appunti di viaggio

Tanina e Romano, due morti e due misure

11 ottobre 2018 | 10:43
Share0
Tanina e Romano, due morti e due misure

Due omicidi efferati, due figli di questa città uccisi barbaramente. Eppure…

Mai nella sua storia, Fiumicino ha dovuto registrare due omicidi efferati nel giro di un mese. E’ accaduto in questo 2018, che ha visto in sequenza la morte di Romano Bedini, 78 anni (leggi qui) – trovato morto col cranio fracassato ai primi di settembre, nella sua abitazione di via Luigi Francesco Pierobon, a Passo della Sentinella – e di Maria Tanina Momilia, 39 anni, (leggi qui) anch’essa con ferite al capo, rinvenuta cadavere lunedì scorso in un canale a via Castagnevizza.

I due omicidi sono diversi tra loro (anche se la pista del movente passionale, seppur con differenza abissali tra i due episodi criminali, potrebbe rappresentare un filo comune) ma contare due morti, e sommarli alle rapine in banca e ai supermercati che hanno caratterizzato l’estate 2018, ai continui furti negli appartamenti e nei negozi nonché alle effrazioni di auto parcheggiate sul lungomare di Fregene come su via Torre Clementina, in pieno centro, danno un quadro inquietante di ciò che sta diventando il territorio di Fiumicino.

Si dirà che il tasso di criminalità non è diverso da tante altre parti d’Italia, ma a questa obiezione – seppur supportata dai numeri – viene da rispondere che il tasso di allarme tra la popolazione non è mai stato così alto dall’istituzione di Fiumicino Comune ad oggi. E anche questo è un fatto.

Ciò che però stona in questa bruttissima storia dei due omicidi, è la diversità di approccio che l’opinione pubblica, ma prima ancora le Istituzioni, hanno avuto rispetto ai due casi. Romano Bedini è morto ammazzato, ma non c’è stata alcuna solidarietà collettiva, nessuna raccolta fondi, il Comune non si è detto pronto a schierarsi parte civile, nessuna veglia di preghiera. Per Tanina, invece, si è mossa l’intera città.

Siamo chiari. L’atteggiamento giusto è il secondo, per rispetto alla famiglia, perché una comunità ha il dovere di stringersi intorno a chi sta soffrendo, perché un omicidio non può passare con un fatto episodico e marginale rispetto alla vita di una città come Fiumicino.

Tanina merita tutto il rispetto che le è dovuto, come mamma, come figlia, come essere umano. Anche Romano l’avrebbe meritato, ma la sua storia personale ha penalizzato la pietà che dovrebbe essere dovuta ad ogni uomo; per lui, con un passato macchiato da qualche ombra e una residenza a Passo della Sentinella, questa pietà non c’è stata. Due pesi e due misure.

Tanina era giovane, onesta, abitava all’Isola Sacra. Romano era anziano, un passato balordo, una residenza ai margini della città. Sono morti entrambi per mano di qualche assassino, entrambi con colpi alla testa, entrambi senza potersi difendere.

Per Tanina pretendiamo giustizia. Sarebbe giusto chiederla anche per Romano. Sono due anime della stessa città, sono due facce di ognuno di noi. Nessuno si senta escluso.