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Cesare Battisti arrestato, latitanza finita per il terrorista rosso

13 gennaio 2019 | 10:57
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Cesare Battisti arrestato, latitanza finita per il terrorista rosso

Cesare Battisti, pluriomicida dei Proletari Armati per il Comunismo, andrà nelle carceri italiane. A suo carico gli omicidi di Antonio Santoro, Pierluigi Torregiani, Lino Sabbadin, Andrea Campagna.

E’ stato fermato in strada, mentre camminava a piedi per le vie di Santa Cruz de la Sierra e quando gli agenti boliviani si sono rivolti a lui, non ha tentato di fuggire e ha risposto in portoghese. E’ stato bloccato così Cesare Battisti, una volta che i poliziotti, su input dei colleghi italiani, hanno avuto la certezza che si trattasse proprio dell’ex terrorista dei Pac (Proletari armati per il Comunismo). Gli investigatori italiani erano già da una settimana in Bolivia e dopo aver circoscritto l’area in cui si trovava Battisti hanno iniziato a pedinarlo.

Prima di intervenire, però, sono state fatte tutte le attività di comparazione e i riscontri visivi possibili fino a quando si è avuta la ragionevole sicurezza che fosse proprio lui. A quel punto, nella giornata di ieri, sono stati fatti intervenire i poliziotti boliviani, che lo hanno fermato in mezzo alla strada. Alle richieste degli agenti di fornire i documenti, Battisti ha risposto in portoghese dicendo di non averli e solo quando lo hanno portato negli uffici della polizia ha fornito il suo documento brasiliano.

Cesare Battisti in volo per l’Italia

Un aereo del governo italiano con a bordo anche uomini dell’Aise – l’Agenzia d’intelligence che si occupa dell’estero e il cui contributo è stato fondamentale per arrivare all’arresto di Battisti – e investigatori della Polizia è decollato per la Bolivia. L’arrivo è previsto per il pomeriggio di oggi 13 gennaio 2019 (ora italiana) ma questo, sottolineano fonti governative, non significa che l’aereo ripartirà subito. Vanno ancora espletate alcune procedure e non è ancora stato chiarito se prima di esser estradato in Italia Battisti passerà o meno dal Brasile.

Una volta riportato in Italia, Battisti sarà condotto nel carcere più vicino al luogo di atterraggio. Questo infatti prevede la procedura in situazioni di questo genere. Per quanto riguarda l’iter dell’estradizione, l’Italia non deve formalmente compiere alcun atto, perché l’intera procedura era già del tutto espletata nel dicembre 2018 e su Battisti gravano condanne definitive.

Tutto questo – la prudenza vista la sua storia personale è d’obbligo -, a meno che non accada qualche altro colpo dell’ultima ora, ai quali Battisti ha già abituato.

Ecco come è stato arrestato Cesare Battisti

In tutti questi anni in cui è vissuto in Brasile, si apprende da fonti del Viminale, Battisti è stato tenuto sotto controllo dall’intelligence italiana, che non lo ha mai perso di vista. Ma solo con l’elezione di Bolsonaro si sono intensificati i contatti con le forze di polizia brasiliane.

Dopo la fuga, il pool di investigatori della Criminalpol e dell’Antiterrorismo arrivato in Brasile per collaborare con i colleghi brasiliani, ha impiegato qualche giorno per riannodare i fili e trovare la pista giusta, fino a quando ha rintracciato Battisti in Bolivia.

La certezza che fosse lui polizia e intelligence la hanno avuta una settimana fa e da quel momento sono stati pianificati tutti i dettagli del blitz che è scattato ieri in accordo con le autorità locali.

La storia criminale di Cesare Battisti

L’ex terrorista dei Pac, i Proletari armati per il comunismo, è stato condannato per quattro omicidi, due commessi materialmente, due in concorso: quello del maresciallo degli agenti di custodia Antonio Santoro, ucciso a Udine il 6 giugno 1978, quello del gioielliere Pierluigi Torregiani e del commerciante Lino Sabbadin, che militava nel Msi, uccisi entrambi da gruppi dei Pac il 16 febbraio 1979, il primo a Milano e il secondo a Mestre; e quello dell’agente della Digos Andrea Campagna, assassinato a Milano il 19 aprile 1978. Battisti si è sempre dichiarato innocente.

Nato a Cisterna di Latina il 18 dicembre 1954, la sua è una vita segnata da mille peripezie, fughe, colpi di scena. E richieste di estradizione partite da Roma e andate in fumo.

Nei primi anni ’70 abbandona la scuola e inizia la carriera criminale. Nel 1972 il primo arresto per una rapina a Frascati e due anni dopo per rapina con sequestro di persona a Sabaudia. Nel ’76 si trasferisce a Milano e partecipa a varie azioni criminali. Viene arrestato di nuovo, sempre per rapina, e rinchiuso nel carcere di Udine dove conosce Arrigo Cavallina, ideologo dei Pac. In questi anni partecipa alle azioni del gruppo eversivo, che gli costeranno un’altra volta la libertà.

Le condanne

Nell’ambito del processo per l’omicidio Torregiani viene condannato nel ’79 a 13 anni e 5 mesi: detenuto nel carcere di Frosinone, nel 1981 evade grazie ad un assalto dei terroristi. La giustizia va comunque avanti e nell’85 lo condanna in contumacia all’ergastolo per vari reati legati alla lotta armata e per i quattro omicidi, sentenza confermata dalla Cassazione nel 1991.

La prima fuga

La fuga, nel frattempo, lo aveva portato prima in Messico, dove rimane circa una decina d’anni, e poi in Francia nel 1990. L’anno successivo parte dall’Italia la prima richiesta di estradizione, ma Parigi dichiara non estradabile Battisti, che nel frattempo Oltralpe ha intrapreso anche una carriera come scrittore di noir. Sono anni in cui la Francia, con lo scudo della ‘dottrina Mitterand’, si mostra molto morbida con terroristi latitanti. La seconda richiesta per estradarlo è nel 2004: Battisti viene arrestato il 10 febbraio a Parigi sempre su richiesta delle autorità italiane.

Ma in Francia si scatena una campagna in suo favore sostenuta dagli intellettuali della gauche e il 3 marzo Battisti viene scarcerato. Il 30 giugno successivo dopo l’udienza per l’estradizione, la corte d’appello francese dà il via libera: Battisti ricorre e perde. La cosa sembra fatta, ma il 14 agosto è l’ultima volta in cui lui si presenta a firmare in commissariato, come previsto dalle misure nei suoi confronti, poi si rende irreperibile. Scatta quindi un mandato di arresto. E il 23 ottobre il primo ministro francese firma il decreto di estradizione in assenza del condannato, latitante.

La seconda fuga

Lui nel frattempo è fuggito in Brasile, dove si sposerà e avrà tre figli: il 18 marzo 2007 viene arrestato a Copacabana con la cooperazione dell’antiterrorismo italiano. Parte la terza richiesta di estradizione. Ma il Brasile gli riconosce lo status di rifugiato politico. E nel novembre 2009 il Supremo Tribunal Federal, pur a favore dell’estradizione, lascia la decisione finale all’allora presidente Lula, che il 31 dicembre 2010, ultimo giorno del suo mandato, annuncia il suo ‘no’. Battisti esce dal carcere.

Il 3 marzo di cinque anni dopo una sentenza decreta la sua espulsione dal Brasile per via di una storia di documenti falsi con cui, a suo tempo, era entrato nel paese dalla Francia e riprende quota l’ipotesi di un rientro in Italia. Ma l’espulsione viene annullata e tutto si ferma di nuovo.

Fino al tentativo di fuga in Bolivia e al nuovo arresto il 4 ottobre 2017. Parte la macchina dei ricorsi e 3 giorni dopo Battisti è di nuovo in libertà. “Non stavo fuggendo, mandarmi in Italia è illegale, se mi estradano mi consegnano alla morte”, dichiara lui che nel frattempo rilascia interviste.

L’ultimo atto

Le cose però cambiano. In Brasile tira ormai un’altra aria. L’11 ottobre il presidente Michel Temer revoca l’asilo politico. Jair Bolsonaro, esponente dell’ultradestra, già in campagna elettorale promette di estradare immediatamente Battisti se verrà eletto, cosa che avviene.

E il 13 dicembre Luis Fux, magistrato del Supremo Tribunale Federale (Stf), ordina l’arresto dell’ex terrorista per “pericolo di fuga” in vista proprio della possibile estradizione, concessa nei giorni seguenti dal presidente uscente Temer prima dell’insediamento di Bolsonaro il primo gennaio 2019. Battisti fugge ancora, in Bolivia, fino all’epilogo di ieri per le vie di Santa Cruz de la Sierra. (fonte: ansa)