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Anzio, un tavolo tecnico in Regione per risolvere la questione del nuovo porto

15 gennaio 2019 | 06:00
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Anzio, un tavolo tecnico in Regione per risolvere la questione del nuovo porto

Approvato alla Pisana un’odg che impegna Comune e Regione a verificare le condizioni per dichiarare la decadenza della concessione per il porto di Anzio

Roma – Nelle scorse ore si è istituito un tavolo tecnico alla Pisana dove Comune di Anzio e Regione Lazio si confronteranno per superare la situazione di stallo e le inadempienze del nuovo porto commerciale e turistico nonché il ruolo della società privata “Capo d’Anzio SpA”.

Ognibene: Chi ha sbagliato paghi in fretta”

“E’ ora che si apra una fase davvero nuova in merito alla mancata realizzazione del nuovo Porto“, afferma Daniele Ognibene capogruppo LeU in Consiglio Regionale Lazio “per capire la complessità della situazione che si protrae da anni senza che si sia data concretezza al progetto rischia di vedere fallire delle potenzialità di lavoro e sviluppo dell’indotto della nautica“.

E’ inconcepibile che ancora si parla di realizzare 480 nuovi posti barca ad Anzio quando ancora siamo a carissimo amico. Sul lavoro e sullo sviluppo economico del comune di Anzio non ci debbono essere partiti presi ma è giunto il momento di convocare un incontro coinvolgendo la Regione Lazio, la Città Metropolitana, il Comune di Anzio e le società private, per trovare una soluzione e capire chi e dove ha sbagliato verificando in maniera puntuale il ruolo del socio privato della ‘Capo d’Anzio SpA’“, prosegue Ognibene.

“Prima di tutto – continua il consigliere regionale – bisogna decidere se il progetto iniziale è ancora valido per il territorio, mi sembra un progetto sopra dimensionato alle reali esigenze. Oggi abbiamo fatto un ordine del giorno in consiglio regionale proprio per dare una svolta all’immobilismo“.

“Nessuna ipocrisia pelosa ma è necessario iscrivere a ruolo delle Agenzie delle Entrate i canoni delle annualità non versate a tutt’oggi dato che parliamo di soldi pubblici”, aggiunge Ognibene.

Che conclude: “Ritengo che ci si debba confrontare immediatamente poiché la città di Anzio merita un ruolo di primo piano, non a caso l’allora Presidente della Provincia di Roma Enrico Gasbarra volle dar vita all’iniziativa ‘Roma Provincia di mare’ ed ad Anzio è nata una succursale dell’Istituto Nautico di Roma, nessuno può essere talmente gretto di buttarla in caciara ma se sono stati fatti degli errori si perseguano i responsabili ma poi senza trovare alibi tra ‘Montecchi e Capuleti’ si dia seguito alla fase del fare a difesa del lavoro e dell’economia di Anzio.”

Corrado: “Si fa chiarezza dopo 18 anni”

Sulla vicenda interviene anche la consigliera regionale del Lazio del M5S, Valentina Corrado, che in una nota afferma:”Abbiamo ritenuto opportuno impegnare la giunta a istituire di un tavolo tecnico congiunto Regione – Comune di Anzio per analizzare i mancati adempimenti della società Capo d’anzio e la vetustà del progetto, per cui sussistono dubbi sulla corrispondenza dello stesso alle esigenze del territorio, nonché a procedere con l’iscrizione a ruolo dell’agenzia del demanio di tutte le annualità relative ai canoni concessori non versati“.

“Non è la prima volta che porto all’attenzione del governo regionale la vicenda del progetto del nuovo porto di Anzio – prosegue Corrado – . Dal 2015 si sono succedute una serie di interrogazioni a seguito di accesso agli atti grazie ai quali sono emerse una serie di incongruenze e inadempienze delle quali oggi, a distanza di 18 anni, i soggetti coinvolti sono chiamati a rispondere”.

“Nella seduta odierna del consiglio regionale – spiega la consigliera -, è stato approvato l’ordine del giorno a mia prima firma che impegna la Giunta a dichiarare la decadenza della concessione demaniale marittima rilasciata alla società Capo d’Anzio, qualora ne sussistano i presupposti alla fine delle verifiche amministrative per mancata realizzazione delle opere che si era impegnata ad eseguire entro 5 anni dalla sottoscrizione della convenzione”.

“Oltre all’inadempienza degli impegni assunti – conclude la pentastellata – , negli anni non sono stati versati i canoni di concessione demaniale e alla luce di ciò risultano inspiegabili alcune poste iscritte nel bilancio visto il mancato avvio delle opere stabilite nell’atto di concessione”.

Mattia e Minnucci: “Tre fasi per superare lo stallo”

“Con il parere favorevole dell’assessora Alessandra Sartore e della Giunta abbiamo riformulato un ordine del giorno che, mettendo insieme la mozione presentata il 12 dicembre e un recente odg della minoranza, fissa tre fasi importanti per risolvere la questione della realizzazione del nuovo porto commerciale e turistico di Anzio, finora disattesa per le gravi inadempienze nella concessione demaniale n.6586 del 21 settembre 2011″.

Lo dichiarano i consiglieri del PD Eleonora Mattia ed Emiliano Minnucci e il capogruppo di Liberi e Uguali, Daniele Ognibene, al termine della votazione che ha portato all’approvazione del nuovo ordine del giorno, riformulato in aula, con cui si vuole porre fine ad una vicenda che si trascina ormai da anni.

“Nella sostanza, – spiegano Mattia, Minnucci e Ognibene – l’odg approvato impegna il presidente e la Giunta ad istituire un tavolo tecnico, insieme al Comune di Anzio, per valutare la fattibilità del progetto; la messa a ruolo di tutti i mancati pagamenti della società Capo d’Anzio Spa all’agenzia del demanio e l’attenta valutazione di condizioni e modalità per giungere alla decadenza della concessione in essere, a tutela di Anzio e di tutto il territorio”.

“In questo mese – sottolinea la Mattia – insieme alla Giunta e ad alcuni colleghi consiglieri abbiamo lavorato per ripristinare in tempi brevi le condizioni di regolarità, consapevoli che ogni inadempienza del concessionario continua a produrre danni, non solo economici, per le comunità locali e per la Regione Lazio”.

La soddisfazione di “Alternativa per Anzio”

“In Consiglio Regionale è stato votato e approvato un ordine del giorno (presentato dai 5 stelle, integrato con una precedente mozione del PD e infine riformulato nella seduta odierna) che impegna la Regione ad aprire un tavolo tecnico insieme al Comune di Anzio per valutare la fattibilità del progetto; la messa a ruolo di tutti i mancati pagamenti della società Capo d’Anzio Spa all’agenzia del demanio e l’attenta valutazione di condizioni e modalità per giungere alla decadenza della concessione in essere”.

E’ quanto si legge in una nota di “Alternativa per Anzio“, che precisa: “Abbiamo espresso di recente la nostra perplessità in merito al ritiro della concessione in assenza di una garanzia dalla Regione affinché il Porto resti pubblico e senza che venga messo in discussione il progetto attuale, la cui grandezza ed insostenibilità, a nostro parere, è la principale causa dei problemi legati al Porto”.

“Tuttavia, dopo un incontro avuto con il consigliere Daniele Ognibene, a margine della manifestazione per la Vignarola, abbiamo valutato la possibilità di far aggiungere all’ordine del giorno l’impegno della Regione ad aprire un tavolo con il Comune al fine di mettere in discussione il progetto e valutare tutti i possibili percorsi (compresa certamente la decadenza della concessione, che arriverebbe a quel punto con maggiori garanzie per la città)”, prosegue il testo.

“L’ordine del giorno – conclude la nota – va esattamente in questo senso, in accordo, peraltro, con il nostro programma elettorale che testualmente diceva ‘occorre aprire un tavolo con la Regione, proprietaria del Porto, e rivedere il progetto esistente, eliminando il raddoppio, riqualificando ed adeguando il bacino attuale, preservando il valore del centro storico della città'”.

(Il Faro Online)