Carburante dalla plastica

Carburante dalla plastica, ecco la chiave rivoluzionaria ed ecologica del futuro

24 agosto 2018 | 08:42
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Carburante dalla plastica, ecco la chiave rivoluzionaria ed ecologica del futuro

L’Italia ospiterà il primo impianto GRT nel 2019

Ricavare carburante dalla plastica è possibile? Ebbene sì! La GRT group, società svizzera specializzata nel
settore delle energie rinnovabili (che abbiamo già incontrato in merito alle pile ad idrogeno, sembrerebbe aver trovato un metodo rivoluzionario che giungerà in Italia nel 2019 e si basa sul processo chimico della pirolisi. Tale procedura consente di spezzare i saldi legami chimici che tengono unite le molecole plastiche in assenza di ossigeno, senza ricorrere alla combustione e senza alcuna emissione, ricorrendo a soli processi
termici.

La pirolisi si compone di due stadi:
• Lo stadio primario, consistente in una deidratazione del materiale da trattare, con conseguente
riduzione della massa del reagente;
• Un “cracking termico” (lo stadio secondario) che porta alla conversione del prodotto residuo della
prima fase.

Ciò che si ottiene è un prodotto simile al cherosene ed al diesel. Grazie a questo metodo innovativo, da
ogni tonnellata di plastica sarà possibile ricavare circa 900 litri di combustibile!

L’Italia ospiterà il primo impianto GRT nel 2019. Si tratta di infrastrutture grandi solo come un campo da
tennis, che saranno però in grado di ospitare e smaltire (o meglio convertire) l’equivalente di un camion
pieno di plastica al giorno.

Per darvi un’idea delle potenzialità di questi impianti, quattro strutture GRT potrebbero sostituire una
discarica di estensione pari a 40 campi da calcio.
Tutto ciò, oltre che comportare un grande beneficio per l’ambiente (con una riduzione del 70% di anidride
carbonica ed il riciclaggio di materiali plastici che, finora, per il 70% venivano rilasciati nell’ambiente o nelle
discariche), fornirà nuovi posti di lavoro ed un netto risparmio economico per tutti coloro che usufruiranno
del carburante così ottenuto: ogni barile, per i ridotti costi di raffinazione, verrà a costare circa 25 $, meno
della metà dell’attuale prezzo del petrolio.

Il punto di forza di quest’idea innovativa rimane comunque legato alla produzione di un combustibile a
partire da materiali di scarto, fortemente inquinanti per il nostro ambiente (sì pensi alle microplastiche ed
al pesante impatto dei nostri rifiuti plastici sull’ecosistema marino e terrestre).

(Il Faro on line)