesimo e le altre religioni monoteiste.

La scelta di celebrare questo incontro nel capoluogo pugliese non è casuale: nell’antica Cattedrale, meta di centinaia di pellegrini, riposano le spoglie di San Nicola, vescovo di Myra, un santo il cui culto lega le Chiese d’Occidente con quelle d’Oriente.

Davanti alla grande basilica romanica che custodisce le reliquie del patrono di Bari, il Pontefice accoglie i Patriarchi e li saluta singolarmente. Quindi, in un clima di grande fraternità, la venerazione delle reliquie del Santo.

Dopo aver salutato i membri della comunità dei Domenicani che custodiscono la basilica, anche il Papa si inginocchia davanti davanti alle spoglie del Santo, ripetendo il gesto di venerazione dei pellegrini. Poi, aiutato da padre Giovanni Distante, rettore della Basilica, l’accensione della “lampada uniflamma”.

Si tratta di una lampada particolare, a forma di barca, che rappresenta la Chiesa. Al centro spicca la figura di San Nicola: sulle spalle del Santo ci sono due coppe che rappresentano la Chiesa d’Oriente e quella d’Occidente. In greco e in latino vi è incisa la preghiera che Gesù rivolge al Padre prima di morire: “Che siano uno”.

St. Nicholas, Pray for Us
#PopeFrancis#peace#MiddleEastpic.twitter.com/rsDeKjPDKM

— Greg Burke (@GregBurkeRome) 7 luglio 2018

Queste coppe piene di oli differenti, a dimostrazione del fatto che la Chiesa è composta anche di diversità. E ciò non è qualcosa di negativo, bensì rappresenta ricchezza, nella misura in cui il cristianesimo si incarna nelle varie culture e realtà dei popoli. Infatti, pur essendo alimentata da oli diverso, la fiamma è una sola, quale simbolo dell’unità nella diversità.

Terminato il momento di preghiera nella cripta, Francesco e i Patriarchi, a bordo di un pulmino scoperto, raggiungono il lungomari di Bari, dove sulla rotonda di largo Giannelli si erge un grande palco bianco, con al centro un crocifisso. Qui si svolge la preghiera ecumenica per la pace. Accanto al Papa, il Patriarca Bartolomeo.

Sotto il sole, numerosi gruppi di fedeli, per niente intimoriti dalle alte temperature, fin dalle prime ore della mattinata hanno iniziato ad raggiungere il lungomare di Bari per assistere e partecipare alla preghiera ecumenica di Papa Francesco con i Patriarchi per la pace in Medio Oriente.

Ingenti le misure di sicurezza: duecentocinquanta telecamere fisse, droni, video dagli smartphone dei poliziotti, controlli di forze dell’ordine dal mare con sommozzatori e moto d’acqua e no fly zone sul centro città.

Il piano sicurezza vede in campo circa mille uomini di tutte le forze di Polizia. Il tutto è gestito dalla situation room della Questura, dove ci sono rappresentanti di polizia, carabinieri, guardia di finanza, polizia locale e municipale, stradale, capitaneria di porto, un responsabile del piano sanitario, polizia penitenziaria, un responsabile scorte e vigili del fuoco.

Dalla “Rotonda” sul lungomare, “finestra spalancata sul vicino Oriente“, Papa Bergoglio esprime vicinanza ai popoli del Medio Oriente. Quindi ringrazia i Patriarchi “per essere venuti qui con generosità e prontezza”.

“Qui contempliamo l’orizzonte e il mare e ci sentiamo spinti a vivere questa giornata con la mente e il cuore rivolti al Medio Oriente, crocevia di civiltà e culla delle grandi religioni monoteistiche”.

Da quelle terre, fa notare il Pontefice, “si è propagata nel mondo intero la luce della fede. Lì sono sgorgate le fresche sorgenti della spiritualità e del monachesimo. Lì si conservano riti antichi unici e ricchezze inestimabili dell’arte sacra e della teologia, lì dimora l’eredità di grandi Padri nella fede“.

Una tradizione, sottolinea Francesco, che “è un tesoro da custodire con tutte le nostre forze, perché in Medio Oriente ci sono le radici delle nostre stesse anime”.

Una splendida regione sulla quale “si è addensata, specialmente negli ultimi anni, una fitta coltre di tenebre: guerra, violenza e distruzione, occupazioni e forme di fondamentalismo, migrazioni forzate e abbandono, il tutto nel silenzio di tanti e con la complicità di molti”.

“Il Medio Oriente è divenuto terra di gente che lascia la propria terra”, aggiunge il Papa, e ciò rischia di cancellare da questa terra la fede cristiana, “deturpando il volto stesso della regione, perché un Medio Oriente senza cristiani non sarebbe Medio Oriente“.

Ricordando il gesto dell’accensione della “lampada uniflamma”, il Pontefice ribadisce che i “cristiani sono luce del mondo non solo quando tutto intorno è radioso, ma anche quando, nei momenti bui della storia, non si rassegnano all’oscurità che tutto avvolge e alimentano lo stoppino della speranza con l’olio della preghiera e dell’amore”.

Chiede di pregare uniti per invocare “quella pace che i potenti in terra non sono ancora riusciti a trovare”. Il pensiero del Papa va alla Città Santa: “Col salmista imploriamolo in modo particolare per Gerusalemme, città amata da Dio e ferita dagli uomini, sulla quale ancora il Signore piange: Su te sia pace!”.

Terminato l’incontro di preghiera comune, il Papa e i Patriarchi fanno ritorno alla Basilica di San Nicola dove si svolge il Dialogo a porte chiuse. Poi il pranzo all’Arcivescovado con i Patriarchi e, intorno alle 16, la partenza, in elicottero per Roma. L’atterraggio all’eliporto vaticano è previsto poco dopo le ore 17.

Foto © Vatican Media