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Papa Francesco: “I Dieci Comandamenti sono la ‘radiografia’ di Cristo”

28 novembre 2018 | 12:30
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Papa Francesco: “I Dieci Comandamenti sono la ‘radiografia’ di Cristo”

Il Pontefice: “Cercare la realizzazione negli idoli del mondo ci svuota e schiavizza”. Poi un bambino irrompe sul palco e “disturba” le guardie svizzere

Città del Vaticano – “Cercare la propria realizzazione negli idoli di questo mondo ci svuota e ci schiavizza, mentre ciò che ci dà statura e consistenza è il rapporto con Dio che, in Cristo, ci rende figli a partire dalla sua paternità”.

Papa Francesco conclude il ciclo di Catechesi dedicato ai Dieci Comandamenti. Ai tanti pellegrini che affollano la Sala delle Udienze nell’Aula Paolo VI, il Pontefice riassume il decalogo, ricordando che per vivere in quella che ha definito “una chiamata alla bellezza della fedeltà, della generosità e della autenticità, abbiamo bisogno di un cuore nuovo, inabitato dallo Spirito Santo”.

“Io mi domando – aggiunge a braccio -: come avviene questo ‘trapianto’ di cuore? Dal cuore vecchio al cuore nuovo?”. “Attraverso il dono di desideri nuovi, attenti alla parola, desideri nuovi, che vengono seminati in noi dalla grazia di Dio, in modo particolare attraverso i Dieci Comandamenti portati a compimento da Gesù, come Lui insegna nel ‘discorso della montagna’”, risponde.

Infatti, “nella contemplazione della vita descritta dal Decalogo, ossia un’esistenza grata, libera, autentica, benedicente, adulta, custode e amante della vita, fedele, generosa e sincera, noi, quasi senza accorgercene, ci ritroviamo davanti a Cristo”.

Non si può seguire veramente Gesù quando si è zavorrati dalle cose. Perché, se il cuore è affollato di beni, non ci sarà spazio per il Signore, che diventerà una cosa tra le altre.

— Papa Francesco (@Pontifex_it) 28 novembre 2018

“Il Decalogo è la sua ‘radiografia’ – prosegue il Papa -. Il decalogo è la ‘radiografia’ di Cristo”. Secondo Francesco, “lo descrive come un negativo fotografico che lascia apparire il suo volto – come nella sacra Sindone. E così lo Spirito Santo feconda il nostro cuore mettendo in esso i desideri che sono un dono suo, i desideri dello Spirito. Desiderare secondo lo Spirito, desiderare al ritmo della spirito, desiderare con la musica dello Spirito”.

“Guardando a Cristo vediamo la bellezza, il bene, la verità –  aggiunge il Papa -. E lo Spirito genera una vita che, assecondando questi suoi desideri, innesca in noi la speranza, la fede e l’amore”.

Così scopriamo meglio cosa significhi che il Signore Gesù non è venuto per abolire la legge ma per dare compimento, per farla crescere. E mentre la legge secondo la carne era una serie di prescrizioni e di divieti, secondo lo Spirito questa stessa legge diventa vita, perché non è più una norma ma la carne stessa di Cristo, che ci ama, ci cerca, ci perdona, ci consola e nel suo Corpo ricompone la comunione con il Padre, perduta per la disobbedienza del peccato.

E spiega: “La negatività letteraria, la negatività nel’espressione dei Comandamenti – non rubare, non uccidere, ecc. – si trasforma in un atteggiamento positivo: amare, fare posto agli atri nel mio cuore, desideri che seminano positività, e questa è la pienezza che Gesù è venuto a portarci”.

Secondo il Papa, “in Cristo, e solo in Lui, il Decalogo smette di essere condanna e diventa l’autentica verità della vita umana: nasce un desiderio del bene, di fare il bene, un desiderio di gioia, un desiderio di amore, di gioia, di pace, di magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé”.

“Se sono i desideri malvagi che rovinano l’uomo, lo Spirito depone nel nostro cuore i suoi santi desideri, che sono il germe della vita nuova”, conclude Bergoglio: “Ecco cos’è il Decalogo per noi cristiani: contemplare Cristo per aprirci a ricevere il suo cuore, i suoi desideri, il suo Santo Spirito”.

Il fuoriprogramma

cq5dam.web.800.800Durante l’Udienza Generale in Sala Nervi, dal pubblico un bambino sale sul palco per avvicinarsi al Papa. “Dammi un bacetto”, gli chiede il Pontefice, abbracciandolo. Poi la mamma sale per cercare di riprendere il piccolo, ma il Papa le dice di lasciarlo stare, tanto che il bimbo ha continuato a circolare liberamente sul palco dando “fastidio” anche alle guardie svizzere, mentre l’udienza continuava.

“E’ argentino, è indisciplinato”, ha detto sorridendo il Pontefice all’arcivescovo Georg Gaenswein, prefetto della Casa Pontificia, che gli siede accanto.

Poi, al momento della sintesi della catechesi per i fedeli di lingua spagnola, il Papa ha detto ‘a braccio’ nella sua lingua natale: “Questo bambino non può parlare, è muto – ha spiegato -, ma sa comunicare, sa esprimersi”.

“E c’è una cosa di più: è libero; indisciplinatamente libero, però è libero. Tutti possiamo chiederci: sono altrettanto libero davanti a Dio? Davanti a Dio, tutti dovremmo avere la libertà di un bambino davanti a suo padre”, aggiunge il Papa.

“E chiediamo la grazia che questo bambino possa parlare”, ha aggiunto Francesco tra gli applausi dei settemila fedeli presenti.

Il simpatico fuori programma, improvvisato da un bambino “indisciplinatamente libero”, per l’Osservatore Romano “è una catechesi per tutti che invita a essere liberi davanti a Dio proprio come i più piccoli”.

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(Il Faro online) – Foto © Vatican Media