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A 30 anni 4 laureati su 10 sono senza lavoro o sottoccupati

22 settembre 2018 | 17:55
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A 30 anni 4 laureati su 10 sono senza lavoro o sottoccupati

Quando si firma un contratto da dipendente potendo vantare un titolo di studio elevato la concorrenza viene sbaragliata

Roma – La laurea, per 4 trentenni italiani su 10, non è il ‘biglietto vincente’ per entrare nel mercato del lavoro: nel 2017, infatti, degli oltre 1,7 milioni di trentenni che la possiedono il 19,5% (344.000 persone) è risultato privo di occupazione, mentre un ulteriore 19% (circa 336.000) ha dovuto accontentarsi di operare in posizioni professionali che non richiedono laurea.

Eppure, quando si firma un contratto da dipendente potendo vantare un titolo di studio elevato la ‘concorrenza’ viene sbaragliata, poiché “la retribuzione mensile media è pari a 1.632 euro, ovvero il 30% in più di un occupato con la licenza media (1.139) e del 20% di un diplomato (1.299)”.

Ad accendere i riflettori sulla condizione dei giovani adulti della Penisola (fra i 30 e i 39 anni) che hanno concluso con successo gli studi universitari è l’Osservatorio statistico dei consulenti del lavoro, che mette in evidenza, fra l’altro, il fenomeno della cosiddetta ‘sovra-istruzione’: quasi un laureato trentenne su 4 (23,6%) svolge un’attività che non richiede la laurea.

Va meglio, invece, si legge nell’indagine, a quel 61,5% che riesce a lavorare, mettendo a frutto il titolo di studio conseguito. “Nel 2017, il tasso di occupazione dei trentenni laureati (81,3%) è stato superiore di 8 punti percentuali, rispetto ai giovani diplomati di pari età, e arriva a 24 punti percentuali”, al confronto con i coetanei con sola licenza media.

Le prospettive d’inserimento nel mercato, sottolineano i consulenti, “migliorano per coloro che hanno raggiunto almeno un titolo secondario superiore”, e si rivelano “massime per chi giunge a conseguire un titolo universitario”. Il vantaggio nel possedere un livello di istruzione più elevato appare, poi, più marcato “per le donne trentenni, specie nel Mezzogiorno”.

Come accennato, la busta paga dei laureati dipendenti è più ‘pesante’, rispetto agli stipendi di chi non ha completato un iter universitario, tuttavia si osserva come “un trentenne psicologo guadagni mensilmente 1.351 euro (solo 52 euro in più di un coetaneo diplomato), mentre un ingegnere (1.850), o un medico (1.869) percepiscono oltre 550 euro in più rispetto ad un diplomato”.

E, se chi ha frequentato Lettere e Filosofia arranca, fra le facoltà ‘giuste’ si segnala Scienze statistiche: il 96,3% è impiegato, mentre tra i laureati in Lingue ad avere un incarico sono 3 su 4 (73,2%).

(fonte Ansa)